I dati del “Report Cittadini Stranieri in Emilia Romagna — Residenti e dinamiche demografiche. Anno 2025″ confermano come il fenomeno migratorio sia in Emilia-Romagna una realtà strutturale, stabile, e sempre più intrecciata con i processi demografici, economici e sociali del nostro territorio.
Al 1° gennaio 2024 i cittadini e le cittadine stranieri residenti in Emilia-Romagna sono 575.476 (12,9% della popolazione complessiva), in incremento di oltre 6.600 persone rispetto all’anno precedente. L’Emilia-Romagna è da diversi anni la regione italiana con la più alta incidenza, seguita dalla Lombardia (12,1%).
Le donne sono la maggioranza delle persone straniere residenti in Emilia-Romagna dal 2009 (in Italia dal 2008). Al 1° gennaio 2024 sono il 52,1% del totale dei residenti stranieri in regione.
Proprio per questo è fondamentale considerare le limitazioni dei diritti delle donne (trans e cisgender) in senso ampio, ponendo l’attenzione su questioni come i matrimoni riparatori, la violenza domestica, il mancato accesso all’aborto e altre forme di negazione del potere decisionale sul proprio corpo. Allo stesso tempo, è necessario rivedere il concetto di “paese sicuro”, con un’attenzione particolare alle esigenze delle persone trans, intersessuali e appartenenti alla comunità LGBTQIA+.
La struttura anagrafica delle persone straniere è decisamente più giovane di quella delle persone italiane.
I minori stranieri residenti in Emilia-Romagna sono circa 113.551, quasi un quinto (19,7%) del totale degli stranieri, così come in Italia.
Tra questi c’è una percentuale di minori stranieri non accompagnati (MSNA) che al 31 ottobre 2025 risultano 1243 in regione, di cui quasi il 67% ha tra i 16 e i 17 anni.
Uno dei momenti più delicati per i MSNA risiede nel compimento del 18esimo anno di età e la sua transizione alla vita adulta.
Soli, senza documenti per potere lavorare regolarmente o trovare casa, questi ragazzi sono facile preda di organizzazioni criminali che alimentano lo sfruttamento nei settori produttivi meno sicuri o le reti di sfruttamento come il traffico sessuale.
Le principali modalità di acquisizione della cittadinanza italiana in regione risultano essere:
— per residenza (da almeno dieci anni)
— per trasmissione da parte di genitori
— per elezione (al compimento dei 18 anni per chi è nato in Italia)
Le difficoltà per richiederla rimangono tante:
— per ottenere la cittadinanza servono sempre 10 anni di residenza
— le procedure rimangono lunghe e allungano i tempi ben oltre i 10 anni
Oltre ai risultati del referendum di sei mesi fa, il tema della migrazione è sempre più centrale nel dibattito politico. Tuttavia, il linguaggio usato è spesso tecnico e inaccessibile o, peggio, trattato in maniera vaga e faziosa, ostacolando un sano confronto democratico.
«I dati non ci bastano. La nostra visione è che le persone siano una ricchezza e l’accoglienza un valore fondamentale. Con l’inverno demografico che stiamo affrontando, la crisi economica e moltissime persone migranti sfruttate nel mercato irregolare del lavoro, tuttə potremmo beneficiare di una convivenza solidale finalmente!»
Quali sono le proposte di Possibile per cambiare tutto questo?
- Ampliamento e semplificazione degli ingressi regolari e ripristino della protezione internazionale
— Rispetto della dignità della persona nell’accoglienza diffusa sul territorio, rafforzando il Sistema di accoglienza e integrazione, e garantendo ai Comuni le necessarie risorse finanziarie, potenziare nei territori i servizi sociali, educativi e di avviamento al lavoro
— Valorizzazione del contributo del terzo settore e delle stesse diaspore organizzate, secondo il principio costituzionale della sussidiarietà
— Introduzione di meccanismi di regolarizzazione su base individuale per coloro che sono già stabilmente inseriti in Italia e valorizzazione delle conoscenze e competenze degli immigrati, troppo spesso ignorate o sminuite
— Rispetto del principio di non discriminazione e contrasto ad ogni forma di razzismo e odio; tutela delle vittime di tratta, violenza e grave sfruttamento.
— Chiusura dei CPR – Centri di Permanenza per il Rimpatrio
Simona Bravaglieri
Possibile Rimini









