Dalla parte del popolo ucraino e del diritto internazionale

Ora si parla di sanzioni economiche, ma sarebbe stato più facile prendere seriamente questa minaccia già piuttosto fiacca se giusto un mese fa l’UE non avesse dichiarato il gas naturale russo una fonte energetica strumentale alla transizione ecologica.

di Ales­san­dro Miglioli

Le imma­gi­ni che ci giun­go­no dei mez­zi rus­si che entra­no nei ter­ri­to­ri dell’Ucraina orien­ta­le ci lascia­no pro­fon­da­men­te ama­reg­gia­ti, e ama­ro non può che esse­re il tono del com­men­to a cui sia­mo costretti.

Da un lato un oli­gar­ca illi­be­ra­le che per­se­gue con mez­zi anti­qua­ti idee anti­qua­te. Dall’altro un occi­den­te che per anni si è riem­pi­to la boc­ca di paro­le come “mul­ti­la­te­ra­li­smo” sal­vo poi resta­re sor­do alle richie­ste dell’altra par­te in campo.

In mez­zo una popo­la­zio­ne rischia di vede­re la pro­pria vita distrut­ta da gio­chi di pote­re che si svol­go­no a miglia­ia di km dal­le loro case, col­pi­te già da gior­ni da col­pi di mortaio.

Un accor­do fra le par­ti che aves­se come garan­te la comu­ni­tà inter­na­zio­na­le e che assi­cu­ras­se agli ucrai­ni il sacro­san­to dirit­to all’autodeterminazione sen­za dera­glia­re l’equilibrio inter­na­zio­na­le non era solo pos­si­bi­le. Era, ed è anco­ra, male­det­ta­men­te necessario.

Ora si par­la di san­zio­ni eco­no­mi­che, ma sareb­be sta­to più faci­le pren­de­re seria­men­te que­sta minac­cia già piut­to­sto fiac­ca se giu­sto un mese fa l’UE non aves­se dichia­ra­to il gas natu­ra­le rus­so una fon­te ener­ge­ti­ca stru­men­ta­le alla tran­si­zio­ne ecologica.

Le rela­zio­ni inter­na­zio­na­li diven­ta­no un gio­co a som­ma zero solo quan­do le si strut­tu­ra in que­sto modo.

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