Le leggerezze di Matteo Renzi su Mare Nostrum

Sono mol­te. Rac­co­glia­mo le prin­ci­pa­li dichia­ra­zio­ni, rila­scia­te in momen­ti deci­si­vi del­la poli­ti­ca ita­lia­na e europea.

4 luglio 2014. Il seme­stre euro­peo di pre­si­den­za ita­lia­na è ini­zia­to da poche ore, e il pre­mier Mat­teo Ren­zi si tro­va in con­fe­ren­za stam­pa al fian­co di Jose Manuel Bar­ro­so. Le paro­le che uti­liz­za sono (video): «Mare Nostrum con­ti­nua per­ché noi pen­sia­mo che quan­do in una nave met­to­no dei bam­bi­ni, e la lascia­no anda­re alla deri­va, un popo­lo civi­le non man­da alle deri­va quei bam­bi­ni: sal­va quei bam­bi­ni. Nel 2014, con le nuo­ve stru­men­ta­zio­ni a dispo­si­zio­ne non si può con­sen­ti­re a quel­le navi di anda­re a fon­do per­ché non sap­pia­mo di chi è la com­pe­ten­za».


3 otto­bre 2014. Si ini­zia a discu­te­re del supe­ra­men­to (del­la sosti­tu­zio­ne) di Mare Nostrum, con Tri­ton, ope­ra­zio­ne gesti­ta da Fron­tex. Duran­te il Festi­val di Inter­na­zio­na­le, Mat­teo Ren­zi dichia­ra (video): «Mare nostrum non sarà mai abban­do­na­to fin­ché non ci sarà un impe­gno del­l’UE ugua­le e pos­si­bil­men­te supe­rio­re a quel­lo che ha fat­to l’I­ta­lia. Io tro­vo che Mare Nostrum andrà avan­ti fin­ché l’Eu­ro­pa non sarà in con­di­zio­ni di inter­ve­ni­re di più e meglio di come abbia­mo fat­to noi fino ad oggi».

9 otto­bre 2014. La discus­sio­ne su Mare Nostrum e Tri­ton pro­se­gue. E le paro­le del pre­mier ini­zia­no a cam­bia­re. Ospi­te di “Virus”, su Rai2, dichia­ra: «L’ha spie­ga­to mol­to bene il mini­stro Alfa­no che l’o­pe­ra­zio­ne Mare Nostrum vie­ne sosti­tui­ta da un inter­ven­to com­ples­si­vo del­l’U­nio­ne Euro­pea», come se Mare Nostrum e Tri­ton fos­se­ro la stes­sa cosa, e la secon­da ope­ra­zio­ne sosti­tuis­se la pri­ma. E non è (e non “era”, per­ché lo sape­va­mo già) così. Da lì a pochi gior­ni, si con­cre­tiz­ze­rà l’av­vi­cen­da­men­to tra le due operazioni.

11 feb­bra­io 2015. Ci tro­via­mo a poche ore di distan­za da un’al­tra stra­ge nel Medi­ter­ra­neo, di dimen­sio­ni spaventose:

Enri­co Let­ta, il cui gover­no si fece pro­mo­to­re di Mare Nostrum, chie­de aper­ta­men­te che la mis­sio­ne ita­lia­na ven­ga ripristinata:

La rispo­sta del pre­mier è la seguen­te: «il pro­ble­ma non è Mare Nostrum o Tri­ton: si può chie­de­re all’Eu­ro­pa di fare di più e doma­ni lo farò, ma il pun­to poli­ti­co è risol­ve­re il pro­ble­ma in Libia, dove la situa­zio­ne è fuo­ri con­trol­lo. Anche con Mare Nostrum si mori­va».

19 apri­le 2015. Mat­teo Ren­zi com­men­ta l’en­ne­si­ma stra­ge con que­ste paro­le: «Non è che con l’o­pe­ra­zio­ne Mare nostrum nel­la vicen­da di oggi sareb­be cam­bia­to qual­co­sa. Deve esse­re chia­ro. C’e­ra una nave al fian­co del pesche­rec­cio che si è ina­bis­sa­to. Chi dice che se ci fos­se sta­to Mare nostrum sareb­be cam­bia­to qual­co­sa, dice una cosa che non sta né in cie­lo né in terra».

_________________________

Appro­fon­di­men­ti su Mare Nostrum:

Per una Mare Nostrum euro­pea (14 apri­le 2015)

Di Mare Nostrum c’è anco­ra biso­gno (12 feb­bra­io 2015)

Mare Nostrum e Tri­ton non sono la stes­sa cosa (17 otto­bre 2014)

 

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Caro Marco, ci vorrebbe un colpo da maestro

Caro Mar­co, ci vor­reb­be un col­po da mae­stro, alla Tibe­ri, l’abbiamo sem­pre chia­ma­to così: un’i­dea per scri­ve­re una sto­ria com­ple­ta­men­te diver­sa. Per­ché, Mar­co, non amavi

Nature Restoration Law: stavolta ha vinto la Terra!

È un momen­to sto­ri­co: oggi l’Europa ren­de leg­ge il ripri­sti­no del­la natu­ra, e defi­ni­sce la dire­zio­ne che il nostro con­ti­nen­te segui­rà per ridar­le spa­zio. La que­stio­ne non è edo­ni­sti­ca, e nem­me­no intel­let­tua­le: si trat­ta di per­met­te­re che gli eco­si­ste­mi, come i fiu­mi o le zone umi­de, ter­re col­ti­va­te e fore­ste, tor­ni­no gra­dual­men­te in una con­di­zio­ne di equi­li­brio per con­ti­nua­re a tra­sfor­ma­re la mate­ria, per ren­de­re, cioè, la bio­sfe­ra vivi­bi­le anche per noi.