Preferiamo le preferenze. E l’etica.

Ciò che non possiamo permettere in questa campagna per le amministrative è che ancora una volta il malaffare (mafie e corruttori) sia più interessato, curioso e partecipe rispetto ai cittadini.

Non è solo que­stio­ne di liste puli­te, non è così sem­pli­ce. E non è nem­me­no l’impegno for­ma­le di una buro­cra­zia che fru­ghi nei cari­chi pen­den­ti: ciò che non pos­sia­mo per­met­te­re in que­sta cam­pa­gna per le ammi­ni­stra­ti­ve è che anco­ra una vol­ta il malaf­fa­re (mafie e cor­rut­to­ri) sia più inte­res­sa­to, curio­so e par­te­ci­pe rispet­to ai cit­ta­di­ni. Il pri­ma­to del­la poli­ti­ca, del resto, è sostan­zial­men­te que­sto: riu­sci­re a pri­meg­gia­re nel­la poli­ti­ca e in tut­ti i suoi rivo­li elettorali.

Sia­mo un Pae­se che trop­po spes­so ha per­so con­tro la cri­mi­na­li­tà anche sul ter­re­no del­la demo­cra­zia: abbia­mo fami­glie mafio­se che cono­sco­no meglio dei cit­ta­di­ni one­sti i par­ti­co­la­ri del PGT cit­ta­di­no, sop­por­tia­mo clan capa­ci di gesti­re le pre­fe­ren­ze per assi­cu­rar­si alme­no un con­si­glie­re comu­na­le e venia­mo sca­val­ca­ti da inte­res­si par­ti­co­la­ri san­ci­ti con pat­ti pre elet­to­ra­li. Le mafie quin­di vin­co­no anche nei nor­ma­li pro­ces­si del­la demo­cra­zia? La sto­ria recen­te ci dice che sì. Spes­so. Trop­po spesso.

Armia­mo­ci di tut­ta la curio­si­tà intel­li­gen­te di cui sia­mo capa­ci e alle­nia­mo­ci al con­trol­lo con­sa­pe­vo­le del­la nostra cit­tà: que­sta cam­pa­gna per le ammi­ni­stra­ti­ve è l’occasione per pian­ta­re pre­sì­di poli­ti­ci.

L’associazione Avvi­so Pub­bli­co ha lan­cia­to la cam­pa­gna Per una Poli­ti­ca cre­di­bi­le e respon­sa­bi­le con cui fis­sa le prio­ri­tà da cui ripar­ti­re per la pre­ven­zio­ne del­le mafie, del­la cor­ru­zio­ne, dell’evasione fisca­le e dell’illegalità. Pochi pun­ti, net­ti, set­te principi:

  1. Lega­li­tà. Rispet­ta­re i vin­co­li di leg­ge che fis­sa­no un tet­to mas­si­mo di spe­sa per la cam­pa­gna elettorale.
  2. Ren­di­con­ta­re pub­bli­ca­men­te le spe­se soste­nu­te, per­met­ten­do di iden­ti­fi­ca­re la fon­te del­le risorse.
  3. Atten­zio­ne e Pru­den­za. Rifiu­ta­re qual­sia­si for­ma di soste­gno che con­di­zio­ni la cor­ret­ta azio­ne amministrativa.
  4. Respon­sa­bi­li­tà. Ren­de­re pub­bli­ci cur­ri­cu­la, red­di­to e patri­mo­nio, poten­zia­li con­flit­ti di inte­res­se ed even­tua­li pro­ce­di­men­ti giu­di­zia­ri o con­dan­ne subite.
  5. Rispet­to e sobrie­tà. Osser­va­re un com­por­ta­men­to con­so­no al ruo­lo pub­bli­co e favo­ri­re la più ampia liber­tà di espressione.
  6. Pro­muo­ve­re l’a­do­zio­ne da par­te del­l’en­te di un codi­ce eti­co-com­por­ta­men­ta­le sul model­lo del­la Car­ta di Avvi­so Pubblico.
  7. Con­tra­sto alle mafie e alla cor­ru­zio­ne. Con­tra­sta­re le orga­niz­za­zio­ni mafio­se e pro­muo­ve­re misu­re di pre­ven­zio­ne del­la corruzione.

Rac­con­tia­mo casa per casa quan­to alcu­ni sem­pli­ci gesti degli elet­to­ri pos­sa­no esse­re argi­ni com­pat­ti: espri­me­re la pre­fe­ren­za al momen­to del voto, ad esem­pio, è il modo miglio­re per ren­de­re dif­fi­ci­le la vita ai clan. Una cit­tà con miglia­ia di abi­tan­ti non può per­met­ter­si di con­ce­de­re un posto da con­si­glie­re comu­na­le con qual­che man­cia­ta di pre­fe­ren­ze. Copria­mo i buchi, oltre che le buche. E pro­met­tia­mo­ci di esse­re ter­ri­bil­men­te curio­si: ogni can­di­da­to ha il dove­re di rispon­de­re , su tut­to. Le sue idee, la sua sto­ria, gli inte­res­si, la pro­fes­sio­ne, gli obbiet­ti­vi: esse­re curio­si pre­mia più di una via tap­pez­za­ta di mani­fe­sti.

Anche di que­sto par­le­re­mo vener­dì a Raven­na, alle 21 in piaz­za dell’Aquila, con la lista Raven­na in Comu­ne, per soste­ne­re la can­di­da­ta sin­da­co Raf­fael­la Sut­ter (l’evento è qui).

L’etica si pra­ti­ca, mica si scri­ve.

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Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

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500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

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