No all’ennesima deregolamentazione della caccia

L’associazione “Vit­ti­me del­la cac­cia”, aggior­na costan­te­men­te quel­lo che chia­ma “bol­let­ti­no di guer­ra”.
Dal 1/9/2018 al 31/12/2018, quin­di nei soli pri­mi 4 mesi dell’attuale sta­gio­ne vena­to­ria, le vit­ti­me del­la cac­cia sono sta­te 65: 16 i mor­ti, 49 i feri­ti. Cin­que del­le per­so­ne ucci­se e tre­di­ci feri­ti, tra cui due bam­bi­ni, non era­no cac­cia­to­ri. Inci­den­ti di cac­cia, si osti­na­no a chia­mar­li. Ma “inci­den­ti” non pos­so­no esse­re più con­si­de­ra­ti.

In 10 anni i cac­cia­to­ri sono dimez­za­ti, ma è aumen­ta­ta l’età e il nume­ro del­le vit­ti­me. Le armi sono sem­pre più potenti.
Qual­che gior­no fa un’agricoltore mi con­fer­ma­va quan­to era emer­so dopo la mor­te di un’ennesima vit­ti­ma: per la cac­cia al cin­ghia­le si usa­no anche fuci­li mili­ta­ri che han­no una git­ta­ta fino a 2 km. Una leg­ge del 1992 pre­ve­de dei limi­ti di distan­za e git­ta­ta, ma nei fat­ti è rima­sta sul­la carta.

Ora. Con­si­de­ra­te che per il codi­ce civi­le è pos­si­bi­le entra­re in un fon­do altrui per cac­cia­re, anche con­tro il vole­re del pro­prie­ta­rio del fon­do. Con­si­de­ra­te cosa signi­fi­chi un enor­me pal­let­to­ne che viag­gia per 2 km. Lo sguar­do non arri­va a 2 km, non arri­va nem­me­no a 1 km, quan­do anco­ra lo spa­ro è pie­no di vigo­re. Può col­pi­re chiun­que all’improvviso. In un bosco pos­so­no pas­seg­gia­re escur­sio­ni­sti incon­sa­pe­vo­li del peri­co­lo o in un fon­do gio­ca­re bam­bi­ni vici­no a casa. È più che pro­ba­bi­le che qual­cu­no ver­rà colpito.

Non sono inci­den­ti. Sono mor­ti che si pre­fe­ri­sce met­te­re nel con­to e sacri­fi­ca­re nel nome di uno sport ana­cro­ni­sti­co, dan­no­so e peri­co­lo­so come la cac­cia. Per un mani­po­lo sem­pre meno con­si­sten­te di elet­to­ri, ma soprat­tut­to per i gran­di inte­res­si eco­no­mi­ci che sono lega­ti al mer­ca­to del­le armi.

Assi­stia­mo ovun­que al ten­ta­ti­vo di allar­ga­re anco­ra di più le maglie a que­sto sport incivile.
Nel­le Mar­che stia­mo assi­sten­do al mor­ti­fi­can­te spet­ta­co­lo di un asses­so­re regio­na­le (mag­gio­ran­za PD) che in bar­ba alle sen­ten­ze, con­ti­nua, a bot­te di decre­ti e emen­da­men­ti, a supe­ra­re le leg­gi per per­met­te­re di cac­cia­re ovun­que anche nel­le aree pro­tet­te. Per van­tar­si di tale ope­ra meri­to­ria pun­tual­men­te pren­de la car­ta inte­sta­ta del­la Regio­ne e scri­ve una mis­si­va al: “caro ami­co cac­cia­to­re”. E pun­tual­men­te la giu­sti­zia ammi­ni­stra­ti­va acco­glie il ricor­so impo­nen­do la sospen­sio­ne del provvedimento.

Il gover­no leghi­sta non pote­va ovvia­men­te rima­ne­re indie­tro in una mate­ria dove le lob­bies fan­no gran­di affa­ri. E cosi nei gior­ni scor­si sono sta­ti pre­sen­ta­ti in Sena­to una serie di emen­da­men­ti al DL Sem­pli­fi­ca­zio­ne, con il soli­to truc­co di stra­vol­ge­re la nor­ma­ti­va di una mate­ria in un prov­ve­di­men­to che nul­la ha a che vede­re, per dere­go­la­men­ta­re la cac­cia e la gestio­ne del­la fau­na. Alcu­ni sono sta­ti subi­to respin­ti, altri sono sta­ti ver­go­gno­sa­men­te ammes­si dal­la Com­mis­sio­ne Affa­ri Costi­tu­zio­na­li. In par­ti­co­la­re ver­reb­be rag­gi­ra­ta la nor­ma­ti­va (neces­sa­ria peral­tro per risol­ve­re un con­ten­zio­so con la Com­mis­sio­ne Euro­pea) che impo­ne ai cac­cia­to­ri di anno­ta­re imme­dia­ta­men­te i capi abbat­tu­ti, per evi­ta­re che a fine gior­na­ta gli abbat­ti­men­ti sia­no supe­rio­ri al nume­ro con­sen­ti­to. Inol­tre ai cac­cia­to­ri ver­reb­be deman­da­to il con­trol­lo del­la fau­na (come dire deman­da­re al lupo il con­trol­lo degli agnel­li ) con la con­se­guen­za che per la pri­ma vol­ta i cac­cia­to­ri potreb­be­ro spa­ra­re in modo siste­ma­ti­co nei par­chi. Infi­ne si tra­sfor­me­reb­be­ro le attua­li azien­de vena­to­rie, dove è vie­ta­ta la cac­cia agli uccel­li migra­to­ri, nel­le arcai­che riser­ve di cac­cia, con l’evidente con­se­guen­ze di rea­liz­za­re dei veri e pro­pri par­chi gio­chi per cac­cia­to­ri e un nuo­vo busi­ness sul­la cac­cia, per dar­gli nuo­va lin­fa e nuo­vo impul­so, per aumen­ta­re tut­to il giro di affa­ri che ruo­ta intor­no ad essa

La fau­na sel­va­ti­ca, che è appe­na il caso di ricor­da­re, è patri­mo­nio indi­spo­ni­bi­le del­lo Sta­to e come tale andreb­be tute­la­ta, diven­te­reb­be mer­ce da super­mer­ca­to per pro­fit­to personale.

Lo scem­pio e la gra­vi­tà di tali nor­me è evidente.

Ci unia­mo con­vin­ta­men­te all’appello di Enpa, Lac, Lav, Lipu e WWF Ita­lia affin­ché i sena­to­ri boc­ci­no sen­za indu­gio nor­me tan­to ver­go­gno­se.
Ci appel­lia­mo in par­ti­co­la­re ai Sena­to­ri del Movi­men­to 5 Stel­le che del­la lot­ta alla cac­cia han­no sem­pre fat­to una ban­die­ra e al Mini­stro dell’Ambiente Ser­gio Costa, che si è sem­pre con­trad­di­stin­to per l’impegno su que­sti temi, tan­to da aver nomi­na­to a capo del­la sua segre­te­ria il Pre­si­den­te del­la Lipu, Ful­vio Mamo­ne, per­so­na di gran­de com­pe­ten­za in cam­po di gestio­ne del­la fau­na e pro­ta­go­ni­sta di impor­tan­ti bat­ta­glie con­tro la caccia.

Non oppor­si con ogni mez­zo signi­fi­che­reb­be la nega­zio­ne non solo di pro­mes­se elet­to­ra­li, ma scon­fes­sa­re l’impegno di un’intera vita dedi­ca­ta alla tute­la dell’ambiente e del­la fau­na selvatica.

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