Ha portato nel suo comune passione e metodo: Paolo Tertulli.

36-cartolina-civoti-tertulli-vertNato a Mon­za (come Giu­sep­pe Civa­ti), resi­den­te da 30 anni nel­la pro­vin­cia vero­ne­se, con moglie e tre figli, Pao­lo Ter­tul­li è fun­zio­na­rio pub­bli­co pres­so la Pro­vin­cia di Vero­na e sin­da­co di Illa­si dal­lo scor­so anno.

La pas­sio­ne poli­ti­ca (che lo ha visto atti­vo già nel­l’e­spe­rien­za dei comi­ta­ti Pro­di) lo ha con­vin­to a can­di­dar­si alle ulti­me ele­zio­ni, vin­cen­do­le, in un ter­ri­to­rio che è la sua ter­ra d’a­do­zio­ne: “a Vero­na ho tro­va­to la gran­de spon­ta­nei­tà dei gesti e l’im­me­dia­tez­za del­le rela­zio­ni, e sono orgo­glio­so di esse­re oggi sin­da­co di Illa­si” mi dice, spie­gan­do­mi la for­mu­la per vin­ce­re le ele­zio­ni in una ter­ra che (fal­sa­men­te) è con­si­de­ra­ta un feu­do leghista.

Mi rac­con­ta così che la sua fun­zio­ne è basa­ta sul­la “poe­sia del meto­do: lavo­ra­re per il bene comu­ne signi­fi­ca dare ai cit­ta­di­ni pro­fi­li nuo­vi dopo decen­ni di ste­ri­le pro­pa­gan­da. Dopo l’e­spe­rien­za del­la Lega Nord il ter­ri­to­rio è sta­to tra­di­to, il mio meto­do è incen­tra­to su una visio­ne chia­ra e un rispet­to pro­fon­do per la sto­ria e le tra­di­zio­ni del mio comune”.

Tut­to que­sto si con­cre­tiz­za nel­le mol­te bat­ta­glie sui beni comu­ni, sia­no essi l’ac­qua pub­bli­ca oppu­re la tute­la del suo­lo: “la zona che ammi­ni­stro è for­te­men­te attrat­ta dal­la magia del­la pro­du­zio­ne vini­co­la, e il mio sfor­zo è far cre­sce­re un’economia soli­da­le, che non ceda alle pres­sio­ni mio­pi del tut­to e subi­to, ma dia lavo­ro con la ter­ra e con le risor­se comuni”.

La cen­tra­li­tà dei comu­ni nel­la real­tà ita­lia­na deve far guar­da­re oltre la muni­ci­pa­li­tà: “biso­gna ave­re chia­ri i rife­ri­men­ti di rior­di­no ter­ri­to­ria­le, ma l’e­li­mi­na­zio­ne di enti di vasto ordi­ne non deve esse­re sen­za un cri­te­rio ben defi­ni­to: i comu­ni non devo­no esse­re tra­di­ti dal­lo Stato”.

36-cartolina-civoti-tertulliLa ragio­ne per cui sostie­ne da anni Giu­sep­pe Civa­ti è che: “Pip­po ha ricet­te niti­de e rifug­ge la pro­pa­gan­da stru­men­ta­le per dare pro­spet­ti­va a un elet­to­ra­to delu­so, anche se sem­pre pron­to all’ascolto. Vuo­le, come me, un par­ti­to lon­ta­no dai prag­ma­ti­smi gover­na­ti­vi e che dia un nome chia­ro alle cose. Da cat­to­li­co, aggiun­go che Civa­ti è inclu­si­vo: non più guar­dan­do alle que­stio­ni civi­li con spi­ri­to mani­cheo, ma cer­can­do di rida­re spe­ran­za ai cit­ta­di­ni, sco­rag­gia­ti dagli ulti­mi decen­ni di pes­si­ma politica”.

Lo spi­ri­to che lo muo­ve lo rac­chiu­de in una fra­se, ripre­sa spes­so anche da Giu­sep­pe Civa­ti: “i nostri figli ci guar­da­no. Me lo ricor­do sem­pre, per­ché lo sco­po del mio lavo­ro quo­ti­dia­no è tan­to sem­pli­ce quan­to arduo: fare del­la mia ter­ra un luo­go miglio­re di quel­lo che ho trovato”.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Il quarto Congresso di Possibile, dedicato a Marco Tiberi

Si è aper­to il quar­to Con­gres­so di Pos­si­bi­le, e voglia­mo dedi­car­lo a un ami­co che non c’è più e sul­la cui voce e sul­la cui intel­li­gen­za abbia­mo fat­to così tan­to affi­da­men­to le scor­se vol­te. Mar­co Tibe­ri ci avreb­be mes­so a posto con poche paro­le, andan­do al cuo­re del­le cose, anche quel­le che anco­ra non ave­va­mo pensato.

Discarica di Borgo Montello: le future generazioni meritano un radicale cambio di rotta

Non è più pos­si­bi­le accet­ta­re una mala gestio­ne così gra­ve del­la disca­ri­ca e soprat­tut­to imma­gi­na­re poten­zia­men­ti e modi­fi­che sen­za che sia­no mes­se nero su bian­co anche da un pun­to di vista giu­ri­di­co le respon­sa­bi­li­tà pena­li dei dan­ni ambien­ta­li e alla salu­te che que­sto ter­ri­to­rio sta subendo.