Il Governo ipoteca il futuro della Sardegna

E’ di ieri la decisione del Governo che, attraverso il Ministero dell’Ambiente, autorizza la "Gonnosfanadiga Limited" per la costruzione di un gigantesco impianto solare termodinamico osteggiato dai comuni del Medio Campidano e dalla cittadinanza: l’ennesimo sfregio al territorio regionale, all’autonomia della Sardegna ed alla vocazione agricola di quei territori.

E’ di ieri la deci­sio­ne del Gover­no che, attra­ver­so il Mini­ste­ro dell’Ambiente, auto­riz­za la “Gon­no­sfa­na­di­ga Limi­ted” per la costru­zio­ne di un gigan­te­sco impian­to sola­re ter­mo­di­na­mi­co osteg­gia­to dai comu­ni del Medio Cam­pi­da­no e dal­la cittadinanza.

Que­sta deci­sio­ne, che segue quel­la di otto­bre in cui la socie­tà gemel­la “Flu­mi­ni Man­nu Limi­ted” otte­ne­va pare­re favo­re­vo­le per la rea­liz­za­zio­ne di un impian­to ana­lo­go tra Deci­mo­pu­tzu e Vil­la­sor, rap­pre­sen­ta l’ennesimo sfre­gio al ter­ri­to­rio regio­na­le, all’autonomia del­la Sar­de­gna ed alla voca­zio­ne agri­co­la di quei territori.

Cir­ca 600 etta­ri di ter­ra a voca­zio­ne agri­co­la e pasto­ra­le, nono­stan­te la socie­tà non abbia la dispo­ni­bi­li­tà di tut­ti i ter­re­ni inte­res­sa­ti, ven­go­no di fat­to sot­trat­ti al ter­ri­to­rio. Un risul­ta­to otte­nu­to anche attra­ver­so espro­pri che inten­do­no for­za­re chi pre­ten­de sem­pli­ce­men­te di poter col­ti­va­re le pro­prie fer­ti­li terre.

L’operazione è sta­ta stu­dia­ta in modo meti­co­lo­so e quan­do si è capi­to che era trop­po rischio­so affron­ta­re la par­ti­ta local­men­te, dopo che la mobi­li­ta­zio­ne nata due anni fa in Sar­de­gna ave­va reso impos­si­bi­le il rila­scio dei per­mes­si regio­na­li, si è deci­so di agi­re sul pia­no nazio­na­le facen­do rien­tra­re i pro­get­ti nei para­me­tri del­le ope­re di inte­res­se stra­te­gi­co pre­vi­ste dal­lo Sbloc­ca Ita­lia. A que­sto pun­to è sta­to faci­le richie­de­re le auto­riz­za­zio­ni con­sa­pe­vo­li di poter par­la­re con un Gover­no che duran­te que­sta legi­sla­tu­ra si è sem­pre mostra­to gene­ro­so con alcu­ne lob­by dell’energia e pale­se­men­te sor­do davan­ti alle richie­ste di sal­va­guar­dia ambientale. 

In sostan­za, nono­stan­te il pare­re con­tra­rio del MIBACT il Gover­no sta deci­den­do di ipo­te­ca­re il futu­ro del ter­ri­to­rio sar­do sul­la base di inte­res­si eco­no­mi­ci che nul­la han­no a che vede­re con il futu­ro del­la nostra Regio­ne.

In tut­to que­sto sono evi­den­ti le respon­sa­bi­li­tà decen­na­li del­la poli­ti­ca nazio­na­le e regio­na­le che oggi ci con­se­gna, a fron­te di ingen­ti dan­ni ambien­ta­li e pae­sag­gi­sti­ci, un set­to­re del­la pasto­ri­zia pale­se­men­te in stal­lo, un insie­me di aree indu­stria­li in sman­tel­la­men­to e non boni­fi­ca­te ed un set­to­re agri­co­lo pri­vo di poli­ti­che di set­to­re e lascia­to all’estemporanea ini­zia­ti­va di sin­go­li volenterosi. 

Esi­sto­no in Sar­de­gna aree for­te­men­te com­pro­mes­se ambien­tal­men­te. Per­ché non instal­la­re in quei siti impian­ti di que­ste dimen­sio­ni? Per­ché rinun­cia­re ad un model­lo di svi­lup­po rispet­to­so del­la nostra sto­ria e del­la nostra identità?

Davan­ti ad un’opinione pub­bli­ca che in misu­ra sem­pre più mas­sic­cia si ribel­la davan­ti a que­sti inter­ven­ti la poli­ti­ca nic­chia ed appa­re timi­da ed indifferente. 

Su que­sti temi non fare­mo scon­ti a nes­su­no, nep­pu­re a chi ci richia­ma costan­te­men­te a rico­strui­re l’unità del cen­tro­si­ni­stra dopo aver aval­la­to ope­ra­zio­ni di que­sta natu­ra. Chi si schie­ra con­tro gli inte­res­si del nostro ter­ri­to­rio non è com­pa­ti­bi­le con noi, chi rifiu­ta di costrui­re un model­lo di svi­lup­po che sia rispet­to­so dell’ambiente ed è cor­re­spon­sa­bi­le di que­ste spe­cu­la­zio­ni non è com­pa­ti­bi­le con noi.

Per noi la poli­ti­ca è una cosa seria e l’unità non è qual­co­sa che si costrui­sce in modo astrat­to ed a pre­scin­de­re dal­le pro­po­ste. Fin dai pros­si­mi gior­ni sare­mo impe­gna­ti insie­me a tan­ti cit­ta­di­ni ed alle for­ze poli­ti­che che si schie­re­ran­no con­tro que­sto enne­si­mo ten­ta­ti­vo di spe­cu­la­zio­ne ambien­ta­le ed energetica.

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