Ambientalista e femminista, nei fatti — Sostieni l’impegno di Possibile

La scelta presa dalla nostra comunità di proseguire il nostro cammino guardando a una lista collegata ai Verdi Europei è stata difficile, anche se in linea con il nostro percorso fino a quel momento, e ha comportato delle perdite importanti. Ma restiamo convinti che sia il percorso da seguire, come sembrano oggi aver realizzato anche altri, almeno a giudicare dalle dichiarazioni che si leggono sui giornali. 

[vc_row][vc_column][vc_column_text]In que­sti gior­ni abbia­mo sen­ti­to pro­por­re spes­so la neces­si­tà di un sog­get­to poli­ti­co fem­mi­ni­sta e ambien­ta­li­sta: è esat­ta­men­te quel­la stes­sa neces­si­tà che ha ani­ma­to la nostra azio­ne poli­ti­ca, fin dal­la fon­da­zio­ne di Possibile. 

Un par­ti­to fem­mi­ni­sta, a cui dare del Lei. Lo dice­va la nostra segre­ta­ria Bea­tri­ce Bri­gno­ne agli ini­zi del nostro per­cor­so

Un par­ti­to che den­tro e fuo­ri dal­le isti­tu­zio­ni ha sem­pre mes­so l’ugua­glian­za al cen­tro del pro­prio pen­sa­re e agi­re, a par­ti­re da quel­la tra uomi­ni e don­ne. Per i dirit­ti di tut­te e tut­ti. Con­vin­te e con­vin­ti che le don­ne pos­sa­no e deb­ba­no dare un con­tri­bu­to fon­da­men­ta­le, libe­re di sce­glie­re qua­le, come e quan­do. Libe­re di deci­de­re dei pro­pri cor­pi e del­le pro­prie vite. Libe­re sul serio, non solo sul­la car­ta (anche se pure su que­sto la stra­da è lun­ga da per­cor­re­re). La nostra idea di ugua­glian­za pas­sa infat­ti per mol­ti cana­li, tut­ti neces­sa­ri: dal­la rap­pre­sen­tan­za al lin­guag­gio, dal­la pari­tà di spe­sa e di retri­bu­zio­ne al con­tra­sto alla vio­len­za, alla liber­tà di autodeterminazione. 

In rispo­sta all’oscurantismo del­le destre che tes­so­no un dise­gno glo­ba­le con­tro i dirit­ti del­le don­ne, e non solo i loro: il ses­si­smo spes­so si accom­pa­gna al raz­zi­smo, al clas­si­smo, all’omobitransfobia. E anche in rispo­sta al model­lo patriar­ca­le del­la don­na e del­la socie­tà che pro­vie­ne da cam­pi teo­ri­ca­men­te più vici­ni al nostro, ma ugual­men­te dan­no­so e tossico.

Dal­le pro­po­ste di leg­ge per la pari­tà (l’ultima del­le qua­li per con­tra­sta­re il gen­der pay gap e arri­va­re alla pari­tà retri­bu­ti­va), alla bat­ta­glia per la pie­na appli­ca­zio­ne del­le leg­ge 194 e oltre, per un abor­to libe­ro e sicu­ro, allo spa­zio sem­pre a dispo­si­zio­ne del­le don­ne che se lo voglio­no pren­de­re, sen­za aspet­ta­re che sia­no altri a con­ce­der­lo: que­sto è il fem­mi­ni­smo nei fat­ti che abbia­mo da sem­pre praticato. 

Allo stes­so modo la que­stio­ne ambien­ta­le è sem­pre sta­ta pesan­te nel­le nostre scel­te, nel­la con­sa­pe­vo­lez­za, ora dif­fu­sa anche se mai abba­stan­za, che giu­sti­zia socia­le e giu­sti­zia ambien­ta­le vada­no di pari pas­so, e che un ambien­ta­li­smo sup­por­ta­to dai dati scien­ti­fi­ci, con­tem­po­ra­neo nel lin­guag­gio e nei meto­di, sia neces­sa­rio ad affron­ta­re le enor­mi sfi­de che ci ven­go­no poste di fron­te: dal­le migra­zio­ni al con­tra­sto alla pover­tà alla nostra stes­sa soprav­vi­ven­za come spe­cie. Baste­reb­be ricor­da­re che tre degli otto refe­ren­dum pro­po­sti da Pos­si­bi­le alla nasci­ta riguar­da­va­no pro­prio la ricon­ver­sio­ne eco­lo­gi­ca dell’economia, per data­re il nostro impe­gno sul tema fin dai pri­mi pas­si del par­ti­to

Seguen­do un filo che dal­le espe­rien­ze pre­ce­den­ti ha por­ta­to alla fon­da­zio­ne di Pos­si­bi­le, all’elaborazione del­le nostre pro­po­ste, all’elezione del­la pri­ma Segre­ta­ria di un par­ti­to di sini­stra e agli Sta­ti Gene­ra­li del­le Don­ne, per pre­sen­tar­ci alle Euro­pee avrem­mo volu­to una lista fem­mi­ni­sta, fuo­ri dai vec­chi schemi. 

Per non aspet­ta­re che ci apris­se­ro le por­te, per aprir­le noi, con una lista fem­mi­ni­sta, eco­lo­gi­sta, pro­gres­si­sta. Nono­stan­te le ade­sio­ni e le tan­te don­ne e ragaz­ze che ci han­no scrit­to con un entu­sia­smo incre­di­bi­le, insie­me ai tan­ti uomi­ni pron­ti a dare una mano, facen­do nel­lo stes­so tem­po un pas­so indie­tro, ci è sta­to det­to che i tem­pi non era­no giu­sti, che non biso­gna­va lan­cia­re la pal­la in avan­ti, anche se per cer­ca­re una solu­zio­ne che tro­vas­se tut­ti d’accordo si era per­so tut­to il tem­po neces­sa­rio, quan­do si sareb­be potu­ti par­ti­re mol­to pri­ma, quan­do a Repub­bli­ca­na ave­va­mo ragio­na­to pro­prio del­la neces­si­tà di por­ta­re in Euro­pa il nostro anti­fa­sci­smo, pro­gres­si­smo, fem­mi­ni­smo e ambientalismo. 

La scel­ta pre­sa dal­la nostra comu­ni­tà di pro­se­gui­re il nostro cam­mi­no guar­dan­do a una lista col­le­ga­ta ai Ver­di Euro­pei è sta­ta dif­fi­ci­le, anche se in linea con il nostro per­cor­so fino a quel momen­to, e ha com­por­ta­to del­le per­di­te impor­tan­ti. Ma restia­mo con­vin­ti che sia il per­cor­so da segui­re, come sem­bra­no oggi aver rea­liz­za­to anche altri, alme­no a giu­di­ca­re dal­le dichia­ra­zio­ni che si leg­go­no sui giornali. 

Oggi, con Bea­tri­ce Bri­gno­ne e Fran­ce­sca Druet­ti, sia­mo a Bru­xel­les, per un con­fron­to con i Ver­di Europei. 

A loro pre­sen­te­re­mo una car­tel­li­na ver­de con il risul­ta­to del nostro lavo­ro di que­sti anni e di que­ste ulti­me set­ti­ma­ne: Il Fir­ma­men­to (cui anco­ra una vol­ta ti invi­tia­mo ad ade­ri­re, e che ti invi­ti­mo a dif­fon­de­re tra i tuoi con­tat­ti), Il Mani­fe­sto del Gover­no del Cam­bia­men­to Cli­ma­ti­co (un pia­no di gover­no per affron­ta­re l’e­mer­gen­za cli­ma­ti­ca), i pia­ni per la mobi­li­tà che a par­ti­re da Ales­san­dria stia­mo ela­bo­ran­do per le cit­tà, la pro­po­sta di leg­ge sul­la pari­tà sala­ria­le, la rac­col­ta fon­di #Enoi­Ri­pian­tia­mo per pian­tu­ma­re nuo­vi alberi.

Sta­se­ra incon­tre­re­mo le nostre iscrit­te e i nostri iscrit­ti a Bru­xel­les e da doma­ni il nostro lavo­ro pro­se­gui­rà, con il nostro impe­gno sul ter­ri­to­rio (in Ita­lia e all’E­ste­ro, come testi­mo­nia il nuo­vo Comi­ta­to Dakar-Carai­bi, nato in que­sti gior­ni, per­ché le bat­ta­glie sono glo­ba­li e glo­bal­men­te van­no affrontate).

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