Le mucche flatulente e il Green New Deal che serve anche all’Europa

Se scri­ve­te nel­la strin­ga di ricer­ca di un qual­sia­si moto­re “far­ting cows” e sce­glie­te le imma­gi­ni, com­pa­ri­ran­no sul vostro dispo­si­ti­vo deci­ne di foto e meme che rap­pre­sen­ta­no Ale­xan­dria Oca­sio Cor­tez in com­pa­gnia di muc­che, con testi che van­no dal sati­ri­co all’offensivo sul­le fla­tu­len­ze del­le muc­che stesse.

È il modo adot­ta­to dal­la destra sta­tu­ni­ten­se per cer­ca­re di smi­nui­re il Green New Deal, il pro­gram­ma socio eco­no­mi­co pro­po­sto dagli espo­nen­ti più a sini­stra dei Demo­cra­ti­ci ame­ri­ca­ni, gui­da­ti e soprat­tut­to ico­ni­ca­men­te rap­pre­sen­ta­ti dal­la gio­va­ne neo elet­ta al Congresso.
Pro­gram­ma che con le “muc­che sco­reg­gian­ti” non ha pra­ti­ca­men­te nul­la a che fare, per quan­to le emis­sio­ni di meta­no del­le stes­se sia­no dav­ve­ro mol­to ele­va­te in rap­por­to al lat­te pro­dot­to, per­ché nel­le sue 14 pagi­ne pos­sia­mo tro­va­re sia la tran­si­zio­ne ener­ge­ti­ca ver­so un uti­liz­zo di fon­ti rin­no­va­bi­li al 100%, con emis­sio­ni-zero da effet­to ser­ra, da com­ple­ta­re entro die­ci anni, ma anche, in stret­tis­si­ma con­nes­sio­ne, un nuo­vo con­trat­to socia­le per il (loro) Pae­se, che pre­ve­de assi­sten­za sani­ta­ria uni­ver­sa­le, sala­rio mini­mo più ele­va­to e di soprav­vi­ven­za, lot­ta ai mono­po­li e alle loro con­se­guen­ze dele­te­rie sul lavo­ro e la società.
Insom­ma, un pro­gram­ma poli­ti­co com­ple­to, che par­te dall’ambiente ma tie­ne den­tro tut­to quel­lo che una for­za poli­ti­ca pro­gres­si­sta può e deve proporre.

La rispo­sta quin­di è attac­ca­re la per­so­na che lo pro­po­ne, asso­ciar­la alle fla­tu­len­ze bovi­ne, e far gira­re insul­ti e cat­ti­ve­rie ovun­que, e non è un caso che, non aven­do una Oca­sio Cor­tez da attac­ca­re, la nostra stam­pa pro­vin­cia­le e i sovra­ni­sti da social se la pren­da­no con Gre­ta Thun­berg, con le stes­se moda­li­tà.

Ma di qua dall’oceano ci sono le ele­zio­ni euro­pee, e qua­si tut­ti cer­ca­no di infi­la­re alme­no un poco di “ver­de” nel­le pro­prie pro­po­ste poli­ti­che, così river­ni­cian­do fret­to­lo­sa­men­te i pro­pri pro­gram­mi, ma sareb­be intel­let­tual­men­te diso­ne­sto nega­re che l’unica for­za poli­ti­ca che, esat­ta­men­te come la sini­stra dem ame­ri­ca­na, quel­la più radi­ca­le, met­te al cen­tro l’aspetto ambien­ta­le e da lì par­te per affron­ta­re tut­ti i nodi socia­li, com­pre­sa l’immigrazione, è rap­pre­sen­ta­ta dai Ver­di Euro­pei.
Ver­di Euro­pei che, nel­le dichia­ra­zio­ni di Ska Kel­ler, sono sal­da­men­te anco­ra­ti a sini­stra, alla stes­sa sini­stra di Oca­sio Cor­tez, quel­la dei con­te­nu­ti e non quel­la iden­ti­ta­ria del­le sigle, o del­le paro­le tan­to per dire, per­ché è evi­den­te che non puoi esse­re con­tem­po­ra­nea­men­te ambien­ta­li­sta e sovra­ni­sta, e nel­lo stes­so tem­po non puoi cer­to dichia­rar­ti anti­li­be­ri­sta e fare tua una teo­ria che è comun­que in qual­che modo indi­riz­za­ta ad un Pae­se libe­ri­sta, fon­da­ta su un siste­ma capi­ta­li­sti­co che però tute­la pri­ma le per­so­ne dei capi­ta­li, pri­ma la Ter­ra del­le pro­prie­tà private.
Green New Deal quin­di è una pro­po­sta ame­ri­ca­na, mol­to spe­ci­fi­ca, che qui non esi­ste negli stes­si ter­mi­ni, ma alla qua­le si può cer­ta­men­te lavo­ra­re a livel­lo europeo.

Del resto, io abi­to una ter­ra che sen­za muc­che non avreb­be la sua pro­du­zio­ne più pre­gia­ta, il Par­mi­gia­no Reg­gia­no, e sen­za maia­li non avreb­be il pro­sciut­to cru­do più famo­so al mon­do e il sala­me più buono.
Potrei mai pren­der­me­la con le mucche?
Evi­den­te­men­te no, anche per­ché da noi sono cura­te e rive­ri­te, man­gia­no solo erba del­le nostre par­ti e non man­gi­mi, ven­go­no mun­te due vol­te al gior­no per­ché que­sto pre­ve­de la pro­du­zio­ne natu­ra­le del parmigiano.

Però intor­no a muc­che e maia­li ci sono sta­bi­li­men­ti che lavo­ra­no con cen­ti­na­ia di dipen­den­ti inte­ri­na­li e meno di quin­di­ci subor­di­na­ti, oppu­re subap­pal­ta­no qua­si tut­to il lavo­ro a coo­pe­ra­ti­ve che nasco­no e spa­ri­sco­no con­ti­nua­men­te, così da ridur­re al mini­mo le tute­le a tut­ti, sia agli ita­lia­ni che ai tan­ti stra­nie­ri occu­pa­ti nel settore.
Il sen­so del Green New Deal sta qui, nel garan­ti­re la vita al pia­ne­ta, il lavo­ro, le tute­le a chi lavora.

Per que­sto voto con­vin­ta­men­te i Ver­di Euro­pei attra­ver­so la lista Euro­pa Ver­de e attra­ver­so le per­so­ne che sono sicu­ro rap­pre­sen­ti­no que­sto pro­get­to, per­ché ci sono le pre­fe­ren­ze.
E non mi impor­ta del quo­rum, mi fa pena leg­ge­re cam­pa­gne basa­te sui sovra­ni­sti, cioè sugli avver­sa­ri, e sui seg­gi che votan­do quel mana­ger o quel sin­da­co si toglie­reb­be­ro a loro, sen­za mai dire per che cosa.

Se ci si pen­sa un atti­mo, la più gran­de scioc­chez­za che si può fare è vota­re con­tro qual­cu­no e non per qual­co­sa.
A destra vota­no per qual­co­sa, qual­co­sa che non ci pia­ce per nien­te, noi dob­bia­mo vota­re per qual­co­sa che ci con­vin­ce, e per le per­so­ne che ci con­vin­co­no, altri­men­ti non se ne esce, fra 11 anni sarà tar­di. Non sal­ve­re­mo noi stes­si, i nostri figli e le muc­che, ma rimar­rà mol­to for­te l’odore.

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