Pacchetto Migrazione. Dal fronte di Bruxelles

Intro­du­zio­ne

La Com­mis­sio­ne Junc­ker, attra­ver­so l’Agenda euro­pea sul­la migra­zio­ne pre­sen­ta­ta lo scor­so 27 mag­gio, ha vara­to un pac­chet­to di pro­po­ste — Pac­chet­to Migra­zio­ne —  con l’obiettivo di dare una rispo­sta “soste­ni­bi­le” per la gestio­ne dei flus­si migra­to­ri nell’Unione europea.

Tale Pac­chet­to, è sta­to ogget­to di mol­te­pli­ci cri­ti­che, soprat­tut­to lad­do­ve si fa rife­ri­men­to al mec­ca­ni­smo per la ridi­stri­bu­zio­ne dei richie­den­ti asi­lo tra gli Sta­ti mem­bri, la c.d. «chia­ve di distribuzione».

In par­ti­co­la­re, la pro­po­sta del­la Com­mis­sio­ne pre­ve­de due misu­re temporanee:

-       Relo­ca­tion/redistribuzione di 40 mila asi­lan­ti (di cui 24 mila già pre­sen­ti in Ita­lia e 16 mila già pre­sen­ti in Gre­cia) in tut­ti gli Sta­ti mem­bri, sul­la base del­la “chia­ve di distri­bu­zio­ne”. Gli Sta­ti mem­bri dispo­sti a ricol­lo­ca­re i richie­den­ti asi­lo rice­ve­reb­be­ro €6000 per ogni per­so­na ricol­lo­ca­ta sul ter­ri­to­rio (per que­sto, la Com­mis­sio­ne ha anche pre­sen­ta­to una pro­po­sta ad hoc di bilan­cio ret­ti­fi­ca­ti­vo per il 2016);

-       Reset­tle­ment/”corridoio uma­ni­ta­rio” per far giun­ge­re in Euro­pa 20 mila rifu­gia­ti, soprat­tut­to siria­ni, che al momen­to si tro­va­no nei cam­pi pro­fu­ghi nei Pae­si con­fi­nan­ti con la Siria.

Men­tre su quest’ultima pro­po­sta non si sono riscon­tra­te pale­si oppo­si­zio­ni (anche per il fat­to che l’adesione degli Sta­ti mem­bri sareb­be su base volon­ta­ria), ad esse­re sot­to attac­co è sta­ta inve­ce, fin da subi­to, la «chia­ve di distri­bu­zio­ne», che si basa su cri­te­ri obbli­ga­to­ri e che quin­di com­por­te­reb­be una ridu­zio­ne del­la sovra­ni­tà degli Sta­ti in un set­to­re deli­ca­to come la poli­ti­ca dell’Asilo.

Il Con­si­glio euro­peo del 25 e 26 giu­gno scor­so ha discus­so a lun­go le pro­po­ste dell’Agenda euro­pea sul­la migrazione.

Dopo oltre sei ore di nego­zia­to, sul tema del­la redistribuzione/relo­ca­tion di 40 mila asi­lan­ti in tut­ti gli Sta­ti mem­bri, le Con­clu­sio­ni del Con­si­glio euro­peo han­no, di fat­to, accol­to il Pia­no del­la Com­mis­sio­ne euro­pea.

Dal pun­to di vista poli­ti­co, tut­ta­via, il risul­ta­to ha una dop­pia let­tu­ra: da una par­te, il fat­to che il Con­si­glio (che deli­be­ra per Con­sen­so, quin­di all’unanimità), abbia dato l’assenso (con l’esclusione del Regno Uni­to) ad un mec­ca­ni­smo di redi­stri­bu­zio­ne, signi­fi­ca che tut­ti gli Sta­ti mem­bri dovran­no in qual­che modo far­si cari­co del­la respon­sa­bi­li­tà di tale redi­stri­bu­zio­ne. Il ceri­no è così pas­sa­to nel­le mani del­la Pre­si­den­za di tur­no lus­sem­bur­ghe­se, chia­ma­ta a pre­sen­ta­re una pro­po­sta ope­ra­ti­va al Con­si­glio Giu­sti­zia e Affa­ri Inter­ni entro il 31 luglio (o entro la fine del suo Seme­stre di Pre­si­den­za a dicem­bre). Dall’altra, i Gover­ni han­no lan­cia­to un segna­le chia­ro alla Com­mis­sio­ne euro­pea, uni­ca vera scon­fit­ta in que­sto nego­zia­to: le poli­ti­che migra­to­rie e d’asilo devo­no resta­re sal­da­men­te nel­le mani degli Sta­ti mem­bri. Si trat­ta indub­bia­men­te di un arre­tra­men­to ulte­rio­re del “meto­do comu­ni­ta­rio”, a van­tag­gio del “meto­do intergovernativo”.

Peral­tro, le Con­clu­sio­ni pre­ci­sa­no che si trat­ta di una misu­ra emer­gen­zia­le ed ecce­zio­na­le, e ciò sem­bra ren­de­re più dif­fi­ci­le, alme­no nel pros­si­mo futu­ro, l’adozione di un mec­ca­ni­smo per­ma­nen­te, che con­sen­ta di supe­ra­re lo sche­ma impo­sto dal Siste­ma di Dubli­no sull’Asilo, men­tre è sta­to adot­ta­to il prin­ci­pio di affian­ca­re alle auto­ri­tà nazio­na­li dei pae­si “fron­tli­ne” per­so­na­le e for­ze di poli­zia euro­pei per assi­cu­ra­re che tut­ti gli immi­gra­ti e richie­den­ti asi­lo ven­ga­no regi­stra­ti nel pae­se di acco­glien­za. In que­sto modo, per l’Italia sarà mol­to più dif­fi­ci­le sot­trar­si, come ha fat­to abbon­dan­te­men­te in pas­sa­to, all’obbligo di foto segna­la­men­to, già gra­van­te sui Pae­si di pri­mo appro­do e i cui nume­ri sono deci­sa­men­te supe­rio­ri ai 24 mila.

Il Con­si­glio ha inol­tre con­fer­ma­to la stret­ta a livel­lo euro­peo sull’obbligo dei rim­pa­tri, che potreb­be por­ta­re, dal pun­to di vista pra­ti­co, a ulte­rio­ri dif­fi­col­tà poli­ti­che per il gover­no italiano.

 

Il Con­si­glio Giu­sti­zia e Affa­ri Inter­ni di lune­dì 20 luglio

Sul­la base degli esi­ti del Con­si­glio euro­peo di fine giu­gno, il Con­si­glio Giu­sti­zia e Affa­ri Inter­ni (GAI) di lune­dì 20 luglio ha rag­giun­to l’accor­do sul rein­se­dia­men­to (reset­tle­ment), con una dispo­ni­bi­li­tà di cir­ca 25 mila per­so­ne, ampia­men­te supe­rio­re all’o­biet­ti­vo fis­sa­to dai Capi di Sta­to e di Gover­no, che ne pre­ve­de­va 20 mila.
Sul­la redi­stri­bu­zio­ne (relo­ca­tion) da Gre­cia e Ita­lia, inve­ce, l’of­fer­ta si è ampia­men­te fer­ma­ta al di sot­to del­l’o­biet­ti­vo di 40 mila. Il com­pro­mes­so rag­giun­to pre­ve­de infat­ti cir­ca 30 mila, ai qua­li potreb­be­ro tut­ta­via esse­re som­ma­ti i 5 mila “in ecces­so” del reset­tle­ment.

La Pre­si­den­za di tur­no lus­sem­bur­ghe­se ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta in tal sen­so, che è già sta­ta accol­ta per una par­te di que­sti 5 mila (per esem­pio dal­la Ger­ma­nia); sul­la restan­te par­te (cir­ca 2500), gli Sta­ti mem­bri dovreb­be­ro espri­mer­si nei pros­si­mi gior­ni. Se appro­va­ta, ciò per­met­te­reb­be di rag­giun­ge­re la cifra di 35 mila.

Il Con­si­glio Giu­sti­zia e Affa­ri Inter­ni ha dun­que deci­so di appro­va­re il com­pro­mes­so e di avviar­lo, fin dal­le pros­si­me set­ti­ma­ne, men­tre la Pre­si­den­za lus­sem­bur­ghe­se si è impe­gna­ta a ritor­na­re sul pro­gram­ma entro dicem­bre (pri­ma del­l’i­ni­zio del­la Pre­si­den­za olan­de­se), allo sco­po di tro­va­re un accor­do sui 5 mila al momen­to man­can­ti, per rag­giun­ge­re così la quo­ta di 40 mila sta­bi­li­ta dal Con­si­glio euro­peo di fine giugno.

Alla luce di quan­to emer­so al Con­si­glio GAI, si pos­so­no trar­re alcu­ne considerazioni:

  1. nono­stan­te l’im­pe­gno assun­to al mas­si­mo livel­lo poli­ti­co dai Capi di Sta­to e di Gover­no e gli sfor­zi pro­fu­si dal­la Pre­si­den­za lus­sem­bur­ghe­se in que­ste set­ti­ma­ne, i Mini­stri non sono riu­sci­ti a cen­tra­re l’o­biet­ti­vo di soli­da­rie­tà nei con­fron­ti di Ita­lia e Gre­cia che, in ter­mi­ni nume­ri­ci, non pote­va cer­to con­si­de­rar­si proi­bi­ti­vo. E que­sto a cau­sa del­l’at­teg­gia­men­to di chiu­su­ra o di scar­sa dispo­ni­bi­li­tà di alcu­ni pae­si del­l’E­st e del­la Spa­gna, influen­za­to anche dal­le pros­si­me sca­den­ze elet­to­ra­li in autun­no (Polo­nia a otto­bre e Spa­gna a novembre);
  1. ogni for­ma di redi­stri­bu­zio­ne (relo­ca­tion) di carat­te­re volon­ta­rio dif­fi­cil­men­te si rive­la effi­ca­ce, a cau­sa del­la ritro­sia dei Gover­ni a dare con­cre­ta attua­zio­ne ad impe­gni a carat­te­re gene­ri­co e col­let­ti­vo (sì per i 40 mila, ma poi appli­ca­zio­ne del prin­ci­pio Not In My Back Yard);
  1. spic­ca il fat­to che mol­ti Sta­ti Mem­bri si sia­no dichia­ra­ti dispo­ni­bi­li a con­tri­bui­re a un pro­gram­ma di carat­te­re uma­ni­ta­rio, come quel­lo del reset­tle­ment (che riguar­da i Pae­si ter­zi), ma al tem­po stes­so si sia­no rifiu­ta­ti di dare pro­va con­cre­ta di soli­da­rie­tà nei con­fron­ti di Ita­lia e Grecia;
  1. al ter­mi­ne del Con­si­glio Giu­sti­zia e Affa­ri Inter­ni, il com­mis­sa­rio Avra­mo­pu­los ha con­fer­ma­to l’in­ten­zio­ne del­la Com­mis­sio­ne euro­pea di pre­sen­ta­re, entro dicem­bre, una pro­po­sta di redi­stri­bu­zio­ne per­ma­nen­te che, se appro­va­ta, segne­reb­be una rivo­lu­zio­ne nel­la gestio­ne del­le poli­ti­che di asi­lo a livel­lo euro­peo. Il cli­ma e l’e­si­to del dibat­ti­to al GAI lascia­no tut­ta­via ben poco spa­zio a illu­sio­ni sui mar­gi­ni di suc­ces­so di tale pro­po­sta. Occor­re­reb­be una for­te azio­ne diplo­ma­ti­ca ad alto livel­lo da par­te ita­lia­na, ma né il Pri­mo mini­stro Ren­zi né il Mini­stro Alfa­no sem­bra­no al momen­to dispo­ni­bi­li a met­te­re la fac­cia su un’operazione il cui suc­ces­so è comun­que a rischio.
    D’altra par­te, un for­te atto poli­ti­co da par­te del Par­la­men­to euro­peo, per espri­me­re bia­si­mo ver­so un esi­to del Con­si­glio GAI che di fat­to scon­fes­sa la linea del Con­si­glio euro­peo, sem­bra altret­tan­to impro­ba­bi­le e, in ogni caso, avreb­be il “solo” pre­gio di euro­peiz­za­re il dibat­ti­to, con un coin­vol­gi­men­to mag­gio­re, nel bene e nel male, del­le opi­nio­ni pub­bli­che nazionali;
  1. l’I­ta­lia si è tro­va­ta di fron­te alla dif­fi­ci­le scel­ta di rifiu­ta­re la soli­da­rie­tà al ribas­so mostra­ta dai suoi part­ner euro­pei (col rischio di addos­sar­si quin­di la respon­sa­bi­li­tà poli­ti­ca di far sal­ta­re il tavo­lo) oppu­re di accet­ta­re il com­pro­mes­so e far par­ti­re il pro­gram­ma, anche con nume­ri infe­rio­ri a quel­li sta­bi­li­ti dai Capi di Sta­to e di Gover­no. Il Mini­stro Alfa­no ha opta­to per que­sta secon­da via, nel­la spe­ran­za che entro dicem­bre la quo­ta ven­ga effet­ti­va­men­te inte­gra­ta. Il prez­zo che dovrà paga­re il nostro Pae­se, come noto, è la crea­zio­ne degli hotspot (cen­tri chiu­si di pri­ma acco­glien­za e scree­ning dei migran­ti), con la pre­sen­za mol­to for­te del­le agen­zie euro­pee che si occu­pa­no di immi­gra­zio­ne: di fat­to, un com­mis­sa­ria­men­to del­le auto­ri­tà ita­lia­ne.

Insom­ma, un capo­la­vo­ro diplomatico-politico.

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