C’era una volta su Rolling Stone una divertente rubrica di stroncature tenuta da uno dei Gialappa’s, Giorgio Gherarducci, che non essendo in realtà davvero esperto di alcunché si intitolava, con autoironia ammirevole, “Dall’alto di sto ca##o”. È un titolo che dovremmo darci in tanti, che scriviamo sul web, come monito a noi stessi, e che ultimamente viene spesso in mente leggendo i frequenti post che Alessandro Gilioli dedica alla sinistra, invaghendosi ogni settimana di un suo esponente straniero diverso, sfottendola un po’ perché ovviamente sfotterla è facilissimo, accusandola di parlare solo del suo rapporto col Pd, eccetera. Perché lui ci tiene, dice, alla sinistra: figuriamoci se non ci teneva.
Ora, siccome le critiche bisogna avere un sacco per darle e uno per prenderle, ci prendiamo la nostra quota ma a Gilioli non dispiacerà se in franchezza, col Gherarducci, ci chiediamo esattamente dall’alto di quale… pulpito abbia l’impressione di parlare, visto che solo per citare gli esempi più clamorosi lui negli ultimi anni è stato un elettore di Ingroia e poi un primissimo sostenitore de l’Altra Europa salvo poi non risultarci più dopo i primi cinque minuti, a proposito di lungimiranza. E ci sarebbero altre chicche non proprio brillanti (qualcuno ricorda Alba? Appunto), ma transeat.
Lui oggi scrive, in un post molto lungo, anche ripetitivo, che la sinistra parla solo di se stessa e del Pd, che dovrebbe darsi un’agenda di poche cose comprensibili da fare, e in particolare:
“Reddito minimo, continuità di reddito per i precari, redistribuzione dei proventi della finanza e della robotizzazione. Patrimoniale e maggiore progressività del sistema fiscale. Tagli alle spese militari. Piccole opere sul territorio invece di grandi opere. Scuola pubblica, non privata. Istruzione pubblica, non privata. Ambiente pubblico, non privato. Reato di tortura. Biotestamento. Matrimonio egualitario. Creazione di nuovi strumenti di democrazia radicale e di partecipazione diffusa. Legalizzazione della cannabis”.
Noi di Possibile che il nostro rapporto col Pd l’abbiamo chiarito all’inizio — uscendone, per la cronaca: più chiaro di così — pur non essendo greci o francesi o la nazionalità che si porta a sinistra questa settimana, con tutti i nostri limiti proprio di queste cose abbiamo cercato e stiamo cercando di occuparci. E sottolineo: le-esatte-identiche-cose. Che sembra essere lo sport preferito, a sinistra, lamentarsi che nessuno si occupa di una certa cosa e poi, quando qualcuno si propone di occuparsene, trollarlo dicendo che non va bene. Le risate (e la noia, dopo un po’).
Anche noi non andiamo bene, evidentemente, non per gli standard di Gilioli. Perché? Ce lo spiegasse. Certo siamo piccoli, ma ha dato una chance a Rivoluzione civile, come ricordato poco sopra, per cui… E non dica che lui fa il giornalista e che non gli compete caricarsi la parte politica, perché il salto da opinionista a militante l’ha fatto, in questi anni, più volte, soprattutto e precipitosamente in retromarcia. Che però così è un po’ facile, e dopo un po’ stona. Per cui insomma, se e quando vuole scendere dal pulpito, appunto, e passare dalla teoria alla pratica, con tutta la fatica che questo comporta, noi lo aspettiamo a braccia aperte. A partire da sabato, Alessandro: ti aspettiamo a Parma, con gioia e curiosità. Anche se è in Italia, è un bel posto.