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Perché in Occidente è necessaria una discussione sul lavoro

Dopo il boom digi­ta­le, stan­no arri­van­do la quar­ta, la quin­ta e la sesta rivo­lu­zio­ne indu­stria­le tut­te insie­me (robo­ts, IA, big data e IoT) e stan­no inve­sten­do ogni set­to­re lavo­ra­ti­vo cono­sciu­to. Quan­do si par­la di lavo­ro, si deve pre­scin­de­re dai temi loca­li (aper­tu­re festi­ve, tipo­lo­gie con­trat­tua­li, ecc.) e si deve pen­sa­re al futu­ro del lavoro

Quel problema chiamato realtà

Se cer­ca­te inter­lo­cu­to­ri, ripar­ti­te dal­la real­tà, dagli stru­men­ti per cam­biar­la, dagli obiet­ti­vi che dia­no sen­so alla poli­ti­ca e digni­tà alle per­so­ne. Sen­za timi­dez­ze. Per­ché il mon­do così non fun­zio­na: si pre­pa­ra solo alla sosti­tu­zio­ne dei lavo­ra­to­ri con robot e androi­di. Che non van­no paga­ti, cer­to, ma non con­su­ma­no. E for­se è il caso di ini­zia­re a pen­sar­ci, rispol­ve­ran­do anti­che let­tu­re e indi­vi­duan­do solu­zio­ni inedite.