Laicità: cinque domande e cinque risposte

Ho ricevuto da Roberto Vuilleumier, delegato Uaar, alcune domande, inviate ai candidati nei collegi di Camera e Senato che comprendono Imola e Castel san Pietro. Ecco le mie risposte.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Ho rice­vu­to da Rober­to Vuil­leu­mier, dele­ga­to Uaar, alcu­ne doman­de, invia­te ai can­di­da­ti nei col­le­gi di Came­ra e Sena­to che com­pren­do­no Imo­la e Castel san Pie­tro. Ecco le mie risposte.

1) Scuo­la: finan­zia­men­ti alle scuo­le confessionali

La leg­ge 62/2000, a fir­ma Ber­lin­guer, gover­no D’A­le­ma, ha dato il via ai finan­zia­men­ti pub­bli­ci alle scuo­le pri­va­te “pari­ta­rie”, che sono arri­va­ti alla cifra record di 575milioni di euro da par­te del­lo Sta­to, sen­za con­ta­re i finan­zia­men­ti regio­na­li e comu­na­li. Come giu­di­ca la pari­fi­ca­zio­ne tra scuo­la pub­bli­ca e pri­va­ta deri­van­te dal­la leg­ge 62/2000? Non pen­sa sia sta­to aggi­ra­to se non espli­ci­ta­men­te disat­te­so l’art 33 del­la Costi­tu­zio­ne che pre­ve­de che le scuo­le pri­va­te sia­no “sen­za one­ri per lo Sta­to”? Come inten­de­reb­be pro­ce­de­re a riguar­do una vol­ta eletto?

Come LeU, sia­mo deci­sa­men­te con­tra­ri a qual­sia­si finan­zia­men­to a tut­te le scuo­le pri­va­te — pari­ta­rie e non, con­fes­sio­na­li e non —  nell’ottica di un’integrale attua­zio­ne dell’art. 33 del­la Costi­tu­zio­ne, lad­do­ve sot­to­li­nea “sen­za one­ri per lo Sta­to”. La scuo­la pub­bli­ca sta­ta­le ha un enor­me biso­gno di risor­se che da trop­po tem­po sono devia­te altro­ve, e noi inten­dia­mo ripri­sti­na­re le giu­ste prio­ri­tà: va finan­zia­ta una scuo­la lai­ca e plu­ra­le, aper­ta a tut­ti e tut­te, che edu­chi alle differenze. 

In trop­pi casi si è lascia­to che, soprat­tut­to nei pri­mi cicli dell’istruzione (scuo­la dell’infanzia e pri­ma­ria), isti­tu­ti pri­va­ti, spes­so con­fes­sio­na­li, svol­ges­se­ro una sup­plen­za a fron­te dell’impossibilità del pub­bli­co di sod­di­sfa­re le richie­ste; è ora di inver­ti­re la ten­den­za e di impie­ga­re nel set­to­re dell’istruzione pub­bli­ca (agget­ti­vo che andreb­be rein­se­ri­to anche nel nome del mini­ste­ro) risor­se suf­fi­cien­ti a sod­di­sfa­re i bisogni. 

2) Inter­ru­zio­ne dei finan­zia­men­ti all’edilizia di culto

La leg­ge 10/1977 “Buca­los­si” ha det­ta­to le rego­le per l’urbanistica. Le regio­ni legi­fe­ra­ro­no tenen­do con­to del­la vigen­te “reli­gio­ne di Sta­to”, inse­ren­do tra i bene­fi­cia­ri degli one­ri comu­na­li di urba­niz­za­zio­ne secon­da­ria anche le “chie­se e altri edi­fi­ci reli­gio­si”. Con il Con­cor­da­to del 1985 vie­ne abo­li­ta la reli­gio­ne di Sta­to e deca­de l’ob­bli­go dei comu­ni di ver­sa­re alle chie­se que­sti fon­di che, secon­do una sen­ten­za del TAR, non sono nep­pu­re dovu­ti a chi già gode del pri­vi­le­gio dell’Otto per mil­le. Con­si­de­ra­to che a Imo­la e Bolo­gna le dio­ce­si han­no rice­vu­to negli anni dai comu­ni milio­ni di euro per il loro patri­mo­nio immo­bi­lia­re pri­va­to, venu­ti di con­se­guen­za a man­ca­re ad esem­pio per la mes­sa in sicu­rez­za di scuo­le e altri edi­fi­ci di pro­prie­tà pub­bli­ca, le chie­dia­mo se soster­rà l’eliminazione “chie­se e altri edi­fi­ci reli­gio­si” qua­li beni­fi­cia­ri degli one­ri di urba­niz­za­zio­ne secondaria.

Un altro dei pun­ti cen­tra­li del pro­gram­ma di LeU riguar­da pro­prio la mes­sa in sicu­rez­za di scuo­le e altri edi­fi­ci di pro­prie­tà pub­bli­ca; per­tan­to vigi­le­rò affin­ché non ci sia­no distra­zio­ni impro­prie di risor­se e mi impe­gne­rò a modi­fi­ca­re le leg­gi che ne pre­ve­do­no. Inol­tre, ten­go a sot­to­li­nea­re che, se sarò elet­ta, mi bat­te­rò anche affin­ché l’otto per mil­le inop­ta­to non vada ad aggiun­ger­si alla già sostan­zio­sa quo­ta spet­tan­te alla Chie­sa cat­tolica, né a quel­le di altre Chie­se, ma resti nel­la dispo­ni­bi­li­tà del­lo Sta­to per esse­re desti­na­to alla mes­sa in sicu­rez­za dell’edilizia pub­bli­ca, a par­ti­re dal­le scuo­le, o più in gene­ra­le all’istruzione e alla ricer­ca, set­to­ri che attual­men­te sono lar­ga­men­te sot­to­fi­nan­zia­ti. Per capi­re l’entità del­le risor­se di cui par­lia­mo, pren­dia­mo l’esempio del 2014: in quell’anno, il 53,9% dei con­tri­buen­ti non ha effet­tua­to una scel­ta, ma, poi­ché l’optato a favo­re del­la Chie­sa cat­to­li­ca era la quo­ta mag­gio­re (37%), a que­sta è anda­to l’82% dell’inoptato, pari a oltre un miliar­do di euro, anzi­ché 485 milioni.

3) Scuo­la: emar­gi­na­zio­ne per i bam­bi­ni che non fre­quen­ta­no le ore di reli­gio­ne cattolica

L’ora alter­na­ti­va, ossia l’attività didat­ti­ca per chi non sce­glie le ore di reli­gio­ne cat­to­li­ca nel­la scuo­la pub­bli­ca, dovreb­be esse­re un dirit­to. In real­tà si incon­tra­no sem­pre dif­fi­col­tà orga­niz­za­ti­ve e spes­so for­me di emar­gi­na­zio­ne (anche l’UNICEF ha denun­cia­to que­sta situa­zio­ne). Ritie­ne uti­le isti­tui­re un osser­va­to­rio sul rispet­to dei dirit­ti di geni­to­ri e stu­den­ti rela­ti­va­men­te all’acces­so all’ora alternativa?

Non solo riten­go uti­le l’istituzione di tale osser­va­to­rio, ma pen­so che sia urgen­te pro­muo­ve­re un’azione ener­gi­ca pres­so il MIUR su due fron­ti: 1) fare di tut­to, attra­ver­so rego­la­ri ispe­zio­ni, affin­ché il dirit­to degli allie­vi e del­le allie­ve di frui­re di un’ora alter­na­ti­va sia rispet­ta­to in tut­te le scuo­le di ogni ordi­ne e gra­do; 2) met­te­re real­men­te l’ora di reli­gio­ne cat­to­li­ca e quel­la alter­na­ti­va alla pari; mi spie­go: men­tre è pre­vi­sto che, se anche un solo allie­vo o allie­va per clas­se sce­glies­se di avva­ler­si dell’ora di reli­gio­ne, que­sta sareb­be impar­ti­ta da un inse­gnan­te “del­la clas­se”, per l’ora alter­na­ti­va ven­go­no di nor­ma accor­pa­ti allie­vi e allie­ve di più clas­si, cosa che pri­vi­le­gia gli inse­gnan­ti di reli­gio­ne. Que­sta dispa­ri­tà mi appa­re inaccettabile.

Riten­go poi, e qui rispon­do in par­te anche alla doman­da che segue, che andreb­be­ro rivi­ste alcu­ne nor­me con­cor­da­ta­rie; tra que­ste, sono con­vin­ta che ci dovreb­be esse­re quel­la che impo­ne l’insegnamento del­la reli­gio­ne cat­to­li­ca nel­le scuo­le. L’educazione reli­gio­sa, tan­to più in una socie­tà che si avvia a diven­ta­re mul­ti­cul­tu­ra­le, dovreb­be esse­re impar­ti­ta a cari­co del­le isti­tu­zio­ni reli­gio­se in momen­ti extra­sco­la­sti­ci e non del­lo Sta­to. L’ora che si libe­re­reb­be in que­sto modo andreb­be desti­na­ta, per esem­pio, all’educazione alla cit­ta­di­nan­za, auto­no­ma o abbi­na­ta a disci­pli­ne qua­li Sto­ria o Dirit­to (quest’ultima vor­rei che fos­se inse­ri­ta in tut­te le scuo­le supe­rio­ri). Si otter­reb­be così anche un rap­por­to più coe­ren­te e veri­tie­ro tra allie­vi e inse­gnan­ti nel­le sta­ti­sti­che internazionali.

Sono favo­re­vo­le a una scuo­la lai­ca per tut­ti e di tut­ti, che edu­chi alla con­vi­ven­za nel rispet­to del­le dif­fe­ren­ze. Per que­sta ragio­ne, cre­do che andreb­be­ro tol­ti dal­le scuo­le e dagli altri edi­fi­ci pub­bli­ci i sim­bo­li reli­gio­si, come i cro­ci­fis­si alle pare­ti. Per rispet­to di chi pra­ti­ca altre reli­gio­ni e di chi, sem­pre ver­go­gno­sa­men­te dimen­ti­ca­to nel dibat­ti­to pub­bli­co, non ne pra­ti­ca alcuna. 

4) Abo­li­re il Concordato

Una inchie­sta Uaar quan­ti­fi­ca in via pru­den­zia­le e docu­men­ta­ta in 6,5 miliar­di annui i costi pub­bli­ci del­la Chie­sa. Tenu­to con­to che la mag­gior par­te di que­ste som­me ven­go­no rico­no­sciu­te per via del Con­cor­da­to tra lo Sta­to e la Chie­sa Cat­to­li­ca e che lo stes­so Con­cor­da­to è fon­te di ulte­rio­ri pri­vi­le­gi e discri­mi­na­zio­ni su base reli­gio­sa, ritie­ne sia giun­to il momen­to di abo­li­re il Con­cor­da­to uti­liz­zan­do ad esem­pio la“denun­cia uni­la­te­ra­le” di que­sto trattato?

È un tema spi­no­so, ma meri­ta di esse­re esplo­ra­to. Di cer­to, se elet­ta, inten­do impe­gnar­mi nella ricer­ca di un fron­te par­la­men­ta­re che si atti­vi alme­no per la revi­sio­ne di alcu­ni aspet­ti. Già nella pas­sa­ta legi­sla­tu­ra, Pos­si­bi­le ha fat­to qual­che pas­so in que­sta dire­zio­ne, chie­den­do il tra­sfe­ri­men­to imme­dia­to dal­le gerar­chie eccle­sia­sti­che alla magi­stra­tu­ra del­la Repub­bli­ca del­le denun­ce di cri­mi­ni, qua­le ad esem­pio la pedo­fi­lia. E ha pre­sen­ta­to un pac­chet­to legi­sla­ti­vo sul­la lai­ci­tà com­pren­den­te non solo la que­stio­ne dell’8 per mil­le inop­ta­to, già cita­to, ma anche il ripri­sti­no del XX set­tem­bre come festa nazio­na­le, il paga­men­to dell’IMU e del­le altre impo­ste sugli edi­fi­ci cat­to­li­ci non esclu­si­va­men­te dedi­ca­ti al cul­to, una cri­ti­ca alla con­ven­zio­ne fisca­le tra Sta­to ita­lia­no e San­ta Sede che esen­ta inte­re cate­go­rie di immo­bi­li per­si­no dal­la tas­sa sui rifiu­ti, sot­traen­do così risor­se pre­zio­se agli enti locali.

5) Lai­ci­tà

Ci descri­va un prov­ve­di­men­to di lai­ci­tà con­cre­ta che met­te­reb­be subi­to in cam­po, oppu­re che ha già con­tri­bui­to a rea­liz­za­re se ha già rico­per­to cari­che amministrative.

Sicu­ra­men­te un prov­ve­di­men­to che per­met­ta la cor­ret­ta appli­ca­zio­ne del­la leg­ge 194, trop­po spes­so ina­gi­bi­le a cau­sa dell’elevato nume­ro di medi­ci obiet­to­ri. Il ser­vi­zio deve esse­re garan­ti­to pres­so ogni ospe­da­le e i pri­ma­ri dei repar­ti di Oste­tri­cia e Gine­co­lo­gia dovreb­be­ro esse­re rite­nu­ti respon­sa­bi­li e chia­ma­ti a rispon­de­re del­la sua man­ca­ta attua­zio­ne o del man­ca­to rispet­to di stan­dard — da fis­sa­re con pre­ci­sio­ne — di qua­li­tà del ser­vi­zio. Matri­mo­nio egua­li­ta­rio per tutti/e e pie­no dirit­to alle ado­zio­ni.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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