Il pagamento in natura dei magistrati onorari

«È grave, ma non è serio». Parliamo ancora del decreto legislativo che completa l’attuazione della legge delega di riforma della magistratura onoraria

[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1504443300727{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]Ci risia­mo. «È gra­ve, ma non è serio». Si trat­ta del decre­to legi­sla­ti­vo che com­ple­ta l’attuazione del­la leg­ge dele­ga di rifor­ma del­la magi­stra­tu­ra ono­ra­ria (appro­va­ta nel­la pri­ma­ve­ra del 2016 dal Par­la­men­to, che ha rati­fi­ca­to un dise­gno di leg­ge gover­na­ti­vo). L’art. 26 prov­ve­de sul regi­me fisca­le, sta­bi­len­do che i magi­stra­ti ono­ra­ri sono lavo­ra­to­ri auto­no­mi (l’intera disci­pli­na dice il con­tra­rio, ma in que­sta pun­ta­ta par­lia­mo d’altro). Per­ciò — pre­ve­de il Gover­no — i loro red­di­ti «sono costi­tui­ti dall’ammontare del­le inden­ni­tà in dena­ro o in natu­ra per­ce­pi­te nel perio­do d’imposta». Sta scrit­to in Gaz­zet­ta Uffi­cia­le, non è una del­le tan­te fake news che ci distrag­go­no in que­sti gior­ni: lo Sta­to può paga­re in natu­ra i magi­stra­ti ono­ra­ri, come denun­cia­to dal Movi­men­to Sei Luglio sul­la “Stam­pa”. Pre­sta­zio­ne di dare o di fare? Aspet­tia­mo la solu­zio­ne dell’enigma dal mini­stro Orlan­do, che tan­to ha volu­to que­sta rifor­ma e tan­to se n’è vantato.

Sia chia­ro. Que­sto è solo uno degli stra­fal­cio­ni del decre­to entra­to in vigo­re il 15 ago­sto. Poi c’è anche l’articolo che rin­via a com­mi ine­si­sten­ti. Ti met­ti a stu­dia­re con pazien­za le ecce­zio­ni (ma ci vor­reb­be un algo­rit­mo per capi­re quan­do ricor­ro­no le con­di­zio­ni) e due arti­co­li dopo sco­pri che ci sono anche le ecce­zio­ni alle ecce­zio­ni. Lo stes­so legi­sla­to­re si è stan­ca­to a un cer­to pun­to (o si è per­so tra i com­mi?). Essen­do­si chie­sto qua­le regi­me appli­ca­re ad alcu­ne situa­zio­ni par­ti­co­la­ri, ha pro­va­to a rispon­der­si, ma solo in par­te, così, dove non si è dato la rispo­sta, essen­do pos­si­bi­li solu­zio­ni diver­se, suben­tre­rà la crea­ti­vi­tà di chi la leg­ge dovrà appli­car­la. Dicia­mo che la lega­li­tà è un’altra cosa.

Va det­to che il decre­to, però, ha com­piu­to anche miracoli.

Miracolo/1. Con­ce­de il trat­ta­men­to pre­vi­den­zia­le, sen­za one­ri per le finan­ze pubbliche.

Miracolo/2. Ha tra­sfe­ri­to – si sti­ma – il 30 per cen­to del con­ten­zio­so civi­le dei tri­bu­na­li alla magi­stra­tu­ra ono­ra­ria in via esclu­si­va (all’ufficio del giu­di­ce di pace in par­ti­co­la­re). Trat­ta­te dal tri­bu­na­le quel­le cau­se costi­tui­va­no atti­vi­tà lavo­ra­ti­va. Ades­so, d’improvviso, non lo sono più, e a chi trat­ta quel­le cau­se, in quan­to magi­stra­to ono­ra­rio, non spet­ta­no le garan­zie tipi­che dei lavoratori.

Sic­co­me ha com­piu­to il miracolo/2, sba­glian­do i cal­co­li, il Gover­no sti­ma che in tri­bu­na­le ci sarà meno biso­gno di giu­di­ci ono­ra­ri che fac­cia­no ciò che spet­ta ai giu­di­ci di car­rie­ra. Per­ciò li man­tie­ne, li con­ti­nua a chia­ma­re giu­di­ci, ma affi­da loro un altro tipo di lavo­ro (col­la­bo­ra­to­re del giu­di­ce del tri­bu­na­le, figu­ra di per sé digni­to­sis­si­ma, simi­le, per dire, a quel­la che assi­ste i giu­di­ci del­la Cor­te di Giu­sti­zia Euro­pea o del­la Cor­te Costi­tu­zio­na­le), ma cer­can­do di far­li entra­re nel­la for­mi­na dell’onorarietà, che è quel­la sba­glia­ta. Così anche la digni­tà di que­sta fun­zio­ne vie­ne can­cel­la­ta, per­ché si crea una nuo­va figu­ra di lavo­ra­to­ri pre­ca­ri, chia­ma­ti giu­di­ci non essen­do tali, e trat­ta­ti, dove è uti­le alle cas­se del­lo Sta­to, come lavo­ra­to­ri auto­no­mi. Il col­mo è che, da una par­te, si diven­ta col­la­bo­ra­to­ri dei giu­di­ci del tri­bu­na­le per meri­to, dall’altra si vie­ne paga­ti di meno che a fare dav­ve­ro i giu­di­ci ono­ra­ri (pres­so l’ufficio del giu­di­ce di pace).

Un legi­sla­to­re lun­gi­mi­ran­te che pre­ve­de per­fi­no un nuo­vo uffi­cio, con fun­zio­ne di pan­chi­na (ma a tem­po deter­mi­na­to, ça va sans dire). Si trat­ta degli ammes­si al tiro­ci­nio che lavo­ra­no gra­tis per sei mesi e se supe­ra­no le pro­ve a cui sono sot­to­po­sti, sono nomi­na­ti, ma in sovran­nu­me­ro rispet­to ai posti a con­cor­so (la gra­dua­to­ria ha un’efficacia nel tem­po limi­ta­ta: due anni).

Un legi­sla­to­re così lun­gi­mi­ran­te che la mag­gior par­te del­le nor­me tro­ve­rà appli­ca­zio­ne tra quat­tro anni (alcu­ne addi­rit­tu­ra nel 2025). A pen­sa­re male il rin­vio dell’applicazione è uti­le a non fare acca­de­re gli effet­ti nefa­sti del­la nuo­va disci­pli­na men­tre lui stes­so è anco­ra legislatore.

Il decre­to, va det­to una vol­ta per tut­te, è un ten­ta­ti­vo di truf­fa alla Com­mis­sio­ne Euro­pea che ha già chiu­so nega­ti­va­men­te il caso EU-PILOT 7779/15/EMPL nei con­fron­ti dell’Italia in meri­to alla com­pa­ti­bi­li­tà con il dirit­to UE del­la disci­pli­na nazio­na­le rela­ti­va al ser­vi­zio pre­sta­to dai magi­stra­ti ono­ra­ri. Per non paga­re la mul­ta il mini­stro Orlan­do ha scrit­to un decre­to per fare appa­ri­re di ave­re supe­ra­to i rilie­vi for­mu­la­ti in sede europea.

I magi­stra­ti ono­ra­ri non voglio­no che l’Italia paghi la mul­ta, ma voglio­no che si met­ta a posto con la nor­ma­ti­va euro­pea e con la stes­sa Costi­tu­zio­ne, con cui, que­sto decre­to, non ha nien­te a che fare. Se lo faces­se, allo­ra ne bene­fi­ce­reb­be anche il ser­vi­zio giu­sti­zia. Che, per il mini­stro Orlan­do, evi­den­te­men­te, è solo un aspet­to secondario.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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