Presidente fermi quella legge che fa scempio dei beni culturali

Dopo l’ap­pel­lo per la modi­fi­ca del­la leg­ge pri­ma del­l’ap­pro­va­zio­ne, pas­sa­to ina­scol­ta­to, i costi­tu­zio­na­li­sti sono costret­ti ad un nuo­vo appel­lo, que­sta vol­ta al Pre­si­den­te del­la Repub­bli­ca, affin­ché non fir­mi la cosid­det­ta “rifor­ma Madia” del­la pub­bli­ca amministrazione.
Sì per­ché con­tie­ne alcu­ni arti­co­li “mani­fe­sta­men­te inco­sti­tu­zio­na­li”, non c’è dub­bio su que­sto visti i pre­ce­den­ti pro­nun­cia­men­ti del­la Cor­te costituzionale.
E allo­ra ci asso­cia­mo al Pre­si­den­te Mat­ta­rel­la che recen­te­men­te ha dichia­ra­to: “dob­bia­mo chie­der­ci per­ché spes­so, nei decen­ni che ci sono alle spal­le, sia­mo venu­ti meno ai pre­cet­ti del­l’ar­ti­co­lo 9, inse­ri­to tra i pre­cet­ti fon­da­men­ta­li del­la carta”.
Pos­si­bi­le ade­ri­sce all’ap­pel­lo: Pre­si­den­te, fer­mi quel­la legge.

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L’ap­pel­lo pub­bli­ca­to su La Repub­bli­ca del 10 agosto.

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