Il piccolo (si fa per dire) cortocircuito tra giustizia e politica, che rivela il grande bluff renziano

Ricor­da­te la nor­ma ad per­so­nam impo­sta dal gover­no per man­da­re in pen­sio­ne più tar­di solo gli alti ver­ti­ci del­la Cas­sa­zio­ne che anche noi di Pos­si­bi­le abbia­mo osteg­gia­to in Com­mis­sio­ne Giu­sti­zia e in Aula nei mesi scorsi?

Il pri­mo pre­si­den­te del­la Supre­ma Cor­te Can­zio (uno dei bene­fi­cia­ti dal­la pro­ro­ga) oggi, in occa­sio­ne del­l’i­nau­gu­ra­zio­ne del­l’An­no Giu­di­zia­rio, ha urbi et orbi mani­fe­sta­to gra­ti­tu­di­ne o, se pre­fe­ri­te, un’im­ba­raz­zan­te cor­ri­spon­den­za d’a­mo­ro­si sen­si, al Gover­no quan­do, a mar­gi­ne del­l’en­ne­si­ma dichia­ra­zio­ne cir­ca inu­ti­li­tà e dan­no­si­tà del rea­to di immi­gra­zio­ne clan­de­sti­na ha testual­men­te affer­ma­to che “L’aumento cre­scen­te dei flus­si migra­to­ri sta pro­du­cen­do un impat­to note­vo­le anche sul­la giu­ri­sdi­zio­ne: è neces­sa­ria una sem­pli­fi­ca­zio­ne”. Sot­to­li­neo “sem­pli­fi­ca­zio­ne”.

Noi che sia­mo atten­ti e rigo­ro­si, abbia­mo subi­to col­to l’as­si­st di Can­zio per Orlan­do e Min­ni­ti che pochi gior­ni fa ave­va­no det­to che il nuo­vo pac­chet­to sul­l’im­mi­gra­zio­ne eli­mi­ne­rà un gra­do di giu­di­zio (l’ap­pel­lo) nei pro­ce­di­men­ti con­tro il dinie­go del­lo sta­tus di rifu­gia­to e ren­de­rà super­flua l’au­di­zio­ne del ricor­ren­te da par­te del giu­di­ce che potrà acqui­si­re il video del­l’au­di­zio­ne indi­vi­dua­le svol­ta davan­ti alla Com­mis­sio­ne. Anche su que­sto era­va­mo inter­ve­nu­ti in aula addi­tan­do l’in­tro­du­zio­ne di un’o­dio­sa apar­theid giu­di­zia­ria nei con­fron­ti dei migranti.
Oggi l’ANM ha diser­ta­to la ceri­mo­nia (fat­to ine­di­to e assai signi­fi­ca­ti­vo) addi­tan­do la gra­vi­tà di un inter­ven­to gover­na­ti­vo, quel­lo sul­le pen­sio­ni di alcu­ni magi­stra­ti api­ca­li, che mina l’au­to­no­mia e l’in­di­pen­den­za del­la magi­stra­tu­ra, per­ché in que­sto modo il Gover­no “si sce­glie i giu­di­ci”. Con estre­ma net­tez­za Davi­go ha par­la­to di un ” vul­nus sen­za precedenti.”

Tut­ti i nodi, pri­ma o poi, ven­go­no al pet­ti­ne e oggi abbia­mo potu­to assi­ste­re, qua­si pla­sti­ca­men­te, agli effet­ti nefa­sti del­la medi­ci­na ren­zia­na in mate­ria di giu­sti­zia: che nuo­ce gra­ve­men­te alla salu­te e alla qua­li­tà del­la nostra democrazia.

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“La repres­sio­ne è l’u­ni­co vero cre­do di que­sto gover­no, come dimo­stra­no la vicen­da del DDL Sicu­rez­za, gli ina­spri­men­ti del­le pene per chi pro­te­sta, la gestio­ne musco­la­re del­le piaz­ze, quel­lo che avvie­ne all’in­ter­no del­le carceri.
Una visio­ne a cui ci oppo­nia­mo con tut­ta la nostra for­za, men­tre lot­tia­mo per una cit­tà ospi­ta­le, inclu­si­va, che pen­si alla qua­li­tà del­la vita, l’ambiente e l’erogazione di ser­vi­zi essen­zia­li e non alla spe­cu­la­zio­ne immo­bi­lia­re e al pro­fit­to a tut­ti i costi.”

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