Il sindacato dei benestanti (o, se preferite, dei ricchi)

Magicamente torna il discrimine tra la destra e la sinistra: che non riguarda la velocità o la novità, ma l’uguaglianza. E la responsabilità verso i molti, non per pochi.

[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1495450022153{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]Ren­zi e Ber­lu­sco­ni (ma anche Gril­lo sareb­be d’accordo) si sono subi­to pre­ci­pi­ta­ti a difen­de­re i più bene­stan­ti (se pre­fe­ri­te, i più ric­chi) con­tro l’Europa cat­ti­va che dice la cosa più ovvia: dovre­ste far paga­re la tas­sa sul­la casa ai ceti più abbien­ti.

Un sin­da­ca­to bene­stan­ti, con Bria­to­re da man­da­re in tv a spie­ga­re quan­to costa man­te­ne­re un castel­lo, com’è già capi­to parec­chie volte.

E inve­ce sareb­be giu­sto intro­dur­re la tas­sa sul­la casa per chi se la può per­met­te­re, pro­prio per aiu­ta­re chi non se la può per­met­te­re. Una tas­sa che c’è più o meno dap­per­tut­to e che dovreb­be rima­ne­re per­ché le tas­se da toglie­re sono comun­que altre: come sono altre cose tipo il debi­to o gli inve­sti­men­ti da fare.

Quan­do Ren­zi dis­se che si toglie­va la tas­sa sul­la pri­ma casa, risco­pren­do un altro suc­ces­so ber­lu­sco­nia­no, nel Pd nes­su­no dis­se nul­la. Per­so­nal­men­te com­men­tai: quei sol­di dia­mo­li alla scuo­la, all’università e alla ricerca.

E non ho cam­bia­to idea: la pri­ma casa (per la por­zio­ne più agia­ta del­la popo­la­zio­ne, per­ché i red­di­ti medi e bas­si non la paghe­reb­be­ro) dovreb­be ser­vi­re a finan­zia­re la pri­ma cosa.

E la pri­ma cosa è il dirit­to allo stu­dio (per arri­va­re allo stan­dard del­la Ger­ma­nia ser­vo­no 800 milio­ni di euro), per­ché oltre alla casa ci sia anche l’ascensore (socia­le).

Così come la suc­ces­sio­ne, attual­men­te a mez­zo miliar­do, potreb­be arri­va­re a un miliar­do e mez­zo, solo per la quo­ta più agia­ta del­la popo­la­zio­ne, anche in que­sto caso: e quel miliar­do potreb­be ser­vi­re a chi vie­ne dopo, non solo ai figli di chi sta bene ma, in una per­cen­tua­le pic­co­la per chi sta mol­to bene.

Una per­cen­tua­le pic­co­la, appun­to, che mes­sa a dispo­si­zio­ne di tut­ti potreb­be fare sta­re meglio tut­ti, anche i bene­stan­ti, che poi esco­no di casa anche loro (con­si­glio sem­pre di leg­ge­re e di rileg­ge­re La misu­ra dell’anima, un libro che fareb­be mol­to bene a tut­ti quanti).

Insie­me a una rifor­ma del cata­sto, a inva­rian­za di get­ti­to, per­ché sia una tas­sa più giu­sta e non spe­re­qua­ti­va (anche su que­sto i vari tipi di destra si sono sca­te­na­ti, per lascia­re tut­to così com’è).

A ciò, da ulti­mo, biso­gna tor­na­re a una tas­sa­zio­ne più pro­gres­si­va per­ché quel­li da Civa­ti (inclu­so) in su paghi­no di più, e meno quel­li da Civa­ti (esclu­so) in giù. Sen­za bonus, ma con scel­te strut­tu­ra­li da per­se­gui­re e da man­te­ne­re per un tem­po suf­fi­cien­te a crea­re le con­di­zio­ni per un nuo­vo pat­to repub­bli­ca­no. Altri­men­ti, se non lo ave­te capi­to, sal­ta tutto.

Facen­do in modo che l’80% dei con­tri­buen­ti paghi meno tas­se e l’1% più ric­co con­tri­bui­sca in misu­ra mag­gio­re. Sem­pre che voglia­mo ridur­re le disuguaglianze.

Ed ecco che magi­ca­men­te tor­na il discri­mi­ne tra la destra e la sini­stra: che non riguar­da la velo­ci­tà o la novi­tà, ma l’uguaglianza. E la respon­sa­bi­li­tà ver­so i mol­ti, non per pochi.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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