Migranti: cosa si nasconde dietro il trionfalismo per l’accordo di Malta

Per chi si colloca sulla sponda sud, magari in Libia, l'accordo non rappresenta altro che la conferma di uno status quo che accetta la detenzione, la tortura, il respingimento collettivo. Gravi violazioni dei diritti umani per le quali non c'è assolutamente nulla da esultare.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Redi­stri­bu­zio­ne dei richie­den­ti asi­lo nei pae­si euro­pei che ade­ri­ran­no all’i­ni­zia­ti­va entro quat­tro set­ti­ma­ne dal­lo sbar­co e rota­zio­ne volon­ta­ria degli stes­si por­ti di sbar­co. Sono que­sti i pun­ti car­di­ne del­l’ac­cor­do rag­giun­to ieri a Mal­ta dai mini­stri dell’interno di Fran­cia, Ger­ma­nia, Ita­lia e Fin­lan­dia. Si trat­ta di una boz­za, che sarà discus­sa con gli altri mini­stri dell’interno dei pae­si Ue il 7 e l’8 ottobre.

L’ac­co­glien­za, sul­la stam­pa ita­lia­na e non solo, è sta­ta otti­ma. «E’ la dimo­stra­zio­ne che un approc­cio più uma­no è pos­si­bi­le», ha com­men­ta­to Amne­sty Inter­na­tio­nal. In effet­ti, la boz­za rap­pre­sen­ta un gran­de pas­so avan­ti rispet­to ai prin­ci­pi di soli­da­rie­tà ed equa con­di­vi­sio­ne che non solo dovreb­be­ro ispi­ra­re le poli­ti­che d’a­si­lo del­l’U­nio­ne, ma che già sono san­ci­ti nei Trattati.

Riman­go­no, però, alcu­ni gros­si pun­ti inter­ro­ga­ti­vi. Il pre­mier Con­te ne ha fat­to una sin­te­si magi­stra­le, degli inter­ro­ga­ti­vi, dichia­ran­do che «non accet­te­re­mo alcun mec­ca­ni­smo che pos­sa risul­ta­re incen­ti­van­te per nuo­vi arrivi, la nostra poli­ti­ca è mol­to rigo­ro­sa e non arre­tre­re­mo di un mil­li­me­tro, l’I­ta­lia deve deci­de­re che arri­va nel suo ter­ri­to­rio», nel rispet­to del­le con­ven­zio­ni, ma «uno Sta­to sovra­no deve con­tra­sta­re l’im­mi­gra­zio­ne clan­de­sti­na». E infat­ti l’ac­cor­do non fa cen­no alle poli­ti­che di respin­gi­men­to dele­ga­to che l’I­ta­lia, col sup­por­to del­l’Ue, sta attuan­do in Libia. La stes­sa mini­stra Lamor­ge­se, secon­do quan­to ripor­ta­to da Internazionale,«ha con­fer­ma­to che rimar­rà in pie­di l’accordo che l’Italia ha sot­to­scrit­to con la Libia nel feb­bra­io 2017 che pre­ve­de il finan­zia­men­to e l’addestramento del­la cosid­det­ta guar­dia costie­ra libi­ca, un cor­po for­ma­to da ex mili­zia­ni ed ex traf­fi­can­ti che è sta­to accu­sa­to da diver­si rap­por­ti inter­na­zio­na­li di aver vio­la­to i dirit­ti uma­ni e che solo qual­che gior­no fa è sta­to accu­sa­to di aver ucci­so un rifu­gia­to suda­ne­se, inter­cet­ta­to in mare e ripor­ta­to indie­tro a Tripoli».

Entran­do più nel det­ta­glio del­l’ac­cor­do, risul­ta poi evi­den­te che il prin­ci­pio di rota­zio­ne dei por­ti di sbar­co non è con­for­me alla nor­ma­ti­va inter­na­zio­na­le, che pre­ve­de che il por­to di sbar­co sia il por­to sicu­ro più vici­no, per evi­den­ti ragio­ni di vul­ne­ra­bi­li­tà del­le per­so­ne sal­va­te in mare. Inol­tre, un mec­ca­ni­smo auto­ma­ti­co di ripar­ti­zio­ne (sep­pur su base volon­ta­ria) che doves­se esclu­de­re i lega­mi signi­fi­ca­ti­vi dei richie­den­ti asi­lo è asso­lu­ta­men­te da scon­giu­ra­re: non avreb­be alcun sen­so affi­dar­si a un “algo­rit­mo” che potreb­be impor­re il tra­sfe­ri­men­to di una per­so­na in Fin­lan­dia quan­do quel­la stes­sa per­so­na potreb­be ave­re un fra­tel­lo o un ami­co in Fran­cia, per capirci.

Ecco per­ché, tiran­do le som­me, l’ac­cor­do è un gran­de pas­so avan­ti, ma sola­men­te per chi si pone sul­la spon­da nord del Medi­ter­ra­neo e ritie­ne che la ripar­ti­zio­ne faci­li­ti l’in­clu­sio­ne socia­le — o evi­ti pro­ble­mi di ordi­ne pub­bli­co, a secon­da del pun­to di vista. Per chi si col­lo­ca sul­la spon­da sud, maga­ri in Libia, l’ac­cor­do non rap­pre­sen­ta altro che la con­fer­ma di uno sta­tus quo che accet­ta la deten­zio­ne, la tor­tu­ra, il respin­gi­men­to col­let­ti­vo. Gra­vi vio­la­zio­ni dei dirit­ti uma­ni per le qua­li non c’è asso­lu­ta­men­te nul­la da esultare.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Caro Marco, ci vorrebbe un colpo da maestro

Caro Mar­co, ci vor­reb­be un col­po da mae­stro, alla Tibe­ri, l’abbiamo sem­pre chia­ma­to così: un’i­dea per scri­ve­re una sto­ria com­ple­ta­men­te diver­sa. Per­ché, Mar­co, non amavi

Nature Restoration Law: stavolta ha vinto la Terra!

È un momen­to sto­ri­co: oggi l’Europa ren­de leg­ge il ripri­sti­no del­la natu­ra, e defi­ni­sce la dire­zio­ne che il nostro con­ti­nen­te segui­rà per ridar­le spa­zio. La que­stio­ne non è edo­ni­sti­ca, e nem­me­no intel­let­tua­le: si trat­ta di per­met­te­re che gli eco­si­ste­mi, come i fiu­mi o le zone umi­de, ter­re col­ti­va­te e fore­ste, tor­ni­no gra­dual­men­te in una con­di­zio­ne di equi­li­brio per con­ti­nua­re a tra­sfor­ma­re la mate­ria, per ren­de­re, cioè, la bio­sfe­ra vivi­bi­le anche per noi.