Nel 2025 l’Italia scende ancora nella Rainbow Map di ILGA-Europe, passando dal 25% al 24% e attestandosi al 36º posto su 49 Paesi. Un dato che racconta molto più di una classifica: ci dice che l’Italia continua a voltare le spalle alla comunità LGBTQIA+ e ai suoi diritti fondamentali.
Nel nostro Paese manca una legge contro i crimini d’odio basati su orientamento sessuale e identità di genere, non esistono tutele per le persone intersessuali, le pratiche di conversione non sono vietate, le famiglie omogenitoriali non sono riconosciute. Nonostante anni di battaglie e rivendicazioni, le istituzioni restano immobili o, peggio, attivamente ostili.
Il governo di destra ha costruito la propria propaganda sulle vite delle persone LGBTQIA+*, attaccando i percorsi di affermazione di genere, negando diritti ai figli e alle figlie di coppie arcobaleno, censurando ogni tentativo di introdurre educazione sessuale e affettiva nelle scuole. Ha promosso un DDL per criminalizzare il ricorso alla gestazione per altri all’estero, inseguendo lo slogan del “reato universale”, mentre applaude chi – come Elon Musk – a quella pratica ha potuto accedere grazie al privilegio.
Ma la persecuzione va oltre le aule parlamentari: le persone trans e non binarie vengono colpite da un attacco sistemico che le vuole marginalizzare e patologizzare. Ne è prova il tavolo tecnico sulla cosiddetta “disforia di genere”, istituito dai ministri Roccella e Schillaci senza alcun coinvolgimento delle persone trans*, con l’obiettivo di ostacolarne i percorsi e renderli sempre più inaccessibili.
Anche le famiglie arcobaleno vivono sotto assedio. I certificati di nascita vengono impugnati nei tribunali, le genitorialità LGBTQIA+* criminalizzate, i diritti delle bambine e dei bambini negati. In tutto questo, lo Stato si rende complice di una violenza istituzionale che discrimina, isola, cancella.
Per questo il prossimo 17 maggio, Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, saremo in piazza a Roma, insieme alle realtà che aderiscono alla rete La Strada dei Diritti, per dire con forza che non ci faremo mettere a tacere. Scenderemo in piazza contro l’odio e l’ipocrisia, per rivendicare un Paese che garantisca autodeterminazione, diritti e libertà per tuttə.
Saremo in piazza per difendere il diritto all’aborto libero, sicuro e gratuito, per cacciare le associazioni anti-scelta dai consultori pubblici, per la salute sessuale e il benessere psicologico, per l’educazione affettiva e laica nelle scuole, per il riconoscimento delle famiglie omogenitoriali, per il matrimonio egualitario, per la cittadinanza a chi nasce e cresce in Italia. Saremo in piazza contro il razzismo, il colonialismo, la militarizzazione e ogni forma di autoritarismo che oggi minaccia le libertà civili e democratiche. E saremo al fianco dei popoli oppressi, come quello palestinese, schierati senza ambiguità dalla parte dei diritti umani e della giustizia.
Il 17 maggio non è una data simbolica. È un momento di lotta e resistenza. Perché quando vengono a colpire una parte di noi, devono trovarci tutte e tutti in piedi, unite, uniti, unitə. Risponderemo all’odio con l’orgoglio. Saremo ancora una volta, e più determinatə che mai, dalla parte giusta della storia.
“Il nuovo crollo dell’Italia nella Rainbow Map ci racconta una verità che la politica al governo si ostina a negare: questo Paese continua a essere ostile verso le persone LGBTQIA+. È il risultato di precise scelte politiche, che alimentano discriminazioni anziché combatterle. Il 17 maggio saremo in piazza per dare voce a chi ogni giorno subisce violenze, esclusione, censura. Perché la nostra lotta non è solo per i diritti LGBTQIA+, è per la democrazia e la libertà di tuttə.”