Brexit

Se nel futuro dell’Europa non ci sono i cittadini

Sia­mo anco­ra alle pre­se con una mio­pe dife­sa degli inte­res­si nazio­na­li, a sca­pi­to di quel­la gene­ro­si­tà e visio­ne neces­sa­rie per pro­muo­ve­re una poli­ti­ca comu­ne diver­sa in Euro­pa, capa­ce di garan­ti­re benes­se­re e cre­sci­ta socia­le e culturale.

Brexit, Civati: Non bisogna abbandonarsi alla paura

Non è più il tem­po dei distin­guo e di cer­ca­re ‘pia­ni B’, e nem­me­no biso­gna abban­do­nar­si alla pau­ra e allo scon­for­to. È il tem­po di una gran­de mobi­li­ta­zio­ne poli­ti­ca che coin­vol­ga diret­ta­men­te i cit­ta­di­ni. La nota del segre­ta­rio nazio­na­le di Pos­si­bi­le Pip­po Civati.

Il referendum britannico sull’UE ha già perso

La sen­sa­zio­ne è quin­di che si abbia già per­so tut­ti. Han­no per­so colo­ro che vole­va­no chie­der­si, e chie­de­re, se l’Europa non sia qual­co­sa di più che un modo per gover­ni o impre­se di fare qual­che sol­do aggiun­ti­vo, se non sia un idea­le cul­tu­ra­le che rispec­chia i sacri­fi­ci dei nostri avi e la voglia di costrui­re un mon­do con meno muri e con­fi­ni, per­ché con­sci che le gran­di sfi­de, come quel­la dell’inquinamento e del­le dise­gua­glian­ze, sono sfi­de globali.