Parlare di alleanze senza politica è un fallo di simulazione

Il Fantacalcio delle alleanze è un luogo affollatissimo: richiede poche competenze, poche idee e pure confuse e conforta nel suo non doversi applicare ai progetti restando sui nomi e al massimo le facce.

Quel­li che sogna­no Civa­ti-De Magi­stris-Fra­to­ian­ni-Fas­si­na-Ber­sa­ni-Pisa­pia. Quel­li che se Emi­lia­no si pren­de il PD allo­ra tut­to con il PD. Quel­li che c’è da fare un’al­lean­za con il Comi­ta­to del No e la CGIL. Quel­li che “dob­bia­mo anda­re da soli”. Quel­li che dob­bia­mo sta­re “tut­ti insie­me”. Quel­li che però “non biso­gna mica ripe­te­re la Sini­stra Arco­ba­le­no” e quel­li che biso­gna fare “come la Sini­stra Arco­ba­le­no”. Quel­li che ser­ve “più socia­li­smo”. Quel­li che ser­ve “più comu­ni­smo”. Quel­li che non biso­gna “esse­re auto­re­fe­ren­zia­li” però tut­ti gli altri sono degli inet­ti. Poi ci sono quel­li che “la gen­te vuo­le uni­tà” ma poi spe­ci­fi­ca­no “mica l’u­ni­tà con tut­ti”. Poi c’è la pro­po­sta Pisa­pia (di met­te­re tut­ti insie­me tran­ne Ncd) men­tre Del­rio dice che il PD dovreb­be anda­re a ele­zio­ni “con Ncd”. E poi, da sem­pre, quel­li che aspet­ta­no il mes­sia. Lai­ci ma sem­pre in atte­sa del messia.

Il Fan­ta­cal­cio del­le allean­ze è un luo­go affol­la­tis­si­mo: richie­de poche com­pe­ten­ze, poche idee e pure con­fu­se e con­for­ta nel suo non dover­si appli­ca­re ai pro­get­ti restan­do sui nomi e al mas­si­mo le fac­ce. Poi non impor­ta se le figu­ri­ne sia­no d’ac­cor­do o meno con le scel­te poli­ti­che, socia­li e eco­no­mi­che di que­sti ulti­mi anni, non con­ta nem­me­no cosa ne pen­si­no del­la rifor­ma del­la scuo­la e come voglia­no con­tro­ri­for­mar­la, non ci si chie­de se abbia­no la stes­sa idea di benes­se­re socia­le, lot­ta alla pover­tà, gestio­ne ambien­ta­le o rap­por­ti con l’Eu­ro­pa. No, no: pri­ma le fac­ce e poi den­tro tut­to il resto, con la soli­ta poli­ti­ca a pol­pet­to­ne per cui l’im­por­tan­te è che la cro­sta sia croc­can­te e di otti­mo colo­re. Così si gio­ca la par­ti­ta del­le appa­ren­ze e poi, quan­do si per­de, ci si indi­gna per la vacui­tà del dibattito.

Ad oggi c’è un ex sin­da­co (Pisa­pia) che ritie­ne pota­bi­li le poli­ti­che ren­zia­ne degli ulti­mi anni, un par­ti­to in scio­gli­men­to (SEL) che si pre­pa­ra a un con­gres­so per diven­ta­re altro (SI), comi­ta­ti apar­ti­ti­ci che vor­reb­be­ro esse­re par­ti­to, disil­lu­si e disi­scrit­ti, sin­da­ci spar­si tira­ti per la giac­chet­ta e un po’ di clas­se diri­gen­te che ha con­tri­bui­to atti­va­men­te alle scon­fit­te degli ulti­mi ven­t’an­ni. Tut­ti poten­zial­men­te vici­ni e poten­zial­men­te oppo­sti, tut­ti impe­gna­ti (giu­sta­men­te) nel­lo scio­glie­re riser­ve inter­ne e scri­ve­re la pro­pria idea di Pae­se. Dico, non è un po’ super­fi­cia­le, avven­ta­to e poco inte­res­san­te par­lar­ne? Non è “popu­li­sta”, appunto?

Si fa poli­ti­ca. E quan­do le poli­ti­che si incon­tra­no diven­ta­no comu­ni­tà. Si fa così. O no?

La nostra cam­pa­gna elet­to­ra­le pren­de il via uffi­cial­men­te, come ha spie­ga­to Giu­sep­pe Civa­ti. La nostra sfi­da è repub­bli­ca­na, lai­ca, di sini­stra, di gover­no, non iden­ti­ta­ria, non paro­la­ia. Mol­to con­cre­ta e pre­ci­sa. Pun­tua­le. E rap­pre­sen­ta­ti­va del­la società. 

Chi vuo­le par­te­ci­pa­re, alla pari, lasci la sua fir­ma e la sua email scri­ven­do a organizzazione@possibile.com oppu­re com­pi­lan­do il form a que­sto link. Sarà nostra cura con­tat­tar­vi di per­so­na, per­so­nal­men­te. E met­ter­vi in con­tat­to con i due­cen­to comi­ta­ti di Pos­si­bi­le che que­sto lavo­ro già lo stan­no facen­do.

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