I civili siriani continuano a restare intrappolati sotto il fuoco incrociato delle varie forze in campo e a subire in prima persona le atroci sofferenze che la guerra comporta
47
I civili siriani continuano a restare intrappolati sotto il fuoco incrociato delle varie forze in campo e a subire in prima persona le atroci sofferenze che la guerra comporta
Possibile vuole continuare a tenere alta l’attenzione sul conflitto siriano e le sue conseguenze, e a mobilitarsi attraverso azioni concrete a sostegno dei civili più vulnerabili. Per questa ragione abbiamo deciso di lanciare un appello a prima firma Shady Hamadi e di riservare uno spazio sul nostro sito per la raccolta fondi destinata al finanziamento di diversi progetti direttamente indirizzati ai bambini e alla popolazione siriana. Uno di questi progetti riguarda un orfanotrofio che sorge a Gaziantep, città turca a un’ora d’auto dal confine siriano: l’orfanotrofio Dar al-Salam. In questa struttura vivono 45 bambini e 7 vedove di guerra.
Arrivano i ringraziamenti da parte di ONSUR e di Mediterranean Hope per i primi due progetti finanziati grazie alle donazioni raccolte da Possibile. Come sapete, abbiamo deciso di non fermarci qui, ma di rilanciare con due nuovi progetti! Partecipate anche voi.
Con la campagna #SaveAleppo abbiamo finanziato i primi due progetti, di cui diamo rendicontazione. La nostra campagna prosegue, per garantire acqua sicura e pulita a un orfanotrofio e pacchi alimentari a cento famiglie. Partecipa anche tu!
Chiuso il finanziamento di una ambulanza e dei corridoi umanitari, torniamo in campo con due progetti, per fornire acqua sicura e pulita a un orfanotrofio che ospita 45 bambini e 7 vedove, e l’acquisto di cento pacchi famiglia.
Dato che l’emergenza non è finita, continueremo a sostenere campagne di aiuto diretto dei civili. Vi invitiamo a partecipare direttamente anche alla scelta, suggerendoci progetti che abbiano queste caratteristiche con la maggior quantità di dettagli possibili (rispetto agli operatori, ai beneficiari, ai contatti da tenere e sviluppare).
In risposta alle terribili notizie che, nelle ultime ore ancora di più, arrivano da Aleppo, chiediamo alle istituzioni e ci impegniamo direttamente per costruire vie di uscita sicure per i civili.
Aleppo è il simbolo di un’enorme ingiustizia, che non ha fine. Un’ingiustizia cominciata nel 2011, quando la comunità internazionale non ha voluto sostenere il movimento pacifista siriano che chiedeva la fine di una dittatura cominciata nel 1970, quando Hafez al Assad, con un colpo di Stato, prese il potere che passò in eredità a suo figlio, Bashar al Assad.
Di fronte all’orrore dei bombardamenti ad Aleppo chiediamo a gran voce che le infrastrutture, come ospedali, scuole e alcuni centri abitati non vengano presi di mira. Questo creerebbe dei luoghi sicuri dove la gente si potrebbe riparare dai bombardamenti indiscriminati.