Jo Cox: basta armi all’Arabia Saudita, basta massacri di bambini yemeniti

Pubblichiamo l’ultimo post della parlamentare laburista britannica Jo Cox, con il quale chiedeva al governo britannico di interrompere la vendita di armi all’Arabia Saudita. Sul tema, nei mesi scorsi Possibile ha fatto una campagna di settimane #ArabiaInaudita.

Pub­bli­chia­mo l’ultimo post del­la par­la­men­ta­re labu­ri­sta bri­tan­ni­ca Jo Cox, ucci­sa da un fana­ti­co nazio­na­li­sta, con il qua­le il 14 giu­gno scor­so chie­de­va al gover­no bri­tan­ni­co di inter­rom­pe­re la ven­di­ta di armi all’Arabia Sau­di­ta, usa­te nel­la guer­ra nel­lo Yemen, di cui le pri­me vit­ti­me sono i bam­bi­ni. Sul tema, nei mesi scor­si Pos­si­bi­le ha fat­to una cam­pa­gna paral­le­la in Ita­lia: #Ara­biaI­nau­di­ta con la qua­le chie­de­va­mo al gover­no chia­rez­za sul­le rela­zio­ni tra il nostro Pae­se e l’Arabia Sau­di­ta (e non solo). Per­ché è neces­sa­rio bloc­ca­re imme­dia­ta­men­te l’esportazione di armi che distrug­go­no le vite dei cit­ta­di­ni yemeniti.

 

Se, come il mini­stro degli Este­ri sostie­ne, “rela­zio­ni stret­te con i pae­si del Gol­fo sono cru­cia­li per la sicu­rez­za del­la Gran Bre­ta­gna”, non è anche arri­va­to il momen­to di usa­re il nostro stret­to lega­me con l’Arabia Sau­di­ta per por­re fine al mas­sa­cro di bam­bi­ni yeme­ni­ti? Quin­di­ci mesi fa il con­flit­to in Yemen si è acu­tiz­za­to, quan­do la coa­li­zio­ne gui­da­ta dall’Arabia Sau­di­ta ha avvia­to un inter­ven­to mili­ta­re a soste­gno del gover­no con­tro l’opposizione Hou­thi. Metà del­la popo­la­zio­ne del­lo Yemen ora non ha acces­so ai beni pri­ma­ri – cibo, acqua e far­ma­ci. E con la vio­len­za che si dif­fon­de nel pae­se, il bilan­cio del­le vit­ti­me con­ti­nua a salire.

La vita dei bam­bi­ni in Yemen è sem­pre sta­ta dif­fi­ci­le, ma il recen­te con­flit­to la sta ren­den­do inso­ste­ni­bi­le. I bam­bi­ni rap­pre­sen­ta­no un ter­zo del­le vit­ti­me civi­li e, da mar­zo del­lo scor­so anno, una media di sei bam­bi­ni al gior­no ven­go­no ucci­si o feri­ti. I bam­bi­ni ven­go­no anche vio­len­ta­ti, rapi­ti e reclu­ta­ti come bam­bi­ni-sol­da­to. E come in Siria, anche posti che dovreb­be­ro esse­re sicu­ri, come scuo­le e ospe­da­li, ven­go­no con­ti­nua­men­te attac­ca­ti. Non esi­ste posto dove ripa­rar­si. Nel 2015 l’Onu ha attri­bui­to il 60 per cen­to dei bam­bi­ni feri­ti e il 48 per cen­to degli attac­chi a scuo­le e ospe­da­li alla coa­li­zio­ne gui­da­ta dall’Arabia Sau­di­ta. E la scor­sa set­ti­ma­na, il report annua­le del segre­ta­rio gene­ra­le del­le Nazio­ni Uni­te su bam­bi­ni e con­flit­ti arma­ti, per la pri­ma vol­ta, ha mes­so tale coa­li­zio­ne nel­la “list of sha­me” (lista del­la ver­go­gna) per l’uccisione e la muti­la­zio­ne di bam­bi­ni. Tale coa­li­zio­ne si è così aggiun­ta a una lista di altri grup­pi arma­te, sta­ta­li e non, cono­sciu­ti per il ter­ri­bi­le record di gra­vi vio­la­zio­ni con­tro bam­bi­ni, e che com­pren­de anche i gover­ni del Sud Sudan e del­la Siria, così come Isis e Boko Haram. Anche gli Hou­thi fan­no par­te da alcu­ni anni di que­sta lista.

In ogni caso, con una mos­sa ina­spet­ta­ta e pro­fon­da­men­te scon­vol­gen­te, lune­dì not­te il segre­ta­rio gene­ra­le ha tem­po­ra­nea­men­te rimos­so la coa­li­zio­ne gui­da­ta dall’Arabia Sau­di­ta dal­la lista, a segui­to di pesan­ti pres­sio­ni dei sau­di­ti e dei loro allea­ti. La rimo­zio­ne è da inten­de­re come tem­po­ra­nea, tut­ta­via il rap­pre­sen­tan­te per­ma­nen­te dell’Arabia Sau­di­ta pres­so le Nazio­ni Uni­te ha già dichia­ra­to la deci­sio­ne “irre­ver­si­bi­le e incon­di­zio­na­ta”. Que­sta azio­ne segna un peri­co­lo­so e dan­no­so pre­ce­den­te, inde­bo­li­sce la cre­di­bi­li­tà del report e, di fat­to, inde­bo­li­sce uno dei pochi con­cre­ti mec­ca­ni­smi inter­na­zio­na­li per con­trol­la­re gli abu­si sui bam­bi­ni duran­te una guer­ra. Inol­tre, igno­ra l’ormai schiac­cian­te pro­va di vio­la­zio­ni del dirit­to inter­na­zio­na­le uma­ni­ta­rio in Yemen – alcu­ne del­le qua­li potreb­be­ro costi­tui­re cri­mi­ni di guerra.

Alla luce di que­sto, la posi­zio­ne del gover­no (ingle­se, ndr) è indi­fen­di­bi­le e deve inter­ve­ni­re con urgen­za attra­ver­so tre azio­ni. Pri­mo, dovreb­be usa­re tut­ta la sua influen­za – inclu­sa l’appartenenza al grup­po di lavo­ro su “bam­bi­ni e con­flit­ti” del Con­si­glio di Sicu­rez­za del­le Nazio­ni Uni­te – per rimet­te­re i sau­di­ti dove dovreb­be­ro sta­re, nel­la “list of sha­me” (lista del­la ver­go­gna). Secon­do, è tem­po di smet­te­re con le titu­ban­ze e lavo­ra­re con la comu­ni­tà inter­na­zio­na­le al fine di avvia­re un’inchiesta indi­pen­den­te su pre­sun­te vio­la­zio­ni del dirit­to inter­na­zio­na­le uma­ni­ta­rio da par­te di tut­ti gli atto­ri del con­flit­to. Infi­ne, il gover­no dovreb­be imme­dia­ta­men­te sospen­de­re la ven­di­ta di armi a qual­sia­si del­le par­ti che pos­sa uti­liz­zar­le vio­lan­do il dirit­to internazionale.

Il Regno Uni­to è uno dei mag­gio­ri for­ni­to­ri di armi dell’Arabia Sau­di­ta, con ven­di­te che toc­ca­no i 6 bilio­ni di ster­li­ne nell’ultimo anno. Se il gover­no con­ti­nua a ven­de­re armi a monar­chie che le uti­liz­za­no per inflig­ge­re dan­ni indi­scri­mi­na­ti e spro­por­zio­na­ti ai civi­li e alle infra­strut­tu­re, stan­do al dirit­to nazio­na­le, dell’Unione Euro­pea e a quel­lo inter­na­zio­na­le, allo­ra lo sta facen­do ille­gal­men­te. Que­sta set­ti­ma­na abbia­mo sen­ti­to un’altra vol­ta il gover­no dire che solo lavo­ran­do insie­me all’Arabia Sau­di­ta pos­sia­mo influen­zar­la. Lo accet­to. Ma sicu­ra­men­te è ora che il gover­no dimo­stri che que­sta influen­za può aiu­ta­re i bam­bi­ni yeme­ni­ti, così come con­tri­bui­re alla sicu­rez­za del­la Gran Bre­ta­gna. Sta­se­ra, i bam­bi­ni in Yemen andran­no a dor­mi­re con la pau­ra del pre­sen­te e spe­ran­do in un futu­ro miglio­re. Que­sti bam­bi­ni han­no dispe­ra­ta­men­te biso­gno che il gover­no ingle­se com­pia que­ste tre azio­ni. Non pos­sia­mo con­ti­nua­re a deluderli.

*Tra­du­zio­ne a cura di Abir Soleiman

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