Nel palinsesto mediatico di questi giorni, tutto incentrato sulla manovra di bilancio, è passata sotto silenzio una notizia che in apparenza potrebbe non destare preoccupazioni ma che invece, se letta nel contesto della crisi socio-climatica e ambientale, dovrebbe preoccuparci seriamente: il dormiente Pichetto Fratin ha nominato ai vertici di Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, l’ex Senatrice di Forza Italia Maria Alessandra Gallone.
Una nomina chiaramente politica, la prima rispetto a una tradizione consolidata di tecnici competenti in materia. Un cambio di strategia che premia ovviamente l’appartenenza partitica e non la competenza.
Stride e preoccupa la scelta di preferire una figura politica assolutamente non competente a capo di un organismo scientifico come Ispra. La componente antiscientifica della maggioranza viene ulteriormente premiata… Strano che il Ministro alla Sanità Schillaci sia ancora al suo posto.
La strategia politica di fondo è semplice quanto pericolosa: controllare Ispra significa infatti avere margine per orientarne i pareri, spesso vincolanti, in settori cruciali e potenzialmente conflittuali. Già durante la legislatura, la maggioranza ha tentato più volte di limitarne l’autonomia, con il Ministro Lollobrigida tra i più attivi in tal senso e con la Lega che spinge per limitare il peso e il valore scientifico dell’Istituto in materia di biodiversità, sulla caccia e sul consumo di suolo.
Va ricordato che Ispra è una agenzia tecnica dello Stato deputata al monitoraggio ambientale, alla ricerca applicata e alla valutazione degli impatti su aria, acqua, suolo e biodiversità. La sua autorevolezza deriva proprio dall’indipendenza scientifica: pareri e analisi tecniche e scientifiche guidano la valutazione d’impatto di grandi opere e infrastrutture, l’approvazione dei piani antismog, la gestione delle acque e della depurazione, la tutela della fauna. Per questo motivo mantenere una leadership tecnico scientifica politicamente imparziale rispetto al Governo non è un vezzo o un capriccio, ma una condizione essenziale per continuare ad averla operativa al 100% delle sue potenzialità e per poter affrontare la crisi socio-climatica e ambientale che stiamo vivendo e che è scomparsa, qualora fosse mai entrata, dall’agenda politica del Governo Meloni.
Purtroppo non è la prima volta che la destra va ad indebolire le realtà tecnico-scientifiche che si occupano di ambiente.
Emblematica, in negativo, rimane la Lombardia, dove a capo di Arpa c’è una negazionista climatica e come Direttore di Fondazione Lombardia per l’Ambiente è stata messo una persona assolutamente non competente in materia con simpatie per il mondo del negazionismo climatico e non solo.
Non ci aspettavamo certo una attenzione seria nei confronti delle questioni ambientali da parte di questa destra, ma nemmeno ci aspettavamo una strategia rivolta a indebolire e demolire gli enti fondamentali per affrontare le sfide che abbiamo di fronte.
Walter Girardi Cattaneo









