Contratto di governo: che fine ha fatto l’ambiente?

L'ambiente, ancora una volta, è un capitolo. Un capitolo striminzito e tutto teorico: non ci sono numeri. Non ci sono date, non ci sono obiettivi quantificabili, non ci sono strumenti e non ci sono strategie

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Mi doman­do cosa stia­no pen­san­do i nume­ro­si elet­to­ri e mili­tan­ti ambien­ta­li­sti o sen­si­bi­li ai temi eco­lo­gi­sti che han­no river­sa­to ener­gie e spe­ran­ze nel Movi­men­to 5 stel­le, men­tre scor­ro­no la boz­za del #con­trat­to. Chis­sà se sono incre­du­li e delu­si, alme­no un cen­te­si­mo di quan­to quan­to sono arrab­bia­ta io.

La pri­ma cosa che sal­ta agli occhi è che l’am­bien­te, anco­ra una vol­ta, è un capi­to­lo. Un capi­to­lo stri­min­zi­to e tut­to teo­ri­co: non ci sono nume­ri. Non ci sono date, non ci sono obiet­ti­vi quan­ti­fi­ca­bi­li, non ci sono stru­men­ti e non ci sono stra­te­gie (e non si par­la nem­me­no di quel­li che ci sareb­be­ro già. Come la SEN già scrit­ta e anco­ra trop­po fos­si­le di Calen­da, come il pia­no per il Cli­ma e l’e­ner­gia al 2050, attual­men­te in costru­zio­ne, come gli obiet­ti­vi al 2030 in revi­sio­ne in Europa).

Approc­cio eco­lo­gi­sta e rivo­lu­zio­ne ver­de scom­pa­io­no nei capi­to­li chia­ve, come nel­le peg­gio­ri tra­di­zio­ni del­la poli­ti­ca ita­lia­na: né quan­do si par­la di lavo­ro, né quan­do si par­la di eco­no­mia, ricer­ca, turi­smo o di fisca­li­tà. Si rie­sce addi­rit­tu­ra a par­la­re di agri­col­tu­ra sen­za cita­re mini­ma­men­te del­l’im­pat­to del­l’a­gri­col­tu­ra indu­stria­le su bio­di­ver­si­tà e cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci; si par­la di pesca sen­za un accen­no alle con­di­zio­ni di fau­na e flo­ra mari­na, sot­to scac­co con­ti­nuo, a par­ti­re dal­la pla­sti­ca disper­sa in mare, che ben pre­sto supe­re­rà in quan­ti­tà quel­la dei pesci

L’am­bien­te tor­na a fare capo­li­no con la mobi­li­tà e i tra­spor­ti (anche qui, con prin­ci­pi con­di­vi­si­bi­li, ma in tota­le assen­za di obiet­ti­vi strin­gen­ti di alcun gene­re), nel­lo stes­so para­gra­fo in cui si pro­met­te di fini­re il ter­zo vali­co tal qua­le, men­tre la TAV inve­ce… pure (pri­ma no, poi boh, alla fine si).

Spa­ri­sce del tut­to l’i­dea di intro­dur­re la fisca­li­tà ambien­ta­le con la car­bon tax, e al suo posto, inve­ce, com­pa­re uno scon­to sul­le acci­se dei car­bu­ran­ti (che si tra­du­ce in un incen­ti­vo all’u­ti­liz­zo del­la mobi­li­tà pri­va­ta su gom­ma… Esat­ta­men­te il con­tra­rio di quel­li di cui ci sareb­be biso­gno, esat­ta­men­te il con­tra­rio del­la car­bon tax o del­la neces­sa­ria deco­stru­zio­ne del siste­ma di incen­ti­vi alle fos­si­li che in Ita­lia cuba 16 miliar­di di €/anno).

Si par­la di incen­ti­va­re e sta­bi­liz­za­re l’ef­fi­cien­za ener­ge­ti­ca, ma inve­ce si accet­ta lo sche­ma del­la flat tax, che gli eco­no­mi­sti del­la Lega asso­cia­no da sem­pre alla sospen­sio­ne dei mec­ca­ni­smi di cre­di­to d’im­po­sta, a par­ti­re dal­l’e­co-bonus e dai più nuo­vi e “poten­ti” stru­men­ti, vara­ti a fine 2016.

Si cita la que­stio­ne amian­to, pro­po­nen­do un po’ trop­po gene­ri­ca­men­te boni­fi­che, sem­pli­fi­ca­zio­ni e moni­to­rag­gi, dimen­ti­can­do di pro­get­ta­re l’in­di­vi­dua­zio­ne del­le risor­se da inve­sti­re, e le stra­de da per­cor­re­re (anche quan­do sareb­be­ro dav­ve­ro a por­ta­ta di mano, come ad esem­pio il ripri­sti­no degli extra-incen­ti­vi per chi boni­fi­ca un tet­to e pro­du­ce ener­gia puli­ta da foto­vol­tai­co, come chie­dia­mo da tem­po qui: change.org/bastaamianto).

Men­tre potreb­be piom­ba­re una maxi-mul­ta dal con­si­glio d’Eu­ro­pa per l’as­so­lu­ta ina­dem­pien­za del nostro Pae­se in rela­zio­ne alle diret­ti­ve sul­la qua­li­tà del­l’a­ria (che non c’è e che è la pri­ma tra le cau­se dei 90.000 morti/anno che l’or­ga­niz­za­zio­ne mon­dia­le del­la sani­tà asso­cia all’in­qui­na­men­to in Ita­lia), assi­stia­mo quin­di all’en­ne­si­mo rin­vio del­la rivo­lu­zio­ne di cui avrem­mo un incre­di­bi­le biso­gno, che avreb­be dovu­to esse­re ver­de… Sì. Ma non in sal­sa fascio-leghista.

Un rin­vio che non ci pos­sia­mo pro­prio più per­met­te­re, #PrimaDelDiluvio.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Il quarto Congresso di Possibile, dedicato a Marco Tiberi

Si è aper­to il quar­to Con­gres­so di Pos­si­bi­le, e voglia­mo dedi­car­lo a un ami­co che non c’è più e sul­la cui voce e sul­la cui intel­li­gen­za abbia­mo fat­to così tan­to affi­da­men­to le scor­se vol­te. Mar­co Tibe­ri ci avreb­be mes­so a posto con poche paro­le, andan­do al cuo­re del­le cose, anche quel­le che anco­ra non ave­va­mo pensato.

Discarica di Borgo Montello: le future generazioni meritano un radicale cambio di rotta

Non è più pos­si­bi­le accet­ta­re una mala gestio­ne così gra­ve del­la disca­ri­ca e soprat­tut­to imma­gi­na­re poten­zia­men­ti e modi­fi­che sen­za che sia­no mes­se nero su bian­co anche da un pun­to di vista giu­ri­di­co le respon­sa­bi­li­tà pena­li dei dan­ni ambien­ta­li e alla salu­te che que­sto ter­ri­to­rio sta subendo.