Tour Possibile a nord, al centro e a sud. E a Genova “Non c’è fango che tenga”

Ci risen­tia­mo come pro­mes­so per una tap­pa inter­me­dia del Tour Pos­si­bi­le, dopo aver gira­to nor­de­st e cen­tro, in par­ten­za per le regio­ni del nord ove­st e, fra set­te gior­ni, da Roma in giù.
Sale pie­ne ovun­que, per il Tour Pos­si­bi­le. Ini­zio pro­met­ten­te, due set­ti­ma­ne fa, quel­lo in Tren­ti­no e Friu­li, dove già esi­ste e si allar­ga un atti­vi­smo den­tro e fuo­ri dal par­ti­to (e dai par­ti­ti), e dove imme­dia­ta­men­te si met­to­no in can­tie­re e si rea­liz­za­no ini­zia­ti­ve sul­la rifor­ma del lavo­ro e sul tes­su­to impren­di­to­ria­le loca­le. In Vene­to il dibat­ti­to fra “entri­sti e usci­sti” è più acce­so che mai, e ci si pre­pa­ra anche per impor­tan­ti e immi­nen­ti appun­ta­men­ti elet­to­ra­li. Nel­l’ul­ti­ma set­ti­ma­na, il viag­gio è pro­se­gui­to nel cen­tro Ita­lia, a Por­to San Gior­gio nel­le Mar­che in una sala pie­na, e in Tosca­na, a Firen­ze, in una sala pie­nis­si­ma: l’in­te­res­se c’è, e molto.

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E in Umbria, anche, dove a un cer­to pun­to alcu­ni com­pa­gni e com­pa­gne ci lascia­no per cor­re­re a Ter­ni, in fab­bri­ca, dove le accia­ie­rie sono di nuo­vo in peri­co­lo, que­sta vol­ta mor­ta­le, e sono in bal­lo miglia­ia di posti di lavo­ro: que­sto è il lavo­ro da fare e che ha sen­so fare, mol­to sem­pli­ce­men­te, e in que­sto si stan­no impe­gnan­do Rita Castel­la­ni, Ema­nue­le Pica e gli altri com­pa­gni umbri.
Ed ecco per­ché dopo il disa­stro del­l’al­lu­vio­ne riman­dia­mo la nostra tap­pa in Ligu­ria, ini­zial­men­te pre­vi­sta per que­sto mer­co­le­dì a Geno­va. I nostri ragaz­zi e ragaz­ze, Fosca, Ste­fa­no, Cri­sti­na, e sin­da­ci come Luca Pasto­ri­no, che dal­la sua Boglia­sco gui­da squa­dre di volon­ta­ri alla vol­ta del capo­luo­go, e anco­ra mili­tan­ti e atti­vi­sti, ammi­ni­stra­to­ri e cit­ta­di­ni comu­ni, con cen­ti­na­ia di altri da tut­ta la cit­tà e la regio­ne, han­no pas­sa­to gli ulti­mi gior­ni a spa­la­re e a fare tut­to quan­to era nel­le loro pos­si­bi­li­tà. Tut­to, e qual­co­sa di più, uni­ti dal­lo slo­gan “Non c’è fan­go che ten­ga”. Il nostro pen­sie­ro va a loro, li rive­dre­mo pre­sto: la tap­pa ligu­re del Tour Pos­si­bi­le è solo rimandata.

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Nel frat­tem­po, mar­te­dì sare­mo ad Aosta, dove la sini­stra cono­sce una cri­si sen­za pre­ce­den­ti, e vener­dì in Pie­mon­te, a Tori­no (fate sem­pre rife­ri­men­to alle new­slet­ter regio­na­li per la logi­sti­ca). In Lom­bar­dia abbia­mo inve­ce volu­ta­men­te scel­to un approc­cio diver­so, poi­ché se aves­si­mo pro­va­to a con­tat­ta­re tut­to il nostro data­ba­se regio­na­le avrem­mo dovu­to affit­ta­re un pala­sport. Da gio­ve­dì ci orga­niz­ze­re­mo quin­di in grup­pi più pic­co­li e gesti­bi­li, e più loca­liz­za­ti, di “vedet­te lom­bar­de”, che pros­si­ma­men­te par­ti­ran­no alla vol­ta del­le sin­go­le pro­vin­ce, e dei quar­tie­ri milanesi.

Poi, la pros­si­ma set­ti­ma­na, nel Lazio — ovvia­men­te a Roma -, in Cam­pa­nia — altret­tan­to ovvia­men­te a Napo­li -, e una tap­pa in Cala­bria (da confermare).
Ci vedia­mo in giro.

 

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