“Un libro per accogliere”. Si chiama così l’iniziativa di raccolta libri da destinare ai migranti che arrivano nel nostro paese, lanciata qualche tempo fa da Concita de Gregorio nella sua rubrica televisiva “Pane Quotidiano”. I telespettatori sono invitati ad inviare alla redazione della trasmissione dei libri, a loro scelta, che saranno poi donati ai diversi centri di accoglienza sparsi su tutto il territorio nazionale.
L’iniziativa infatti punta a creare degli spazi culturali per gli ospiti dei centri SPRAR, con l’intento di promuovere l’inclusione sociale e culturale nel nostro paese.
Il progetto “un libro per accogliere” è stato presentato a Bologna, il 30 aprile scorso, durante il primo incontro nazionale dei portavoce di Possibile, dove è stata avanzata la proposta di aderire ufficialmente all’iniziativa estendendo l’invito alla partecipazione a tutti i comitati presenti.
Ed è così che i primi pacchi sono partiti alla volta della RAI di Saxa Rubra a Roma e molti comitati si sono già attivati in diverse città, grandi e piccole: nei weekend porteremo l’iniziativa nelle piazze delle nostre città. Nichelino (TO), Asti, Gallarate (VA), Legnano (MI), Milano, Roma, Genova, Fermo, Santa Maria di Sala (VE), dove ogni sabato di maggio ci sarà un banchetto in piazza della Meridiana, e Torino dove Possibile sarà presente per la raccolta alla fiera del libro in svolgimento in questi giorni.
Ci piace pensare ad una sorta di “bookbombing” di Possibile nella redazione di Concita: una pacifica invasione di tanti pacchi generosi e solidali, tutti contrassegnati da un cerchio lampone in cui campeggia il simbolo aritmetico dell’uguale.
Noi crediamo fortemente nel valore di questa iniziativa e il perché ve lo vogliamo dire con questo racconto di Sofia Mason, studentessa di lingue straniere e membro del Comitato Possibile “Rosa Parks” di Varese. Buona lettura.
Annamaria Guidi
Comitato Rosa Parks — Varese
“Teresa ha 9 anni e va alla scuola elementare. Con la sua classe sta imparando l’analisi logica e oggi la maestra ha spiegato i complementi di causa e di fine. Come esempio, la maestra ha detto: “La mia sorellina piange per la fame: ‘per la fame’ è complemento di causa. Nella frase ‘noi studiamo per l’interrogazione’: ‘per l’interrogazione’ è complemento di fine.
Teresa, che è una bambina sveglia, ha capito la maestra. Quando arriva a casa, Teresa fa i compiti di grammatica con sua sorella Francesca, che è più grande. Teresa fa solo un errore, che però Francesca le spiega subito, usando il suo vecchio libro delle elementari.
Dopo una settimana nella classe di Teresa c’è la verifica sull’analisi logica. Teresa prende 9 perché non ha sbagliato nulla. La maestra le fa i complimenti e le chiede se può mettersi in un angolino con il suo compagno Aylan, siriano, che invece ha preso 5 nella verifica e ha sbagliato tutto l’esercizio dei complementi di causa e di fine.
Aylan ha 10 anni, ma fa ancora la quarta elementare, perché non sa bene l’italiano. Con la sua classe sta imparando l’analisi logica e oggi la maestra ha spiegato i complementi di causa e di fine. Come esempio, la maestra ha detto: “La mia sorellina piange per la fame: ‘per la fame’ è complemento di causa. Nella frase ‘noi studiamo per l’interrogazione’: ‘per l’interrogazione’ è complemento di fine.
Aylan, che è un bambino sveglio, ha capito la maestra. Quando arriva a casa, Aylan fa i compiti di grammatica, ma si deve interrompere spesso, per curare le sue sorelline Nadira e Jameela, finchè i suoi genitori non tornano dal lavoro. Siccome questo lo distrae, Aylan si dimentica la spiegazione della maestra e va in confusione, perché il libro non è molto chiaro. Quando tornano a casa i suoi genitori, Aylan prova a chiedere a suo padre di spiegargli questa regola. Ma suo padre è stanco e dice che lui l’italiano non lo sa, quindi Aylan si deve arrangiare.
Dopo una settimana nella classe di Aylan c’è la verifica sull’analisi logica. Aylan prende 5, perché ha sbagliato tutto l’esercizio. La maestra gli sorride e gli dice di mettersi in un angolino con la sua compagna Teresa, italiana, che invece nella verifica ha preso 9 e non ha sbagliato nulla nell’esercizio sui complementi di causa e di fine.
Teresa allora ripete ad Aylan quello che ha detto la maestra e gli dice di provare ad usare un altro libro per esercitarsi, così magari capisce meglio. Il volto di Aylan si illumina: finalmente ha capito la differenza tra il complemento di causa e quello di fine: siccome lui non ha avuto aiuto, ha preso 5 nella verifica. E se invece avrà un altro libro per fare più esercizi, recupererà il brutto voto”.