Migranti, Civati: “Misura colma, Possibile chiede dimissioni Minniti”

“L’operazione poli­zie­sca, non solo ‘di poli­zia’, di Piaz­za Indi­pen­den­za a Roma, con gli idran­ti, i man­ga­nel­li e il raz­zi­smo isti­tu­zio­na­le è l’ul­ti­mo capi­to­lo di un libro che non avrem­mo mai pen­sa­to di leg­ge­re nel 2017. Ed è anche l’ultimo fat­tac­cio che col­ma la misu­ra: chie­dia­mo per que­sto che il Mar­co Min­ni­ti si dimet­ta del­l’in­ca­ri­co di Mini­stro del­l’In­ter­no”. È quan­to scri­vo­no, in un docu­men­to con­giun­to, i depu­ta­ti di Pos­si­bi­le, Giu­sep­pe Civa­ti, Andrea Mae­stri, Bea­tri­ce Bri­gno­ne e Luca Pasto­ri­no.

“Neo­sal­vi­ni­smo e neo­fa­sci­smo han­no per­mea­to le poli­ti­che di que­sto gover­no e la linea del mini­ste­ro dell’Interno. Ogni atto com­piu­to da Min­ni­ti — pro­se­guo­no i par­la­men­ta­ri di Pos­si­bi­le — è mate­ria per un pre­ci­so capo d’ac­cu­sa poli­ti­co. Con i suoi decre­ti su Immi­gra­zio­ne e Sicu­rez­za Urba­na ha intro­dot­to ele­men­ti discri­mi­na­to­ri nel­la legi­sla­zio­ne in mate­ria di asi­lo, vio­lan­do gli arti­co­li. 2 (dirit­ti invio­la­bi­li), 3 (egua­glian­za e non discri­mi­na­zio­ne), 10 (dirit­to di asi­lo) del­la Costi­tu­zio­ne, per­ché, tra l’al­tro ha eli­mi­na­to un gra­do di giu­di­zio di meri­to, quel­lo di appel­lo, per i richie­den­ti asi­lo dinie­ga­ti dal­le Com­mis­sio­ni per il Rico­no­sci­men­to del­la Pro­te­zio­ne Internazionale”.

I depu­ta­ti di Pos­si­bi­le elen­ca­no, infi­ne, le respon­sa­bi­li­tà adde­bi­ta­te a Min­ni­ti: “Intro­du­zio­ne del­l’a­par­theid giu­di­zia­ria per i richie­den­ti asi­lo, intro­du­zio­ne del rea­to di pover­tà, un’offensiva poli­ti­ca, legi­sla­ti­va, media­ti­ca e per­si­no giu­di­zia­ria con­tro le Ong che sal­va­no vite in mare rispet­tan­do il dirit­to del mare, che ha qual­che gra­do in più di cogen­za di un ‘Codex Min­ni­ti’ qual­sia­si. Ma l’elenco di scel­te inac­cet­ta­bi­li con­ti­nua con la mis­sio­ne libi­ca, che adde­stra e aiu­ta la guar­dia costie­ra in mare e le mili­zie — mafio­si com­pre­si — a ter­ra a fare ciò che la Con­ven­zio­ne di Gine­vra del 1951 vie­ta, com il ritor­no del­l’am­ba­scia­to­re ita­lia­no nel­l’E­git­to che ha tor­tu­ra­to e ucci­so Giu­lio Rege­ni in cam­bio del­la sta­bi­liz­za­zio­ne libi­ca (Casi­ni dixit), gli accor­di con Sta­ti che non rispet­ta­no gli stan­dard inter­na­zio­na­li sui dirit­ti uma­ni per con­te­ne­re i flus­si migra­to­ri e gli sgom­be­ri di immo­bi­li e spa­zi pub­bli­ci occu­pa­ti da migran­ti con gli idran­ti e man­ga­nel­li, come in una dit­ta­tu­ra suda­me­ri­ca­na qual­sia­si sono altret­tan­te pagi­ne nere”.

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