Abusivismo, Civati-Corrado: ddl Falanga dimentica crolli di Ischia

“In pie­na cam­pa­gna elet­to­ra­le, men­tre il Pd si erge a pala­di­no del con­tra­sto alle destre e alla poli­ti­ca vec­chia e ammic­can­te che pre­mia i fur­bi e umi­lia gli one­sti, ecco che spun­ta fuo­ri dal cilin­dro la più vec­chia di tut­te le mos­se popu­li­ste e auto­le­sio­ni­ste: l’ul­te­rio­re inde­bo­li­men­to degli stru­men­ti per con­tra­sta­re l’a­bu­si­vi­smo edi­li­zio con l’ap­pro­va­zio­ne del­la pro­po­sta di leg­ge Falan­ga, che abbia­mo già defi­ni­to una nor­ma-eco­mo­stro”. Lo dichia­ra­no il depu­ta­to e segre­ta­rio di Pos­si­bi­le, Pip­po Civa­ti, e Anna­li­sa Cor­ra­do del comi­ta­to scien­ti­fi­co di Pos­si­bi­le e co-por­ta­vo­ce di Green Ita­lia, annun­cian­do il soste­gno alla mani­fe­sta­zio­ne di doma­ni davan­ti a Mon­te­ci­to­rio con­tro il via libe­ra alla leg­ge sull’abusivismo.
“La mag­gio­ran­za — aggiun­go­no i due espo­nen­ti di Pos­si­bi­le — sta per appro­va­re un prov­ve­di­men­to che infie­ri­sce sul ter­ri­to­rio, che ras­si­cu­ra il cri­mi­ne orga­niz­za­to, che pre­mia chi si fa bef­fe del­la leg­ge, del­l’o­ne­stà, del­la vera sicu­rez­za, dimen­ti­can­do in poche set­ti­ma­ne i i crol­li di Ischia. Per i mini­stri Del­rio e Orlan­do, per il pre­mier Gen­ti­lo­ni, solo per citar­ne alcu­ni che si sono espres­si con for­za su que­sto tema, va tut­to bene?”
“A pochi gior­ni dal­la resa incon­di­zio­na­ta del Pd agli allea­ti destror­si — con­clu­do­no Civa­ti e Cor­ra­do — che fa rite­ne­re ‘prag­ma­ti­ca­men­te accet­ta­bi­le’ rinun­cia­re ad un prov­ve­di­men­to come lo Ius soli, si pro­ce­de tran­quil­la­men­te su una simi­le nefan­dez­za sen­za bat­te­re ciglio. Pos­si­bi­le darà bat­ta­glia in Par­la­men­to e fuo­ri dal Par­la­men­to, al fian­co di chi lot­ta da anni con­tro la ver­go­gna degli abu­si, e invi­ta tut­te le for­ze poli­ti­che a dare un segna­le for­te, per­ché in momen­ti come que­sto vale mol­to di più una scel­ta for­te e chia­ra che uno stre­pi­to­so pro­gram­ma elet­to­ra­le, di quel­li che poi fini­sco­no per resta­re chiu­si nei cassetti”.

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