La macchia rosso sangue dell’accordo con la polizia egiziana

Come per quanto concerne la stretta cooperazione in ambito militare, ribadiamo l’urgente rivalutazione degli accordi esistenti tra le forze di polizia dei due paesi. È fondamentale rendere disponibili gli atti su ITEPA e chiarire quale sia l’iter in corso per il finanziamento di una seconda edizione affinché il progetto possa essere sottoposto a scrutinio parlamentare.

Il 13 set­tem­bre 2017 il nuo­vo amba­scia­to­re ita­lia­no Giam­pao­lo Can­ti­ni rien­tra­va in Egit­to. Il suo pre­de­ces­so­re, Mau­ri­zio Mas­sa­ri, era sta­to richia­ma­to a Roma un anno e mez­zo pri­ma a fron­te dei con­ti­nui depi­stag­gi sull’omicidio di Giu­lio Rege­ni, ricer­ca­to­re rapi­to e tor­tu­ra­to a mor­te da cin­que agen­ti del­le for­ze di sicu­rez­za. L’irrigidimento diplo­ma­ti­co in super­fi­cie non ave­va però intac­ca­to gli affa­ri con la san­gui­na­ria dit­ta­tu­ra di al-Sisi.

Quel­lo stes­so 13 set­tem­bre 2017 il Diret­to­re dell’Accademia di Poli­zia del Cai­ro e assi­sten­te del Mini­stro dell’Interno, Ahmed Ibra­him, fir­ma­va a Roma un pro­to­col­lo di coo­pe­ra­zio­ne con il Diret­to­re del­la Dire­zio­ne Cen­tra­le dell’Immigrazione e del­la Poli­zia del­le Fron­tie­re, Mas­si­mo Bon­tem­pi. Gli stes­si ver­ti­ci degli appa­ra­ti di repres­sio­ne egi­zia­ni che si sot­trae­va­no alle inda­gi­ni del­la Pro­cu­ra di Roma era­no accol­ti al Vimi­na­le come ospi­ti d’onore. Una peno­sa con­co­mi­tan­za che già allo­ra accla­ra­va la resa isti­tu­zio­na­le sul­la vicen­da Rege­ni.

Sul­la base di quell’accordo di col­la­bo­ra­zio­ne inter-mini­ste­ria­le, pas­sa­to sot­to trac­cia, fu avvia­to nel mar­zo 2018 un pro­get­to con­giun­to per l’addestramento pres­so l’Accademia di Poli­zia del Cai­ro di 360 agen­ti di fron­tie­ra di 22 pae­si afri­ca­ni. Deno­mi­na­to ITEPA (Inter­na­tio­nal Trai­ning at Egyp­tian Poli­ce Aca­de­my) e co-finan­zia­to al 50% da fon­di euro­pei (per un impor­to com­ples­si­vo di € 2.146.093,75), il pro­get­to “for­ma­ti­vo” si muo­ve­va nel­lo stes­so sol­co trac­cia­to dall’allora Mini­stro dell’Interno Mar­co Min­ni­ti: arre­sta­re i flus­si migra­to­ri pro­ve­nien­ti dall’Africa sub­sa­ha­ria­na alla spon­da sud del Medi­ter­ra­neo, dele­gan­do ad altri il com­pi­to di con­tra­sta­re e repri­me­re. Lon­ta­no dagli occhi, lon­ta­no dal­lo Sta­to di diritto.

Il Capo del­la Poli­zia Fran­co Gabriel­li ave­va accla­ma­to la siner­gia ita­lo-egi­zia­na e riven­di­ca­to che fos­se neces­sa­rio “spor­car­si le mani per espor­ta­re la nostra cul­tu­ra giu­ri­di­ca”. Suo mal­gra­do, Gabriel­li evo­ca­va un’immagine tan­to stra­zian­te quan­to per­ti­nen­te. Col­la­bo­ra­re con l’efferata poli­zia egi­zia­na, che dall’ascesa di Sisi si è con­trad­di­stin­ta per spa­ri­zio­ni for­za­te ed ese­cu­zio­ni extra-giu­di­zia­li ad un rit­mo inces­san­te, vuol dire spor­car­si le mani di una mac­chia che fa del ver­de del Medi­ter­ra­neo un solo ros­so, per para­fra­sa­re un pas­so del Macbeth.

L’Accademia di Poli­zia del Cai­ro è un luo­go di ter­ro­re in cui si inse­gna a pra­ti­ca­re la tor­tu­ra con­tro chiun­que ven­ga iden­ti­fi­ca­to come un peri­co­lo per il regime.

Il Mini­ste­ro dell’Interno ha pre­ci­sa­to con una nota che ITEPA si con­for­mas­se al rispet­to dei dirit­ti uma­ni, ma l’affermazione non è veri­fi­ca­bi­le data la man­ca­ta pub­bli­ci­tà degli atti. La rivi­sta Altrae­co­no­mia pre­sen­tò un’istanza di acces­so civi­co per con­sul­ta­re le car­te del pro­get­to. La richie­sta fu nega­ta per­ché pre­giu­di­zie­vo­le del­le rela­zio­ni bila­te­ra­li con l’Egitto. Un pes­si­mo segna­le che equi­va­le ad un’ammissione di col­pa.   

Negli ulti­mi anni il Vimi­na­le ha infat­ti mol­ti­pli­ca­to le ini­zia­ti­ve con la con­tro­par­te egi­zia­na, nono­stan­te la spi­ra­le auto­ri­ta­ria. Nel­la rela­zio­ne tra­smes­sa al Par­la­men­to dal Mini­stro Min­ni­ti nell’agosto 2017 si rife­ri­va che già nell’anno pre­ce­den­te era­no sta­ti ero­ga­ti die­ci cor­si di for­ma­zio­ne, non­ché con­se­gna­ti una serie di dispo­si­ti­vi elet­tro­ni­ci per il moni­to­rag­gio e la gestio­ne dell’immigrazione ille­ga­le. Nel con­to spe­se face­va “bel­la” figu­ra la dona­zio­ne di quat­tro eli­cot­te­ri dismes­si dal­la Poli­zia di Sta­to e rimes­si a nuo­vo da Agu­sta­We­stland (Fin­mec­ca­ni­ca). A dispet­to del­la veri­tà, pro­mes­sa a mez­zo stam­pa ma mai per­se­gui­ta negli atti con­cre­ti, su Giu­lio Rege­ni, il cui cor­po mar­to­ria­to era sta­to rin­ve­nu­to il 3 feb­bra­io 2016.

La que­stio­ne ITEPA è pas­sa­ta per lo più sot­to silen­zio in Ita­lia, ma ha richia­ma­to l’attenzione di due euro­de­pu­ta­ti del grup­po GUE/NGL — Miguel Urbán Cre­spo (Pode­mos) e Özlem Demi­rel (Lin­ke) — che han­no pre­sen­ta­to due distin­te inter­ro­ga­zio­ni par­la­men­ta­ri gra­zie alle qua­li si appren­de, per rispo­sta del­la Com­mis­sa­ria per gli affa­ri inter­ni Ylva Johans­son, che le auto­ri­tà ita­lia­ne han­no richie­sto il rifi­nan­zia­men­to di ITEPA per un altro biennio.

Secon­do quan­to rico­strui­to da Anto­nio Maz­zeo, lo stan­zia­men­to dei fon­di potreb­be esse­re appro­va­to entro set­tem­bre pros­si­mo. ITEPA si era con­clu­so, sem­pre a Roma, il 27 novem­bre 2019, ma un memo­ran­dum ave­va este­so la vali­di­tà del pro­to­col­lo tec­ni­co di coo­pe­ra­zio­ne tra Ita­lia e Egit­to. Anche in que­sto caso la comu­ni­ca­zio­ne del Vimi­na­le si era limi­ta­ta a poche righe. Una reti­cen­za media­ti­ca che fa da con­tral­ta­re alla con­sa­pe­vo­lez­za di quan­to il pat­to di fer­ro con l’apparato di sicu­rez­za egi­zia­no sia poli­ti­ca­men­te impre­sen­ta­bi­le alla luce del­le con­cla­ma­te vio­la­zio­ni dei dirit­ti umani.

Come per quan­to con­cer­ne la stret­ta coo­pe­ra­zio­ne in ambi­to mili­ta­re, riba­dia­mo l’urgente riva­lu­ta­zio­ne degli accor­di esi­sten­ti tra le for­ze di poli­zia dei due pae­si. È fon­da­men­ta­le ren­de­re dispo­ni­bi­li gli atti su ITEPA e chia­ri­re qua­le sia l’iter in cor­so per il finan­zia­men­to di una secon­da edi­zio­ne affin­ché il pro­get­to pos­sa esse­re sot­to­po­sto a scru­ti­nio parlamentare.

A nostro modo di vede­re la gra­vis­si­ma situa­zio­ne in Egit­to non può che esor­ta­re la revo­ca del pro­to­col­lo e l’annul­la­men­to di ITEPA 2. Il tem­po del­la com­pro­mis­sio­ne con il regi­me instau­ra­to al Cai­ro deve finire.

Ales­san­dro Tinti

Comi­ta­to Firen­ze Pos­si­bi­le Pie­ro Calamandrei

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