Privilegi (non diritti)

Abbiamo camminato insieme per anni con sulle labbra il grido "i diritti quando non sono di tutti si chiamano privilegi". L'abbiamo gridato ai Pride infinite volte rivolgendoci alle persone eterosessuali e a tutti coloro che avremmo voluto avere al fianco. Senza se, senza ma, senza però.

Abbia­mo cam­mi­na­to insie­me per anni con sul­le lab­bra il gri­do “i dirit­ti quan­do non sono di tut­ti si chia­ma­no pri­vi­le­gi”. L’ab­bia­mo gri­da­to ai Pri­de infi­ni­te vol­te  rivol­gen­do­ci alle per­so­ne ete­ro­ses­sua­li e a tut­ti colo­ro che avrem­mo volu­to ave­re al fian­co. Sen­za se, sen­za ma, sen­za però.

Cosa avre­ste det­to se la leg­ge sul­le unio­ni civi­li aves­se rico­no­sciu­to le rela­zio­ni amo­ro­se tra don­ne ma non quel­le tra uomi­ni? Una discri­mi­na­zio­ne di gene­re tra­dot­ta in un urlo che avreb­be supe­ra­to il muro del suo­no. Oggi sta acca­den­do que­sto. Con l’ap­pro­va­zio­ne del ddl Cirin­nà le cop­pie sen­za figli supe­ra­no la fron­tie­ra, men­tre i figli di altri riman­go­no impi­glia­ti sui can­cel­li ai con­fi­ni del­la lega­li­tà.

La tesi del “pas­so inter­me­dio” è fra­gi­le nel­lo sguar­do di chi sa per­fet­ta­men­te che il con­te­sto euro­peo e le pres­sio­ni dei Pae­si oltreo­cea­no avreb­be­ro pre­sto costret­to ad un pas­sag­gio legi­sla­ti­vo più inclu­si­vo. Sono lì al can­cel­lo, in fila sui pal­chi, nel­le foto sui gior­na­li i nostri pic­co­li a cui un geni­to­re è nega­to, pri­va­ti di un asse ere­di­ta­rio, degli  ali­men­ti in caso di sepa­ra­zio­ne, del­la digni­tà dei loro affet­ti. Sono nel­le sale d’at­te­sa degli ospe­da­li dove uno dei loro geni­to­ri non è ammes­so, sono nel­le favo­le cen­su­ra­te e tra i lavo­ret­ti “tra­di­zio­na­li” chi­ni sui loro pic­co­li. ban­chi. Sono nel­la dele­ga quo­ti­dia­na del­la madre o del padre socia­le che li aspet­ta­no fuo­ri di scuo­la, sono lì con gli occhi incre­du­li fer­ma­ti alle doga­ne negli aereo­por­ti. Tra tut­te que­ste imma­gi­ni il ricor­do del vostro urlo ha per­so voce: “i dirit­ti quan­do non sono di tut­ti si chia­ma­no pri­vi­le­gi”. Pri­vi­le­gi non diritti.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Votiamo NO al referendum costituzionale

La rifor­ma pro­mos­sa dal Gover­no fa par­te di un ampio dise­gno di sman­tel­la­men­to del­le isti­tu­zio­ni e dei mec­ca­ni­smi che garan­ti­sco­no l’equilibrio fra i pote­ri del­lo Sta­to, miran­do ad abbat­te­re le bar­rie­re che la Costi­tu­zio­ne ha posto a pro­te­zio­ne del­la demo­cra­zia e con­tro ogni autoritarismo.

Druetti-Marro: sgombero Askatasuna, altro che sicurezza, rappresaglie governative e repressione del dissenso militarizzano i quartieri

Lo sgom­be­ro del­l’A­ska­ta­su­na è allo stes­so tem­po una rap­pre­sa­glia e un enne­si­mo tas­sel­lo nel pro­get­to siste­ma­ti­co di repres­sio­ne del dis­sen­so e degli spa­zi socia­li e soli­da­li da par­te del gover­no. Così è sta­to per il Leon­ca­val­lo, così è per ogni spa­zio sim­bo­lo e real­tà atti­va sui territori.

Miglioli: nelle scuole di Reggio Emilia non c’è spazio per le ideologie neofasciste

Con que­sto atto for­ma­le, il Con­si­glio Comu­na­le di Reg­gio Emi­lia non solo espri­me soli­da­rie­tà e un dove­ro­so rin­gra­zia­men­to alle stu­den­tes­se e agli stu­den­ti anti­fa­sci­sti aggre­di­ti da Bloc­co Stu­den­te­sco, ma soprat­tut­to riaf­fer­ma una vol­ta di più l’assoluta incom­pa­ti­bi­li­tà fra l’ideologia fasci­sta e i valo­ri fon­dan­ti la socie­tà, la cul­tu­ra e la comu­ni­tà di Reg­gio Emilia.