Proibire l’aborto non lo fa sparire, lo rende solo pericoloso — #MyVoiceMyChoice

Daniela D'Aloisi alla Conferenza Stampa per la presentazione delle firme dell'Iniziativa dei cittadini europei My Voice My Choice

Il nome dell’iniziativa è quan­to mai oppor­tu­no: mia la voce, mia la scel­ta con­tro tut­ti quel­li che voglio­no sce­glie­re e par­la­re per noi. 

Pos­si­bi­le fin dall’inizio ha dato la sua ade­sio­ne all’iniziativa, sup­por­tan­do­la e dif­fon­den­do­la attra­ver­so i suoi social e tra le iscrit­te, gli iscrit­ti e sim­pa­tiz­zan­ti per la rac­col­ta del­le fir­me, coglien­do anche l’occasione per far cre­sce­re la con­sa­pe­vo­lez­za di come que­sto dirit­to sia in pericolo. 

Pos­si­bi­le si è sem­pre schie­ra­ta per il dirit­to all’autodeterminazione e non pote­va cer­to man­ca­re que­sta volta.

Sono abba­stan­za gran­de per ricor­da­re come fu accol­ta la 194 nel lon­ta­no 1978 dal­le don­ne che era­no sce­se in piaz­za per vede­re il rico­no­sci­men­to di que­sto dirit­to e usci­re dal­la clan­de­sti­ni­tà a cui era­no costrette.

La leg­ge non era per­fet­ta e scon­ten­tò sia chi la soste­ne­va che chi la com­bat­te­va. Il suc­ces­si­vo refe­ren­dum dell’81, pro­po­sto dal Movi­men­to per la vita, vide la par­te­ci­pa­zio­ne di oltre il 79% degli aven­ti dirit­to e il 68% si dichia­rò a con­tro l’abrogazione, nono­stan­te l’appoggio del papa di allo­ra, Gio­van­ni Pao­lo II.

E dopo qua­si 50 anni dob­bia­mo anco­ra lot­ta­re e difen­de­re que­sto dirit­to, oltre pur­trop­po a tan­ti altri, da chi non rie­sce nean­che ad accet­ta­re di intro­dur­re l’educazione ses­suo-affet­ti­va nel­le scuo­le, un altro pun­to su cui Pos­si­bi­le è impegnata.

90 milio­ni di don­ne in età ripro­dut­ti­va vivo­no in Pae­si in cui l’a­bor­to è del tut­to proibito. 

L’a­bor­to è un dirit­to alla salu­te, rien­tra nel nove­ro dei dirit­ti alla per­so­na e non è una con­ces­sio­ne e una legi­sla­zio­ne restrit­ti­va crea un pro­ble­ma di salu­te pub­bli­ca, met­ten­do a rischio la vita e la salu­te del­le don­ne che vi fan­no ricor­so in assen­za di ade­gua­ta assi­sten­za medica. 

La proi­bi­zio­ne dell’aborto non lo fa spa­ri­re, lo ren­de solo pericoloso.

Come se non bastas­se la dif­fi­col­tà di appli­ca­zio­ne del­la leg­ge così come è (obie­zio­ne di coscien­za, man­can­za di comu­ni­ca­zio­ne di dati che dovreb­be­ro esse­re resi pub­bli­ci, etc.), le Regio­ni stan­no già per­met­ten­do l’in­gres­so di asso­cia­zio­ni anti­scel­ta nei con­sul­to­ri gra­zie a un emen­da­men­to del PNRR che per­met­te alle regio­ni di avva­ler­si di sog­get­ti del ter­zo set­to­re che abbia­no “qua­li­fi­ca­ta” espe­rien­za nel soste­gno alla maternità.

Dob­bia­mo quin­di difen­de­re que­sto dirit­to, anzi sem­mai esten­der­lo dato la 194 non garan­ti­sce un vero dirit­to all’a­bor­to ma lo con­sen­te in deter­mi­na­ti e spe­ci­fi­ci casi. E quin­di le don­ne con­ti­nua­no ad abor­ti­re in modo non sicuro.

La scel­ta deve esse­re nostra. “Il cor­po è mio e me lo gesti­sco io”, si dice­va. Con­ti­nuia­mo a ribadirlo.

Danie­la D’Aloisi
Pos­si­bi­le Roma

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