Combatte per una sanità pubblica con il cervello e con il cuore: Ottavio Davini

33-cartolina-civoti-davini-vertNon abbia­mo biso­gno di fare rivo­lu­zio­ni. La sani­tà ita­lia­na è una del­le miglio­ri con­qui­ste del­la nostra sto­ria: costa la metà di quel­la ame­ri­ca­na e fun­zio­na mol­to meglio. Smet­tia­mo­la di usa­re la sani­tà come se fos­se il ban­co­mat del gover­no. Lavo­ria­mo per spen­de­re meglio i sol­di, non per spen­de­re meno. La civil­tà di un pae­se si misu­ra anche dall’attenzione che dedi­ca ai fra­gi­li, ai mala­ti, agli anzia­ni. Per­ché, come dice la nostra Costi­tu­zio­ne, la salu­te va tute­la­ta in quan­to dirit­to fon­da­men­ta­le dell’individuo e ella col­let­ti­vi­tà. Per­ché, soprat­tut­to in un momen­to come que­sto, le tute­le offer­te dal wel­fa­re con­sen­to­no di assor­bi­re le aspe­ri­tà del­la cri­si, evi­ta­re il mol­ti­pli­car­si del­le ini­qui­tà e impe­di­re che si sgre­to­li la spe­ran­za. E allo­ra dob­bia­mo dedi­ca­re intel­li­gen­ze, risor­se ed ener­gie per sal­va­guar­da­re il siste­ma sani­ta­rio. Dob­bia­mo assi­cu­rar­ci che chi ha respon­sa­bi­li­tà nel suo gover­no abbia capa­ci­tà e rigo­re mora­le. Dob­bia­mo saper dise­gna­re un gran­de movi­men­to che uni­sca nell’obiettivo la poli­ti­ca, gli ope­ra­to­ri e i cit­ta­di­ni. Dob­bia­mo far fun­zio­na­re meglio quel­lo che abbia­mo, cor­reg­gen­do gli erro­ri ed eli­mi­nan­do le inef­fi­cien­ze, sen­za mor­ti­fi­ca­re gli ope­ra­to­ri, sen­za allon­ta­na­re i cit­ta­di­ni, sen­za lasciar­ci anda­re a isterismi.”

L’e­spe­rien­za di Otta­vio Davi­ni, 55 anni, da quin­di­ci pri­ma­rio di radio­lo­gia pres­so le Moli­net­te – la più gran­de azien­da ospe­da­lie­ra del Pie­mon­te e ter­za in ordi­ne su sca­la nazio­na­le – di cui è sta­to per diver­so tem­po anche diret­to­re sani­ta­rio, ci per­met­te di osser­va­re un pro­ble­ma che pochi voglio­no affron­ta­re: la sani­tà pub­bli­ca. In Pie­mon­te soprat­tut­to, il tema è parec­chio sen­ti­to. “L’errore più evi­den­te del­la giun­ta Cota è sta­to quel­lo di pen­sa­re che si potes­se gesti­re la sani­tà pub­bli­ca come un’industria, il che è figlio di un vuo­to di cono­scen­ze e com­pe­ten­ze. Riba­di­sco: la Sani­tà pub­bli­ca in Ita­lia fun­zio­na meglio di quan­to vie­ne per­ce­pi­to dai cit­ta­di­ni e meglio di quel­lo che, per mol­te ragio­ni, ci vie­ne fat­to cre­de­re. Get­ta­re discre­di­to sfrut­tan­do gli epi­so­di di malaf­fa­re, che pure ci sono e su cui è indi­spen­sa­bi­le inter­ve­ni­re, apre evi­den­ti pra­te­rie per il pri­va­to. Ma come va a fini­re lo pos­sia­mo chie­de­re a For­mi­go­ni.

Insom­ma, gesti­re la sani­tà secon­do para­me­tri indu­stria­li, anda­re ver­so il con­cet­to di pri­va­tiz­za­zio­ne, svi­li­re il ruo­lo del pub­bli­co in un set­to­re fon­da­men­ta­le per il benes­se­re del nostro pae­se rischia di ave­re con­se­guen­ze impor­tan­ti. E c’è biso­gno di una poli­ti­ca diver­sa, che il PD deve ave­re il corag­gio di affron­ta­re. “Sul­la sani­tà, a par­te pochi, tra i qua­li Igna­zio Mari­nocon cui Davi­ni ha col­la­bo­ra­to (del­l’at­tua­le sin­da­co di Roma la pre­fa­zio­ne al libro Il prez­zo del­la salu­te) e fat­to poli­ti­ca (“mi sono iscrit­to al PD nel 2009 per sup­por­tar­lo”) “il PD spes­so si acco­da a un cer­to mood libe­ri­sta che si tra­du­ce in fon­di inte­gra­ti­vi pri­ma e in assi­cu­ra­zio­ni dopo. Non dia­mo ret­ta a chi dice che non ci sono più sol­di. Si può ave­re un futu­ro pros­si­mo nel qua­le ogni vero biso­gno di salu­te tro­vi una rispo­sta tem­pe­sti­va e ade­gua­ta. Dove tut­te le poli­ti­che sia­no ispi­ra­te al per­se­gui­men­to del­la salu­te. Dove si sia in gra­do di inter­cet­ta­re e dirot­ta­re le distor­sio­ni del­la doman­da indot­ta dal mer­ca­to, che tra­smet­to­no un’illusione di salu­te, ma in real­tà la minac­cia­no. Dove i cit­ta­di­ni più fra­gi­li ven­ga­no accom­pa­gna­ti lun­go il per­cor­so di cura e mai abban­do­na­ti a loro stes­si. Dove le miglio­ri pra­ti­che si dif­fon­da­no su tut­to il ter­ri­to­rio. Tut­to que­sto è quel­lo che può esse­re il nostro ser­vi­zio sani­ta­rio, sen­za epo­ca­li rifor­me, solo pren­den­do­si cura di ogni ingra­nag­gio, di ogni orga­niz­za­zio­ne, con l’aiuto e il coin­vol­gi­men­to del for­mi­da­bi­le patri­mo­nio di intel­li­gen­ze e com­pe­ten­ze dei nostri ope­ra­to­ri, e facen­do que­sto con pas­sio­ne, rigo­re e tra­spa­ren­za. Con il cer­vel­lo, ma anche col cuo­re.

33-cartolina-civoti-daviniPuò esse­re Giu­sep­pe Civa­ti l’uo­mo giu­sto per far sì che la sani­tà pub­bli­ca resti tale e che il siste­ma pos­sa ritor­na­re sul­la giu­sta dire­zio­ne abban­do­nan­do le stor­tu­re intro­dot­te dal­le ammi­ni­stra­zio­ni di destra? “Pen­so che Pip­po rap­pre­sen­ti quel­lo che cer­chia­mo dispe­ra­ta­men­te da vent’anni: una per­so­na seria ma non serio­sa, uno com­pe­ten­te ma non sac­cen­te, uno gio­va­ne per­ché con­tem­po­ra­neo, e non con­tem­po­ra­neo per­ché gio­va­ne. E soprat­tut­to è uno di sini­stra, sen­za esi­ta­zio­ni e sen­za mas­si­ma­li­smi, in gra­do di discu­te­re e di con­vin­ce­re chi ha voglia di ascol­ta­re. E dato che Civa­ti è uno di sini­stra so che è con­vin­to dell’importanza del­la sani­tà pubblica.”

#Civo­ti 33: Otta­vio Davini

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