Indagine sul PD

statisticheI demo­cra­ti­ci che nel mese di ago­sto han­no scel­to di rispon­de­re al que­stio­na­rio che Pip­po Civa­ti ave­va pre­sen­ta­to sul suo blog non rap­pre­sen­ta­no l’intera popo­la­zio­ne ita­lia­na. Né, in real­tà, l’intero mul­ti­for­me elet­to­ra­to del cen­tro­si­ni­stra o del Par­ti­to Demo­cra­ti­co. Rap­pre­sen­ta inve­ce una par­te par­ti­co­la­re dell’elettorato di cen­tro­si­ni­stra: quel­la più atten­ta alla poli­ti­ca, che più si infor­ma e che più atti­va­men­te segue il dibat­ti­to poli­ti­co sul­la rete. Que­sto, d’altra par­te, era l’obiettivo del­la ricer­ca: inter­cet­ta­re l’opinione dei mili­tan­ti, degli iscrit­ti e dei sim­pa­tiz­zan­ti più atten­ti del Par­ti­to Demo­cra­ti­co, sen­ti­re cosa ave­va­no da dire sull’idea di PD che ave­va­no in mente.

Come ci si pote­va atten­de­re dal­la con­for­ma­zio­ne dell’elettorato del PD e dal medium uti­liz­za­to per rac­co­glie­re i dati (ovve­ro la rete), a rispon­de­re sono sta­ti pre­va­len­te­men­te uomi­ni con un alto livel­lo di istru­zio­ne (il 55% degli inter­vi­sta­ti dichia­ra di aver con­se­gui­to una lau­rea o un tito­lo di stu­dio supe­rio­re), sor­pren­den­te­men­te equi­di­stri­bui­ti per le varie fasce d’età (tran­ne, come d’altra par­te ci si pote­va atten­de­re, gli anzia­ni, che comun­que rap­pre­sen­ta­no oltre il 10% del campione).

Que­stio­na­rio impron­ta­to sul­la visio­ne del PD com’è e come vor­reb­be­ro che fos­se, si dice­va: dai dati emer­ge un qua­dro desolante.
Il PD vie­ne visto come un par­ti­to estre­ma­men­te con­ser­va­to­re, debo­le e divi­so al suo inter­no: in una paro­la (non a caso quel­la che più del­le altre è sta­ta scel­ta come più rap­pre­sen­ta­ti­va) una delu­sio­ne (19%). Da una visio­ne de gene­re ovvia­men­te non può non emer­ge­re una stron­ca­tu­ra net­ta dell’intera clas­se diri­gen­te: più del­la metà degli inter­vi­sta­ti (52%), for­se anche per­ché anco­ra scot­ta­ti dal­la pugna­la­ta alle spal­le a Pro­di (“tra­di­men­to” è la paro­la che meglio rap­pre­sen­ta il par­ti­to per l’11% degli inter­vi­sta­ti), dichia­ra di non ave­re alcu­na fidu­cia nei lea­der nazio­na­li, e se a que­sti si aggiun­go­no quel­li che dichia­ra­no di aver­ne poca (44%) si copre la qua­si tota­li­tà del cam­pio­ne (appe­na il 4% dichia­ra di ave­re abbastanza/molta fidu­cia nel­la diri­gen­za nazio­na­le). Tra loro, meglio – si fa per dire – se la cava il segre­ta­rio pro tem­po­re Gugliel­mo Epi­fa­ni (al qua­le comun­que colo­ro che sono dispo­sti a con­ce­der­gli un’apertura di cre­di­to sono il 19%), men­tre anche nei con­fron­ti del­la diri­gen­za loca­le, spes­so fio­re all’occhiello del cen­tro­si­ni­stra, la sfi­du­cia è tan­ta (53%).

2.fwIl PD che gli inter­vi­sta­ti vor­reb­be­ro, inve­ce, è un PD che faces­se di ugua­glian­za e giu­sti­zia i pro­pri valo­ri fon­da­ti­vi (indi­ca­ti come quel­li a cui sono più lega­ti rispet­ti­va­men­te dal 34% e dal 49%, men­tre solo il 12% met­te in cima la liber­tà ed appe­na il 4% la pace) e che inter­pre­tas­se real­men­te un cam­bia­men­to in que­sto sen­so: un par­ti­to che par­las­se oltre che di egua­glian­za (17% del cam­pio­ne la vor­reb­be come paro­la d’ordine per eccel­len­za del PD) o giu­sti­zia (8%) par­las­se di futu­ro (19%), rifor­me (14%) e meri­to (10%), maga­ri anche con pas­sio­ne (8%) ed in manie­ra rivo­lu­zio­na­ria (9%).

6.fwDal risul­ta­to dell’indagine, tra l’altro, già emer­ge lo stru­men­to per poter risol­ve­re la situa­zio­ne di cri­si che col­pi­sce il PD: le pri­ma­rie. Pri­ma­rie aper­te, aper­tis­si­me, non limi­ta­te da regi­stri degli elet­to­ri, viste come stru­men­to che raf­for­za­no il Par­ti­to elet­to­ral­men­te. Pri­ma­rie che maga­ri potreb­be­ro aiu­ta­re a recu­pe­ra­re l’identità del Par­ti­to, dal momen­to che ben il 45% degli inter­vi­sta­ti con­si­de­ra il PD non più di sini­stra o cen­tro­si­ni­stra (costo­ro sono poco di più, appe­na il 47%), ma un par­ti­to di cen­tro che guar­da a sini­stra: cosa par­ti­co­lar­men­te pre­oc­cu­pan­te quan­do il 66% di colo­ro che dichia­ra­no di esse­re iscrit­ti al par­ti­to – il 32% degli inter­vi­sta­ti tota­li — affer­ma che la ragio­ne prin­ci­pa­le del tes­se­ra­men­to è sta­ta l’adesione ai valo­ri di fon­do del partito.

7.fwIl PD, nono­stan­te que­sto, con­ti­nua comun­que ad eser­ci­ta­re una cer­ta attrat­ti­va: nono­stan­te la cri­si d’identità, nono­stan­te la pes­si­ma con­si­de­ra­zio­ne nei con­fron­ti del­la sua clas­se diri­gen­te a tut­ti i livel­li, pres­so que­sti mili­tan­ti rima­ne for­te la doman­da di par­te­ci­pa­zio­ne: tra colo­ro che dichia­ra­no di non esse­re tes­se­ra­ti, qua­si i 2/3 (65%) pren­de­reb­be­ro in con­si­de­ra­zio­ne l’idea di tes­se­rar­si se per­ce­pis­se­ro una mag­gio­re capa­ci­tà di coin­vol­gi­men­to nel­le deci­sio­ni del par­ti­to, maga­ri anche per dif­fe­ren­ziar­si dal “sim­pa­tiz­zan­te” sem­pli­ce, che il 60% degli inter­vi­sta­ti equi­pa­ra all’iscritto in ter­mi­ni di “peso deci­sio­na­le” – defi­ni­to “nul­lo”, “limi­ta­to” o “solo di fac­cia­ta” dal 93% -, soprat­tut­to alla luce del fat­to che il 94% del cam­pio­ne pen­sa che gli iscrit­ti dovreb­be­ro poter dire la loro alme­no su alcu­ne tema­ti­che impor­tan­ti o divi­si­ve all’interno del par­ti­to, ed il 96% che dovreb­be­ro esse­re obbli­ga­to­ria­men­te orga­niz­za­ti degli incon­tri rego­la­ri tra mili­tan­ti ed elet­ti ad ogni livel­lo. Coin­vol­gi­men­to: fat­to­re impor­tan­te che vie­ne lega­to al con­cet­to di Pri­ma­rie, che non ven­go­no viste neces­sa­ria­men­te in con­flit­to in un’eventuale dico­to­mia “sim­pa­tiz­zan­te” vs “iscritto”(il 60% vor­reb­be pri­ma­rie “aper­te”, il 36% le vor­reb­be aper­te solo agli iscrit­ti all’albo degli elet­to­ri, appe­na il 4% vor­reb­be che la sele­zio­ne fos­se inter­na al par­ti­to), segno del fat­to che per lo meno anche nel­la sele­zio­ne del­le cari­che mono­cra­ti­che anche i mili­tan­ti pen­sa­no che i sim­pa­tiz­zan­ti pos­sa­no ave­re il dirit­to a dire la loro.

d1.fw
In con­clu­sio­ne, ma vista la meto­do­lo­gia di rile­va­zio­ne la cosa non può stu­pi­re, tra gli inter­vi­sta­ti si nota un gran­de inte­res­se per il web: una gran­dis­si­ma mag­gio­ran­za tro­va impor­tan­te comu­ni­ca­re sui social net­work (l’81% tro­va impor­tan­te l’utilizzo di Face­Book, ma il 69% tro­va effi­ca­ce anche Twit­ter), ma vie­ne con­si­de­ra­ta impor­tan­te anche la più tra­di­zio­na­le new­slet­ter (56%). Con­se­guen­za è ovvia­men­te che i social net­work sono anche il pri­mo tra­mi­te per con­tat­ta­re i pro­pri rap­pre­sen­tan­ti (uti­liz­za­to dal 77% degli inter­vi­sta­ti), che ora­mai distan­zia­no di gran lun­ga l’e‑mail (comun­que anco­ra usa­ta dal 50%). Oltre a que­sto, il web è visto anche come fon­da­men­ta­le per orga­niz­za­re i mili­tan­ti dal 98% degli inter­vi­sta­ti, anche nell’ottica di una “cam­pa­gna elet­to­ra­le per­ma­nen­te” (97%)

c7.fwPer chi voles­se appro­fon­di­re abbia­mo rac­col­to in una appo­si­ta pagi­na tut­ti i gra­fi­ci che illu­stra­no i risul­ta­ti del que­stio­na­rio.

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