Ciò che dice il Premier non risolverà i problemi di Taranto

Nel 2013, la Procura di Taranto ed i Custodi Giudiziari avevano stimato in 8,1 miliardi di euro il costo totale degli interventi necessari al ripristino funzionale degli impianti dell’area a caldo per un possibile risanamento ambientale. Parliamo quindi di 8,1 miliardi di euro solo per l' ambientalizzazione.

Il Pre­si­den­te del Con­si­glio ha annun­cia­to l’al­tro­ie­ri, duran­te la sua diret­ta Face­book, che sarà stan­zia­to «oltre un miliar­do per risa­na­re Taranto».

Il Pre­si­den­te Ren­zi ha spe­ci­fi­ca­to che «si è con­clu­sa la nego­zia­zio­ne tra la fami­glia Riva e Ilva e oltre 1 miliar­do di euro arri­ve­ran­no dal­la fami­glia Riva come com­pen­sa­zio­ne. Que­sti sol­di, alla fine qua­si 1,3 miliar­di, andran­no a risa­na­re Taran­to e l’Ilva».

Pare di capi­re, quin­di, che la som­ma alla qua­le si fa rife­ri­men­to sia pari a 1,3 miliar­di di euro, custo­di­ti in Sviz­ze­ra e che potreb­be­ro esse­re libe­ra­ti, ma non si sa quando.

Anche qua­lo­ra quei sol­di — che sono la som­ma con la qua­le i Riva liqui­de­reb­be­ro ogni debi­to nei con­fron­ti del­l’a­zien­da Ilva — fos­se­ro libe­ra­ti, non sareb­be­ro affat­to desti­na­ti alla cit­tà di Taran­to, o solo mol­to parzialmente.

Essi sareb­be­ro infat­ti desti­na­ti allo sta­bi­li­men­to. E ci sono due cose che non ven­go­no pre­se in considerazione:

  1. l’en­ti­tà del dan­no com­ples­si­vo che la fami­glia Riva dovrà cor­ri­spon­de­re sarà sta­bi­li­to solo dopo il Pro­ces­so in atto a Taranto.
  2. la som­ma di 1,3 miliar­di è irri­so­ria rispet­to alle neces­si­tà di Ilva e Taranto.

Nel 2013, la  Pro­cu­ra di Taran­to ed i Custo­di Giu­di­zia­ri ave­va­no sti­ma­to in 8,1 miliar­di di euro il costo tota­le degli inter­ven­ti neces­sa­ri al ripri­sti­no fun­zio­na­le degli impian­ti dell’area a cal­do per un pos­si­bi­le risa­na­men­to ambien­ta­le. Par­lia­mo quin­di di 8,1 miliar­di di euro solo per l’ ambien­ta­liz­za­zio­ne.

A que­sta som­ma van­no aggiun­ti i costi del­le spe­se di bonifica.

Quin­di, cosa si fareb­be con 1,3 miliar­di? Poco o nul­la rispet­to all’en­ti­tà dei pro­ble­mi. Quel­le som­me potreb­be­ro anda­re anco­ra una vol­ta a risa­na­re i debi­ti del­l’Il­va ma nul­la di più.

Quel­le che sono sta­te defi­ni­te le “pole­mi­che” su Taran­to non sono affat­to pole­mi­che, ma istan­ze, richie­ste di aiu­to, eser­ci­zio del dirit­to di paro­la da par­te di una popo­la­zio­ne for­te­men­te toc­ca­ta da un dram­ma per il qua­le non si intrav­ve­de soluzione.

Per risol­ve­re la “que­stio­ne Taran­to” ci vuo­le una deci­sio­ne chia­ra sul futu­ro e lo stan­zia­men­to dei fon­di ade­gua­ti. Ma, pri­ma di tut­to, la volon­tà poli­ti­ca di anda­re fino in fondo.

Le ope­re neces­sa­rie per Taran­to sono di gran­dis­si­ma por­ta­ta e meri­te­reb­be­ro l’in­clu­sio­ne del­la cit­tà all’in­ter­no dei pro­ces­si deci­sio­na­li in ambi­to nazio­na­le ed euro­peo.

Anto­nia Battaglia

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