Visso, continueremo a impegnarci a sostegno di chi resiste

Il ter­re­mo­to, quan­do arri­va, non lascia scam­po. In un secon­do rade al suo­lo le case, i nego­zi ed i sogni di tan­ti. E i pro­ble­mi non si limi­ta­no all’emergenza imme­dia­ta, ma per­si­sto­no anche quan­do i tan­ti riflet­to­ri acce­si si spen­go­no.

Pos­si­bi­le è sta­to da subi­to al fian­co del­le popo­la­zio­ni ter­re­mo­ta­te, con il lavo­ro di Bea­tri­ce Bri­gno­ne in Par­la­men­to, coor­di­nan­do azio­ni soli­da­li qua­li rac­col­te di vive­ri o l’acquisto di un’affettatrice per il pani­fi­cio di Visso.

C’è oggi, a distan­za di due anni, per­ché rite­nia­mo fon­da­men­ta­le far cono­sce­re la situa­zio­ne nel cra­te­re sismi­co e aiu­ta­re i pro­dut­to­ri che han­no pro­va­to fati­co­sa­men­te a ripar­ti­re. E così dome­ni­ca sia­mo par­ti­ti in 50 da Seni­gal­lia ver­so Vis­so, in pro­vin­cia di Macerata.

È sta­ta una gior­na­ta bel­la e inten­sa. Abbia­mo ten­ta­to di met­ter­ci in ascol­to e di capi­re cosa la Poli­ti­ca pos­sa fare per aiu­ta­re que­ste popo­la­zio­ni e come Pos­si­bi­le pos­sa con­tri­bui­re anco­ra per­ché que­ste per­so­ne non ven­ga­no dimen­ti­ca­te.

Abbia­mo cono­sciu­to l’entusiasmo di Gio­van­ni, che ha il corag­gio e la deter­mi­na­zio­ne di un ven­tot­ten­ne che vuo­le ripar­ti­re. Par­la del­le sue peco­re e dei for­mag­gi che la sua fami­glia pro­du­ce con una pas­sio­ne che evi­den­zia tut­to l’attaccamento a que­ste ter­re e alle tradizioni.
Abbia­mo pro­va­to a chie­de­re a Gio­van­ni cosa pos­sia­mo fare, come cit­ta­di­ni e come atti­vi­sti. “C’è biso­gno dell’aiuto del­lo Sta­to” ‑ci ha ricor­da­to- “ma non deve fare più dan­ni di quel­li por­ta­ti dal ter­re­mo­to. C’è biso­gno final­men­te di un pro­get­to per lo svi­lup­po turi­sti­co, che uni­sca mare e mon­ta­gna. Per far ripar­ti­re que­ste ter­re ser­ve sco­prir­le e vive­re, soste­nen­do chi ha fat­to ripar­ti­re la pro­pria atti­vi­tà e non si è per­so d’animo”.

Abbia­mo incon­tra­to Gior­gio che a cau­sa del sisma ha per­so 4 case, un labo­ra­to­rio e un’attività; da 2 anni atten­de di ave­re una sua caset­ta. Ma nel fine set­ti­ma­na tor­na a Vis­so per ven­de­re i pro­dot­ti del­la sua nor­ci­ne­ria e ci rac­con­ta con orgo­glio del­la nuo­va atti­vi­tà che potrà apri­re gra­zie all’aiuto di un pri­va­to assie­me ad altri com­mer­cian­ti. “Se pos­sia­mo ripar­ti­re è gra­zie alla soli­da­rie­tà di tan­ti e all’intervento dei pri­va­ti” ci ricor­da pri­ma di andare.

Abbia­mo par­la­to con Bar­ba­ra, che con la sua fami­glia cer­ca di tene­re in pie­di un risto­ran­te com­ple­ta­men­te distrut­to dal sisma. In 9 mq. rie­sco­no a pre­pa­ra­re piat­ti di qua­li­tà per 20, 40, dome­ni­ca era­va­mo 100 com­men­sa­li. E Bar­ba­ra, come altri gio­va­ni di Vis­so, non se ne vuo­le anda­re, cre­de nel­la pro­pria ter­ra ed ha un pro­get­to di vita che vede pro­ta­go­ni­sta la sua ter­ra. Ma non biso­gna per­de­re altro tempo.

Più del ter­re­mo­to, la paro­la che spa­ven­ta di più da que­ste par­ti è “buro­cra­zia”. Len­tez­za, riman­di di docu­men­ti, uffi­ci che lascia­no ad altri uffi­ci, situa­zio­ni incom­pren­si­bi­li ad una per­so­na nor­ma­le che ti ven­go­no spie­ga­te dai fun­zio­na­ri come se fos­se­ro asso­lu­ta­men­te quotidiane.

È esta­te e c’è il bel tem­po, ma tra qual­che mese arri­ve­rà l’inverno con le sue nevi­ca­te. “Spe­ria­mo che arri­vi­no le strut­tu­re per ospi­ta­re i nostri ani­ma­li” con­clu­de Gio­van­ni. “Il ter­re­mo­to ha lascia­to distru­zio­ne nel bre­ve perio­do, ma voglia­mo rim­boc­car­ci le mani­che e ripar­ti­re spe­ran­do che le nostre idee e quel­le dei sin­da­ci ven­go­no ascol­ta­te.” E lo dice con una tale pas­sio­ne che ci spin­ge, come Pos­si­bi­le, a con­ti­nua­re ad impe­gnar­ci a soste­gno di chi resi­ste, nono­stan­te tut­to.

I comi­ta­ti di Pos­si­bi­le del­le Marche

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