Fine vita: abbiamo bisogno di indignazione più produttiva

La vicen­da di Fabia­no Anto­nia­ni ha fat­to tor­na­re tri­ste­men­te in auge il tema del fine vita, e dell’assenza di una leg­ge che affron­ti con civil­tà que­sto tema.

Un ritor­no di attua­li­tà che temia­mo anche sta­vol­ta non avrà alcun esi­to rile­van­te. L’indi­gna­zio­ne per la scel­ta a cui Fabo è sta­to costret­to, infat­ti, è anco­ra una vol­ta indi­riz­za­ta a casac­cio e caren­te nell’analisi, spe­cie da par­te di quei media che dovreb­be­ro aiu­ta­re una più coe­ren­te let­tu­ra del­la realtà.

Ci dispia­ce dir­lo, ma se con­di­vi­dia­mo l’indignazione di Tom­ma­so Laba­te, di Gian­ni Riot­ta, di Rober­to Savia­no e di Enri­co Men­ta­na, per dir­ne solo quat­tro tra i più illu­stri, sia­mo alli­bi­ti dal­la super­fi­cia­li­tà del­le loro invettive.

Vi sba­glia­te. Non sono “la poli­ti­ca” né tan­to­me­no “il Pae­se” ad esse­re sor­di nei con­fron­ti del­le richie­ste di Anto­nia­ni e di mol­ti altri pri­ma di lui. È come capi­ta da sem­pre la mag­gio­ran­za par­la­men­ta­re, che si rifiu­ta di affron­ta­re il tema, spal­leg­gia­ta dal­la destra più retro­gra­da.

Noi ci arro­ghia­mo il dirit­to di con­si­de­rar­ci poli­ti­ca a tut­ti gli effet­ti, e (non da soli) por­tia­mo avan­ti dal­la fon­da­zio­ne del nostro par­ti­to una bat­ta­glia per la liber­tà di tut­ti a deci­de­re il pro­prio fine vita, tan­to in par­la­men­to con il lavo­ro di Bea­tri­ce Bri­gno­ne e dei nostri par­la­men­ta­ri, quan­to nel­le piaz­ze, con la cam­pa­gna #iosto­con­Max e con la rac­col­ta fir­me per la leg­ge di ini­zia­ti­va popo­la­re che pro­prio que­sto tema va ad affrontare.

Un tema, quel­lo dell’autodeterminazione e del dirit­to a sce­glie­re come con­dur­re la pro­pria esi­sten­za in liber­tà fino alla fine, che abbia­mo con­si­de­ra­to cen­tra­le sin dal nostro pri­mo gior­no, sin dal discor­so fon­da­ti­vo di Giu­sep­pe Civa­ti, che ha dato la tes­se­ra nume­ro 1 di Pos­si­bi­le a Max Fanel­li, una per­so­na che ha dedi­ca­to tut­ta l’ultima par­te del­la sua vita a que­sta battaglia.

Il fer­vo­re ver­so que­sto argo­men­to è giu­sti­fi­ca­to e lo con­di­vi­dia­mo, essen­do par­te inte­gran­te del­la nostra spin­ta e del nostro agi­re politico.

Ci sareb­be pia­ciu­to vede­re all’opera altret­tan­to fer­vo­re in que­sti anni, men­tre noi lavo­ra­va­mo nel­le piaz­ze e nel­le aule par­la­men­ta­ri al ser­vi­zio di que­sta cau­sa, qua­si sem­pre igno­ra­ti dagli orga­ni di infor­ma­zio­ne per cui lavorate.

Ci pia­ce­reb­be, anco­ra, che la vostra indi­gna­zio­ne non si esau­ris­se con que­sto ciclo di news per poi indi­riz­zar­si altro­ve, ma che si tra­sfor­mas­se in impe­gno atti­vo ad infor­ma­re costan­te­men­te i cit­ta­di­ni su que­sto tema fon­da­men­ta­le, e fun­ge­re così da spro­ne e pun­go­lo del pote­re, maga­ri dan­do anche occa­sio­nal­men­te voce a chi que­sta bat­ta­glia l’ha con­dot­ta e con­ti­nue­rà a con­dur­la fino alla fine, con digni­tà.

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