Una Giornata del Fiocchetto Lilla, per essere vicini a chi combatte i disturbi alimentari ogni giorno

Le patologie da disturbi alimentari colpiscono tre milioni di persone in Italia e coinvolgono insieme a loro le famiglie, considerando soprattutto che l'esordio dei disturbi si colloca nelle fasce d'età adolescenziali e pre adolescenziali. Per le ragazze nella fascia tra i 12 e i 25 costituiscono la prima causa di morte dopo gli incidenti stradali, dato recentissimo che ha visto un incremento negli ultimi anni. I pazienti e le famiglie si trovano spesso soli, o arrivano alla diagnosi e all'assistenza in modo tardivo, emarginati dalla natura stessa delle patologie.

Oggi è la sesta gior­na­ta nazio­na­le del Fioc­chet­to Lil­la, dedi­ca­ta alle pato­lo­gie da distur­bi ali­men­ta­ri. La sto­ria di que­sta giornata par­te da Geno­va, con Ste­fa­no Tavil­la, padre di Giu­lia e fon­da­to­re del­l’as­so­cia­zio­ne per la lot­ta ai distur­bi del com­por­ta­men­to ali­men­ta­re “Mi nutro di vita”.

In tut­ta Ita­lia ven­go­no orga­niz­za­te ini­zia­ti­ve e si rac­col­go­no ade­sio­ni alla gior­na­ta del 15 mar­zo, men­tre anco­ra la data non è isti­tu­zio­na­liz­za­ta. Infat­ti, quel­la di ave­re una gior­na­ta dedi­ca­ta, a livel­lo nazio­na­le, è un’e­si­gen­za che vie­ne dal­le per­so­ne, dal­le asso­cia­zio­ni nate dal­l’e­spe­rien­za dei fami­glia­ri ed ex pazien­ti, di chi si è tro­va­to a com­bat­te­re da solo una bat­ta­glia resa anco­ra più dif­fi­ci­le dal­la disin­for­ma­zio­ne, dal­l’i­so­la­men­to e dal­la com­ples­si­tà del tema. Oggi esi­ste una pro­po­sta di leg­ge per l’i­sti­tu­zio­ne del­la Gior­na­ta nazio­na­le per la pre­ven­zio­ne dei distur­bi del com­por­ta­men­to ali­men­ta­re, a fir­ma dei depu­ta­ti Umber­to d’Ot­ta­vio e Luca Pasto­ri­no, una pro­po­sta mol­to sem­pli­ce, di quat­tro arti­co­li, che rece­pi­sce quel­lo che le asso­cia­zio­ni stan­no facen­do da anni, pro­muo­ve­re la sen­si­bi­liz­za­zio­ne e la pre­ven­zio­ne dei distur­bi ed esse­re accan­to a chi li com­bat­te quotidianamente.

Le pato­lo­gie da distur­bi ali­men­ta­ri col­pi­sco­no tre milio­ni di per­so­ne in Ita­lia e coin­vol­go­no insie­me a loro le fami­glie, con­si­de­ran­do soprat­tut­to che l’e­sor­dio dei distur­bi si col­lo­ca nel­le fasce d’e­tà ado­le­scen­zia­li e pre ado­le­scen­zia­li. Per le ragaz­ze nel­la fascia tra i 12 e i 25 costi­tui­sco­no la pri­ma cau­sa di mor­te dopo gli inci­den­ti stra­da­li, dato recen­tis­si­mo che ha visto un incre­men­to negli ulti­mi anni. I pazien­ti e le fami­glie si tro­va­no spes­so soli, o arri­va­no alla dia­gno­si e all’as­si­sten­za in modo tar­di­vo, emar­gi­na­ti dal­la natu­ra stes­sa del­le pato­lo­gie: le cau­se sono com­ples­se, la con­di­vi­sio­ne del­le pro­ble­ma­ti­che dif­fi­ci­le e dolo­ro­sa, l’ef­fi­ca­cia del­le cure dipen­de da fat­to­ri molteplici.

Ha anche rile­van­za in que­sta com­ples­si­tà il fat­to che l’in­ci­den­za sia par­ti­co­lar­men­te alta tra le don­ne gio­va­ni o gio­va­nis­si­me – anche se i dati rela­ti­vi alle dia­gno­si di pazien­ti maschi dico­no che i nume­ri sono in cre­sci­ta. Per­so­ne che sono tipi­ca­men­te sot­to­po­ste a una for­tis­si­ma pres­sio­ne riguar­do al cibo e al rap­por­to con l’im­ma­gi­ne di sé, com­pli­ca­ta dal timo­re di non esse­re cre­du­te o sup­por­ta­te se doves­se­ro cer­ca­re aiu­to, e dal­la reti­cen­za e ver­go­gna a con­di­vi­de­re pro­ble­mi emo­ti­vi e fisi­ci. È un peso enor­me sul­le spal­le di pazien­ti la cui con­di­zio­ne è già fra­gi­le e di fron­te al qua­le fami­glie, inse­gnan­ti e medi­ci non pos­so­no esse­re lascia­ti né soli né tro­var­si impre­pa­ra­ti. Ecco per­ché è impor­tan­te arri­va­re il pri­ma pos­si­bi­le, con un lavo­ro costan­te e atten­to por­ta­to avan­ti con le scuo­le, i medi­ci di fami­glia, i pedia­tri, le famiglie.

Sui siti del­le asso­cia­zio­ni tro­va­te tut­te le ini­zia­ti­ve del­la Gior­na­ta di oggi e degli altri 364 gior­ni, quel­li che fan­no dav­ve­ro la differenza.

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