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Il nazionalismo ha un problema: si scontra con quello degli altri. Che spesso sono più forti di noi. Tenetelo a mente, prima di festeggiare il nazionalismo degli altri.
Leggiamo Varoufakis oggi intervistato da Alessandro Gilioli e ci convince soprattutto l’atteggiamento europeo, duramente critico ma appunto europeo. Sin dal…
“La vicenda dell’Aquila è l’esempio perfetto dell’Unione europea che non vogliamo, quella lontana anni luce dalle esigenze dei cittadini europei. E che…
Con Podemos, Syriza e con i compagni della sinistra portoghese abbiamo la consapevolezza che un nuovo modello sarà praticabile solo ribaltando i rapporti di forza tra sinistra e destra, cioè liberando la sinistra dal suo immobilismo e dalla sua subalternità alla destra, ponendola nettamente fuori dalla logica autodistruttiva della grande coalizione con il centrodestra, a livello europeo, nazionale e locale.
«E’ una situazione mai vista prima». Comincia così il racconto di Lissett, dirigente dell’associazione “Refugees Aid Serbia”. La presenza di profughi bloccati in Serbia non è nuova: questa estate, con la chiusura delle frontiere europee, sono state gettate le basi della crisi umanitaria che, in queste ore, colpisce i profughi presenti a Belgrado. L’unica differenza è il cambio di stagione, che costringe al gelo tra le 700 e le 1200 persone, in capannoni abbandonati nei pressi della stazione di Belgrado, gli stessi dove già questa estate trovavano protezione alcuni di loro.
In tantissimi hanno votato ieri contro il governo e contro l’establishment, legando l’uscita dall’Ue a un più generale rigetto delle condizioni economiche del paese.
Considerando anche quanto emerso con lo scandalo dieselgate-Volkswagen, è vergognoso che una maggioranza di eurodeputati abbia fatto questo grosso regalo alle lobby dell’industria automobilistica, a scapito della salute dei cittadini e dell’ambiente.
Il brutto pasticcio del Governo in Europa. Doveva difendere la siderurgia italiana ma non si presenta al tavolo. I pugni di acciaio restano nelle tasche.
Ci vogliono le migliori menti in Europa e nel mondo, quelle che da anni, con coerenza, costruiscono la strada perché giustizia ambientale, climatica e sociale non siano mai più separate. La nostra è una scelta verso una visione del mondo forte e chiara. Non è contro qualcuno, è per il bene di tutti.
Siamo ancora alle prese con una miope difesa degli interessi nazionali, a scapito di quella generosità e visione necessarie per promuovere una politica comune diversa in Europa, capace di garantire benessere e crescita sociale e culturale.
Con la consapevolezza che serva una convergenza ampia delle forze di sinistra ed ecologiste attorno ad una visione comune del futuro delle nostre società, a partire da battaglie molto concrete da portare avanti insieme
Ormai è diventato un mantra, anche comodo per deresponsabilizzare: la sinistra è in crisi in tutta Europa, perde ovunque, bisogna…
Possibile ha scelto di presentarsi alle europee con Europa Verde a sostegno dei Verdi Europei: una lista ecologista, europeista, solidale, femminista….
Voler cambiare l’Europa non è solo legittimo ma è costitutivo del processo che dura da 60 anni oramai. Dal 1957 ad oggi abbiamo cambiato i trattati una dozzina di volte ma quando si dice che “questa Europa non ci piace” manca sempre l’analisi politica.
Tre capi di stato (di cui uno a fine ciclo, uno in caduta libera e l’altro che oramai sta diventando la caricatura di se stesso) che discutono di come rilanciare il progetto europeo sono esattamente l’opposto di quel progetto federalista a cui siamo affezionati.