Ius soli e Ong: sfida aperta tra Salvini e Lamorgese

Definire lo "ius soli" irrinunciabile è molto semplice, quando non c'è alcun pericolo che arrivi nemmeno sul tavolo, ma il Viminale potrebbe, perlomeno, smettere di contare col pallottoliere le Ong che blocca? In questi termini, tornare ai livelli di Salvini sarebbe già un piccolo traguardo. 

Han­no fat­to mol­to discu­te­re, nel­le scor­se ore, le paro­le del nuo­vo segre­ta­rio del Par­ti­to Demo­cra­ti­co, Enri­co Let­ta. Due paro­le, in par­ti­co­la­re: “ius soli”. E han­no fat­to discu­te­re mol­to gli allea­ti di gover­no, che subi­to han­no suo­na­to la cari­ca come non si vede­va da qual­che tem­po, tuo­nan­do tra minac­ce di inva­sio­ne incon­trol­la­ta e “ci sono cose ben più impor­tan­ti” di cui occu­par­si — come ad esem­pio le pun­ta­te dei Grif­fin.

La leg­ge sul­la cit­ta­di­nan­za, come sap­pia­mo, ha subi­to per­cor­si mol­to tor­tuo­si negli ulti­mi anni. Sia­mo pas­sa­ti dal­lo “ius soli” pro­po­sto nel­la cam­pa­gna elet­to­ra­le del 2013, dilui­to poi in “ius cul­tu­rae” in cor­so di legi­sla­tu­ra, e infi­ne affos­sa­to al ter­mi­ne di quel­la stes­sa legi­sla­tu­ra. Tan­to che le uni­che modi­fi­che appor­ta­te, con i decre­ti sicu­rez­za di Sal­vi­ni, sono sta­te peg­gio­ra­ti­ve, allun­gan­do tem­pi­sti­che, aumen­tan­do tas­se, intro­du­cen­do addi­rit­tu­ra la revo­ca del­la cit­ta­di­nan­za (ovvia­men­te solo per chi l’a­ves­se otte­nu­ta dopo la nascita).

Col Con­te bis e l’ar­ri­vo al Vimi­na­le del­la mini­stra Lamor­ge­se sem­bra­va che tut­to doves­se cam­bia­re. Sem­bra­va, appun­to. Nono­stan­te nel­l’ot­to­bre scor­so dichia­ras­se che «i tem­pi sono matu­ri» per la rifor­ma del­la cit­ta­di­nan­za, non se ne è vista trac­cia, se non per una pic­co­la modi­fi­ca ai decre­ti Sal­vi­ni: abbia­mo «accor­cia­to i tem­pi per le rispo­ste alle richie­ste di cit­ta­di­nan­za», riven­di­ca­va Lamor­ge­se. E in effet­ti la tem­pi­sti­ca è sta­ta ridot­ta da 48 a 36 mesi, pec­ca­to che pri­ma del­l’in­ter­ven­to di Sal­vi­ni fos­se pari a 24 mesi.

Tra i due mini­stri del­l’In­ter­no pare ci sia in cor­so una vera e pro­pria gara. Un paio di mesi fa fece (poco, pochis­si­mo) noti­zia la que­stio­ne del­le “riam­mis­sio­ni” in Slo­ve­niache si tra­sfor­ma­no spes­so in respin­gi­men­ti a cate­na. Oggi fa noti­zia che la mini­stra sia sta­ta mol­to più effi­cien­te del pre­de­ces­so­re nel bloc­ca­re le navi del­le Ong.

Ed ecco, quin­di, il pun­to. Lo “ius soli” deve esse­re una prio­ri­tà per il nostro Pae­se, sen­za ombra di dub­bio dato che stia­mo par­lan­do di una nor­ma di civil­tà mini­ma. Ma è altret­tan­to chia­ro che da que­sto gover­no — tra Lamor­ge­se e Sal­vi­ni — non ci si può aspet­ta­re nul­la, nien­te, zero in que­sto sen­so.  Defi­ni­re lo “ius soli” irri­nun­cia­bi­le è mol­to sem­pli­ce, quan­do non c’è alcun peri­co­lo che arri­vi nem­me­no sul tavo­lo. Ma il Vimi­na­le potreb­be, per­lo­me­no, smet­te­re di con­ta­re col pal­lot­to­lie­re le Ong che bloc­ca? In que­sti ter­mi­ni, tor­na­re ai livel­li di Sal­vi­ni sareb­be già un pic­co­lo tra­guar­do.

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