Mille euro per tutti!

Improvvisamente, ecco la promessa: mille euro per tutti! La potrà mantenere? Certamente no.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Improvvisamente, ecco la pro­mes­sa: mil­le euro per tut­ti! La potrà man­te­ne­re? Cer­ta­men­te no.

Ai micro­fo­ni di una radio, Ber­lu­sco­ni rie­su­ma l’imposta nega­ti­va sul red­di­to di Mil­ton Fried­man. La pover­tà è inac­cet­ta­bi­le, san­ci­sce. Tene­te a memo­ria que­ste parole.

«Nes­su­no può vive­re bene, anche chi è agia­to, sapen­do che intor­no a noi ci sono milio­ni di ita­lia­ni che devo­no dipen­de­re dall’assistenza pub­bli­ca o dal­la cari­tà pri­va­ta e non han­no acces­so alle cure medi­che».

In que­sta fra­se, in pri­mo luo­go, deni­gra le for­me di assi­sten­za pub­bli­ca. I pove­ri “devo­no dipen­de­re”, dice. Cosa li ren­de­reb­be indi­pen­den­ti? Un po’ di ban­co­no­te in tasca.

In secon­do luo­go, rac­con­ta dei pove­ri come di per­so­ne che non pos­so­no acce­de­re alle cure medi­che — tut­to ciò in un con­te­sto di sani­tà pubblica.

Il red­di­to di digni­tà sareb­be, secon­do Ber­lu­sco­ni, una «misu­ra dra­sti­ca sul model­lo dell’imposta nega­ti­va sul red­di­to del pre­mio Nobel Mil­ton Fried­man». Chi è sot­to ad una cer­ta soglia, non solo non paghe­rà tas­se (inca­pien­za) ma lo Sta­to gli garan­ti­reb­be una cifra in dena­ro per «arri­va­re ai livel­li di digni­tà garan­ti­ta da Istat». Una soglia da fis­sa­re, secon­do lui, a mil­le euro mensili.

Nel com­ples­so, se met­tes­si­mo in rela­zio­ne que­sta bou­ta­de con le pre­ce­den­ti, si trat­ta di una pro­po­sta non dis­si­mi­le alla Flat-tax stu­dia­ta dall’Istituto Bru­no Leoni.

Intan­to, pro­via­mo a rispon­de­re pun­to per punto.

 

L’assistenza pub­bli­ca

Occor­re riba­di­re che gli inter­ven­ti assi­sten­zia­li tro­va­no ori­gi­ne in uno sta­to di biso­gno, indi­pen­den­te­men­te dal livel­lo del red­di­to even­tual­men­te per­ce­pi­to pre­ce­den­te­men­te alla situa­zio­ne di biso­gno o di indi­gen­za. E pos­so­no even­tual­men­te espli­car­si in tra­sfe­ri­men­ti di dena­ro o in ser­vi­zi, gene­ral­men­te ero­ga­ti alla fami­glia in base al man­ca­to supe­ra­men­to di una soglia di red­di­to fami­lia­re. Quin­di con­di­zio­na­te alla pro­va dei mezzi.

Pos­sia­mo anno­ve­ra­re fra que­ste le pre­sta­zio­ni assi­sten­zia­li, gli asse­gni fami­lia­ri, l’indennità di accom­pa­gna­men­to, l’assegno socia­le, la car­ta acqui­sti, il red­di­to di inclu­sio­ne, asse­gni e pen­sio­ni di inva­li­di­tà, men­tre fra le pre­sta­zio­ni non eco­no­mi­che tro­via­mo il col­lo­ca­men­to mira­to, talu­ne pre­sta­zio­ni sani­ta­rie spe­ci­fi­che, rico­ve­ri in cen­tri di ria­bi­li­ta­zio­ne per la rie­du­ca­zio­ne psi­co-moto­ria, esen­zio­ne dai tic­ket non­ché la for­ni­tu­ra di pro­te­si e pre­si­di orto­pe­di­ci. Infi­ne, vi sono le pre­sta­zio­ni assi­sten­zia­li eco­no­mi­che ero­ga­te ai lavo­ra­to­ri: la cas­sa inte­gra­zio­ne (ordi­na­ria e straor­di­na­ria), l’indennità di disoc­cu­pa­zio­ne (NaSPI).

Ed ecco la pri­ma doman­da che avrem­mo fat­to a Ber­lu­sco­ni, in diret­ta radio­fo­ni­ca: il suo red­di­to di digni­tà sosti­tui­sce tut­ti que­sti stru­men­ti, sì o no? Se sì, sia­mo cer­ti che lo stru­men­to da lei pro­po­sto sarà ero­ga­to a tut­ti i sog­get­ti par­ti­co­la­ri ricom­pre­si sot­to la pro­te­zio­ne del­le pre­sta­zio­ni assi­sten­zia­li attual­men­te vigenti?

 

L’accesso alle cure

Che cosa esat­ta­men­te impe­di­sce ai pove­ri di acce­de­re alle cure medi­che in un con­te­sto di sani­tà pub­bli­ca? For­se occor­re rive­de­re il con­cet­to: i pove­ri sono pri­va­ti dei mez­zi per acce­de­re alle cure di qua­li­tà ormai pro­prie del­la sani­tà pri­va­ta che si è anda­ta affer­man­do in con­se­guen­za del­la costan­te con­tra­zio­ne del­la spe­sa pub­bli­ca sani­ta­ria. La spe­sa sani­ta­ria, in rap­por­to al PIL Nomi­na­le, scen­de­rà dal 6,6% del 2017 al 6,5% nel 2018, al 6,4% nel 2019, al 6,3% nel 2020. Pren­dia­mo un set­to­re spe­ci­fi­co ma esem­pli­fi­ca­ti­vo, quel­lo odon­to­ia­tri­co: nel 2015 l’ISTAT scri­ve­va che le cure odon­to­ia­tri­che han­no subì­to una fles­sio­ne negli anni del­la cri­si economica.

La quo­ta di popo­la­zio­ne che duran­te l’an­no si è rivol­ta al den­ti­sta o all’or­to­don­ti­sta è pari al 37,9% nel 2013, dal 39,3% del 2005. Risul­ta inve­ce in aumen­to, dal 24,0% al 29,2%, la per­cen­tua­le di per­so­ne che han­no dila­zio­na­to le visi­te in un arco tem­po­ra­le più lun­go, da 1 a 3 anni […] Dimi­nui­sce il ricor­so ai den­ti­sti che eser­ci­ta­no la libe­ra pro­fes­sio­ne (la per­cen­tua­le pas­sa dal 34,7% nel 2005 al 32,3%), men­tre rima­ne mol­to con­te­nu­ta la quo­ta coper­ta dal set­to­re pub­bli­co o con­ven­zio­na­to, pari al 5% e sta­bi­le rispet­to al 2005.

Voglia­mo esse­re pro­vo­ca­to­ri, con lei, signor ex pre­si­den­te: il vero red­di­to di digni­tà sareb­be una sani­tà pub­bli­ca gra­tui­ta per tut­ti. E’ d’accordo?

 

Mil­le euro e i livel­li di digni­tà sta­bi­li­ti da ISTAT

Citan­do i “livel­li di digni­tà” sta­bi­li­ti dall’ISTAT, sta­va for­se rife­ren­do­si al livel­lo di pover­tà asso­lu­ta. Le soglie di pover­tà asso­lu­ta rap­pre­sen­ta­no i valo­ri rispet­to ai qua­li si con­fron­ta la spe­sa per con­su­mi di una fami­glia al fine di clas­si­fi­car­la asso­lu­ta­men­te pove­ra o non pove­ra (cfr. ISTAT). Per un adul­to (di 18–59 anni) che vive solo, la soglia di pover­tà è pari a 817,56 euro men­si­li se risie­de in un’area metro­po­li­ta­na del Nord, a 733,09 euro se vive in un pic­co­lo comu­ne set­ten­trio­na­le, a 554,03 euro se risie­de in un pic­co­lo comu­ne del Mez­zo­gior­no. Mil­le euro, varia­bi­li in fun­zio­ne dell’area geo­gra­fi­ca e del cari­co fami­lia­re, signi­fi­ca­no qua­si cer­ta­men­te una coper­tu­ra del diva­rio tra red­di­to per­so­na­le e soglia mini­ma del 100%. Esat­ta­men­te il con­tra­rio di quel che inten­de­va Mil­ton Fried­man con la sua impo­sta nega­ti­va sul red­di­to, lad­do­ve egli pre­ve­de­va un’aliquota del sus­si­dio infe­rio­re al 100% per evi­ta­re di ren­de­re i pove­ri dipen­den­ti del sus­si­dio. La pro­po­sta di Ber­lu­sco­ni non sareb­be immu­ne quin­di dal­la trap­po­la del­la pover­tà e ren­de­reb­be dipen­den­ti dall’assistenza pub­bli­ca pro­prio quei sog­get­ti che si vor­reb­be ren­de­re libe­ri, disin­cen­ti­van­do l’offerta di lavo­ro e la richie­sta di formazione.

L’imposta nega­ti­va sul red­di­to non è una novi­tà del 2017. E’ sta­ta stu­dia­ta e pub­bli­ca­ta dall’economista nel 1962. Fried­man (per chi non lo cono­sces­se, è sta­to ispi­ra­to­re dei gover­ni Rea­gan e That­cher, teo­ri­co del mone­ta­ri­smo) pen­sò il dispo­si­ti­vo in modo tale che sti­mo­las­se i per­cet­to­ri dei red­di­ti infe­rio­ri a usci­re dal­la soglia di pover­tà. Que­sto il sen­so dell’aliquota fisca­le nega­ti­va comun­que mino­re del 100%. Fried­man pen­sa­va soprat­tut­to alle sem­pli­fi­ca­zio­ni buro­cra­ti­che che un solo stru­men­to di tax-bene­fit avreb­be deter­mi­na­to in sosti­tu­zio­ne di mol­te­pli­ci misu­re, spes­so deter­mi­na­te sin­go­lar­men­te e sul­la base di cri­te­ri altri rispet­to alla sola con­di­zio­ne red­di­tua­le. Va da sé che tale bene­fi­cio nel­la spe­sa pub­bli­ca sareb­be rag­giun­gi­bi­le solo tra­scu­ran­do ulte­rio­ri situa­zio­ni di obiet­ti­vo svan­tag­gio e sta­bi­len­do una for­za­ta ugua­glian­za per con­di­zio­ni e biso­gni radi­cal­men­te dif­fe­ren­ti. In que­sto sche­ma ad esem­pio, sen­za ulte­rio­ri spe­ci­fi­ca­zio­ni, per­so­ne con gra­di di disa­bi­li­tà diver­si potreb­be­ro tro­var­si a rice­ve­re la stes­sa somma.

Dan­do infi­ne uno sguar­do agli impor­ti medi di talu­ne di que­ste pre­sta­zio­ni assi­sten­zia­li (fon­te ISTAT), si sco­pre che quel­li del­le pen­sio­ni per inva­li­di­tà civi­le in Ita­lia nel 2016 era­no pari a 14914 euro (cir­ca 1147 euro per 13 men­si­li­tà); 16871 euro era inve­ce l’importo medio per le pen­sio­ni di inva­li­di­tà (1297 euro al mese); 23515 euro per le (resi­due) pen­sio­ni di guer­ra (1808 euro al mese); solo gli 879 mila trat­ta­men­ti di pen­sio­ne socia­le vedreb­be­ro un aumen­to del­la cifra ero­ga­ta men­sil­men­te, essen­do pari a cir­ca 770 euro.

Caro Ber­lu­sco­ni, se la sen­ti­reb­be di dire ad un inva­li­do civi­le che il suo asse­gno men­si­le diminuirebbe?

 

Flat-Tax e Mini­mo Vitale

Hai copia­to da noi, gri­da­no gli espo­nen­ti del Movi­men­to 5 Stel­le. In real­tà non è così. Ber­lu­sco­ni copia sem­mai dall’Istituto Bru­no Leo­ni (IBL, Ven­ti­cin­que% per tut­ti) e dal­la cor­ren­te fried­ma­nia­na pre­sen­te in For­za Ita­lia (Anto­nio Mar­ti­no, che fra l’altro è auto­re di una bio­gra­fia di Fried­man). L’abbinamento Flat-Tax e impo­sta nega­ti­va sul red­di­to (Mini­mo Vita­le, nel­la ver­sio­ne di IBL) vie­ne vei­co­la­to come la pana­cea di tut­ti i mali del siste­ma fisca­le e assi­sten­zia­le ita­lia­no. Poco impor­ta la soste­ni­bi­li­tà del­la pro­po­sta. La Flat-Tax, stan­do alle ulti­me dichia­ra­zio­ni di Ber­lu­sco­ni, indi­ca­ta al 23%, non fa altro che distrug­ge­re il bilan­cio pub­bli­co, che gio­co­for­za deve rinun­cia­re a buo­na par­te dei 249 miliar­di di euro di rica­vo dell’imposta sul red­di­to (che inci­de sul 35–40% del­la spe­sa) ed obbli­ghe­reb­be il deci­so­re poli­ti­co a can­cel­la­re il wel­fa­re. Nel docu­men­to divul­ga­to da IBL, non ci si è nasco­sti die­tro ad un dito e si è pale­sa­to un buco di 27 miliar­di, da copri­re con una pesan­te spen­ding review (si sa quan­to sia­no sta­ti effi­cien­ti i per­cor­si di revi­sio­ne del­la spe­sa mes­si in ope­ra dai gover­ni in Ita­lia e sia­mo pron­ti a scom­met­te­re sul suc­ces­so di quest’ulteriore iniziativa).

Oltre ad inci­de­re sul bilan­cio pub­bli­co, la Flat-tax spo­sta il bari­cen­tro dei red­di­ti al net­to del­le impo­ste. Abbia­mo cal­co­la­to gli effet­ti del­la Flat-tax ver­sio­ne IBL sul­la capa­ci­tà redi­stri­bu­ti­va dell’imposta sul red­di­to. A pari­tà di con­di­zio­ni, quin­di con esclu­sio­ne del bonus 80 euro e del Mini­mo vita­le, l’indice di Gini del­la distri­bu­zio­ne dei red­di­ti dopo le impo­ste pas­sa dal­lo 0,35 del­la con­di­zio­ne attua­le allo 0,37 del­la Flat-tax. L’aliquota media per red­di­ti di 200mila euro pas­se­reb­be dall’attuale 39% al 25% dell’imposta piat­ta. Uno scon­to mol­to impor­tan­te per i bene­stan­ti. Lo scon­to di impo­sta per i red­di­ti medi (22–23 mila euro) è appe­na del 6%. Con­si­de­ran­do il bonus 80 euro, sareb­be solo del 2%.

Il sen­so del Mini­mo Vita­le (o impo­sta nega­ti­va che dir si voglia) com­bi­na­ta alla Flat-tax? Giu­sti­fi­ca­re una cospi­cua ridu­zio­ne di impo­sta ai per­cet­to­ri di red­di­ti ele­va­ti con un tra­sfe­ri­men­to mone­ta­rio ai più sfor­tu­na­ti. Le clas­si di red­di­to inter­me­die resta­no stri­to­la­te: sen­za ser­vi­zi (ancor più di oggi), sen­za tra­sfe­ri­men­ti in dena­ro, sen­za scon­ti di imposta.

Ascol­ta­to tut­to ciò, signor Ber­lu­sco­ni, se la sen­ti­reb­be di gri­da­re anco­ra “Meno tas­se per tutti”?

 

*vir­go­let­ta­ti di Ber­lu­sco­ni ripre­si da Corriere.it[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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