Non voltiamo lo sguardo dall’altra parte, il mondo andrà avanti lo stesso

NO, NO, NO. Urlo a gran voce con­tro ogni for­ma di raz­zi­smo e xeno­fo­bia e sul­le gra­vi respon­sa­bi­li­tà di que­sta nostra “trop­po” vec­chia Europa.

Per chiun­que abbia amo­re per la vita, è impen­sa­bi­le non rea­gi­re quan­do si leg­ge dei migran­ti, si vedo­no le imma­gi­ni dei loro dispe­ra­ti sbar­chi nei nostri por­ti e degli avve­ni­men­ti di aggres­sio­ne e rifiu­to — come l’ul­ti­mo fat­to gra­ve di piaz­za Indi­pen­den­za a Roma -, si ascol­ta­no com­men­ti distrat­ti e super­fi­cia­li sul­le loro tri­sti avven­tu­re: è per que­sto che io inor­ri­di­sco di fron­te al disprez­zo di chi que­gli esse­ri uma­ni non inten­de più ospi­ta­re e appro­fit­ta di ogni occa­sio­ne per river­sa­re su loro vio­len­ze e fru­stra­zio­ni.

Non si trat­ta di buo­ni­smo, né biso­gna neces­sa­ria­men­te esse­re un esper­to o stu­dio­so, per for­mar­si uma­na­men­te e rifiu­ta­re con for­za il ritor­no di rigur­gi­ti raz­zi­sti. Ci stia­mo mac­chian­do di una col­pa orri­bi­le, stia­mo facen­do di tut­to per cer­ca­re di segre­ga­re bam­bi­ni, don­ne e uomi­ni in un con­ti­nen­te che sta moren­do: l’A­fri­ca. Una ter­ra deser­ti­ca, asse­ta­ta, dila­nia­ta da con­flit­ti, guer­re e odio e depre­da­ta nel­la sto­ria da tut­ti noi che ades­so ci rifiu­tia­mo di ten­der­le la mano.

Nel­la cer­tez­za che sen­z’al­tro la peg­gio­re del­le nostre con­di­zio­ni mai potrà esse­re come quel­la vis­su­ta dai migran­ti che deci­do­no di scap­pa­re dal­la pro­pria ter­ra, io cre­do che tut­to ciò sia mos­so dal­l’in­ten­to incon­scio di allon­ta­nar­li il più pos­si­bi­le dal­le nostre real­tà “dora­te”, per­ché “lon­ta­no dagli occhi lon­ta­no dal cuo­re” e dal­le nostre coscienze.
Padre Zano­tel­li ha para­go­na­to il com­por­ta­men­to del “resto del mon­do” a quel­lo nazi­sta del­la shoah. Ha aller­ta­to l’o­pi­nio­ne pub­bli­ca al rischio del repli­car­si di quan­to acca­du­to dopo la fine del­la secon­da guer­ra mon­dia­le, del­le accu­se da par­te del­le nuo­ve gene­ra­zio­ni per le gra­vi respon­sa­bi­li­tà dei pro­pri padri per l’i­ner­zia e l’in­ca­pa­ci­tà di rea­gi­re e ribel­lar­si alle osce­ni­tà com­piu­te dal nazi-fascismo.

La man­can­za di volon­tà poli­ti­ca e l’im­pre­pa­ra­zio­ne dei gover­ni euro­pei sono alla base del­la gestio­ne cao­ti­ca dei migran­ti extra-ue, che ha la respon­sa­bi­li­tà di aver ria­cu­tiz­za­to feno­me­ni xeno­fo­bi e raz­zi­sti, oltre­ché riven­di­ca­zio­ni socio-eco­no­mi­che da par­te di quel­le cate­go­rie svan­tag­gia­te di popo­la­zio­ne che sono sta­te subi­to inter­cet­ta­te da par­ti­ti popu­li­sti che, come san­gui­su­ghe, si nutro­no di que­ste ten­sio­ni e ne fan­no pri­ma­ria mate­ria di propaganda.
Il mon­do andrà avan­ti anche sen­za la nostra appro­va­zio­ne e col­la­bo­ra­zio­ne. La sto­ria non aspet­ta le len­te ed egoi­ste deci­sio­ni dei gover­ni euro­pei che agi­sco­no sol­tan­to per otte­ne­re il con­sen­so popo­la­re, aven­do ormai da tem­po per­du­to il signi­fi­ca­to di Sta­to, poli­ti­ca, demo­cra­zia, soli­da­rie­tà ed educazione.

Aiu­tia­mo­li a casa loro” è lo slo­gan più bie­co e insi­gni­fi­can­te che potes­si­mo inven­ta­re, noi che fino­ra dal­l’A­fri­ca abbia­mo pub­bli­ca­men­te o fur­ti­va­men­te sol­tan­to pre­so a casa loro.
Dal­le sti­me e pro­ie­zio­ni rela­ti­ve alla situa­zio­ne demo­gra­fi­ca mon­dia­le for­ni­te dai rap­por­ti del­le Nazio­ni Uni­te a giu­gno, entro il 2050 la popo­la­zio­ne afri­ca­na pas­se­rà dagli attua­li 1,25 miliar­di a 2,5 miliar­di di indi­vi­dui. Ovve­ro 5 vol­te la popo­la­zio­ne euro­pea attua­le che a tut­t’og­gi, però, non è sta­ta nep­pu­re capa­ce di far fron­te a 500 mila migran­ti annui, pari ad appe­na lo 0,1% del­l’in­te­ra popo­la­zio­ne europea.

In un arti­co­lo del Sole 24Ore del 26 luglio, in sin­te­si, si affer­ma che una solu­zio­ne potreb­be esse­re quel­la di aumen­ta­re gli aiu­ti allo svi­lup­po a livel­lo mon­dia­le — l’Eu­ro­pa nel 2016 è sta­to il pri­mo con­tri­bu­to­re con 70,5 miliar­di di euro pari al 60% del tota­le mon­dia­le -, dirot­tar­li soprat­tut­to ver­so gli sta­ti afri­ca­ni del­l’a­rea medi­ter­ra­nea — che già attual­men­te sono eco­no­mi­ca­men­te avvan­tag­gia­ti rispet­to a quel­li del­l’A­fri­ca sub-saha­ria­na da dove attual­men­te arri­va qua­si tut­ta l’e­mi­gra­zio­ne — e, in pra­ti­ca, far­li diven­ta­re così prin­ci­pa­li mete di emi­gra­zio­ne. Gli aiu­ti allo svi­lup­po indi­riz­za­ti su due per­cor­si di soli­da­rie­tà eco­no­mi­ca e civi­le — quel­la eco­no­mi­ca, che va dall’istruzione, alle infra­strut­tu­re, all’industrializzazione, alla impren­di­to­ria­li­tà e quel­la civi­le, che va dal­la scuo­la, alla sani­tà, alla salu­te, alla demo­gra­fia, alla pari­tà di gene­re, alla sicu­rez­za — por­te­reb­be­ro l’A­fri­ca medi­ter­ra­nea a diven­ta­re vola­no per l’e­co­no­mia e la demo­cra­zia del­l’in­te­ro con­ti­nen­te. E, nel con­tem­po, da que­gli stes­si pae­si potreb­be­ro par­ti­re flus­si rego­la­ri ver­so l’Eu­ro­pa di “gio­va­ni afri­ca­ni”, di cui ha biso­gno per reg­ge­re la sua economia.

Oltre che sot­to­li­nea­re che anco­ra una vol­ta si pren­de­reb­be dal­l’A­fri­ca quel­lo che più ci fa como­do, non si con­si­de­ra­no asso­lu­ta­men­te i tem­pi né per i pro­ces­si di demo­cra­tiz­za­zio­ne che sono lun­ghis­si­mi e qua­si sem­pre san­gui­no­si, né per l’ac­ce­le­ra­zio­ne dei cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci con una deser­ti­fi­ca­zio­ne che si pre­ve­de por­te­rà l’A­fri­ca a fine seco­lo ad ave­re tre quar­ti del suo ter­ri­to­rio non abi­ta­bi­le. Saran­no sem­pre di più gli esse­ri uma­ni che vor­ran­no sal­var­si ed emi­gra­re nel resto del mondo.
Nono­stan­te le dif­fi­col­tà e le bar­rie­re che ver­ran­no loro impo­ste, i popo­li afri­ca­ni tro­ve­ran­no comun­que il modo di scap­pa­re dal loro con­ti­nen­te fin­ché per loro non ci sarò futu­ro: per­ché chiun­que per soprav­vi­ve­re lo fareb­be.

Ed è que­sta la limi­ta­tez­za del­la visio­ne mon­dia­le di ciò che sta avve­nen­do ormai da decen­ni. Non si vuo­le far com­pren­de­re ai cit­ta­di­ni che il futu­ro dei migran­ti non può in nes­sun modo esse­re osta­co­la­to da com­por­ta­men­ti xeno­fo­bi e raz­zi­sti, per­ché sal­var­si è un loro esclu­si­vo dirit­to, come lo sareb­be per ogni esse­re uma­no che si tro­vas­se nel­le stes­se condizioni.
E’ comin­cia­to un pro­ces­so irre­ver­si­bi­le di eso­do dal con­ti­nen­te afri­ca­no che, se non sapre­mo e non vor­re­mo orga­niz­za­re, ci coglie­rà impre­pa­ra­ti e col­pi­rà social­men­te ognu­no di noi. Quin­di, se non per uma­ni­tà, dovrem­mo per oppor­tu­ni­smo pren­der­ne atto.

Sen­za riflet­te­re che si par­la di vite uma­ne, si affer­ma con sen­so di sfi­da, che se nei nostri Sta­ti non ci sono né lavo­ro né risor­se per i pro­pri cit­ta­di­ni, non si può cer­ta­men­te dare assi­sten­za agli stra­nie­ri per­ché toglie­reb­be­ro a chi ne ha dirit­to per nasci­ta. Tale affer­ma­zio­ne non può e non deve sod­di­sfa­re le nostre coscien­za: per rispet­to alla nostra intel­li­gen­za, per giu­sti­zia e per obiettività.

Le solu­zio­ni van­no ricer­ca­te e tro­va­te per obbli­go mora­le e civi­le nostro e di chi ci gover­na. Va chie­sto a voce uni­so­na di sosti­tui­re gli attua­li model­li di svi­lup­po degli Sta­ti moder­ni, che per oppor­tu­ni­tà poli­ti­ca con­tri­bui­sco­no a man­te­ne­re uno sta­tus quo dove cor­ru­zio­ne, disli­vel­li eco­no­mi­co-socia­li e cul­tu­ra­li e discri­mi­na­zio­ni, eco­no­mie sen­za soste­ni­bi­li­tà e pro­ie­zio­ne futu­ra la fan­no da padro­ni. In que­sto cli­ma è cer­ta­men­te con­ve­nien­te lascia­re sfo­ga­re le fru­stra­zio­ni del­le cate­go­rie di cit­ta­di­ni disa­gia­te con­tro “i migran­ti inva­so­ri”, anzi­ché lavo­ra­re per gli squi­li­bri e per “edu­ca­re” all’u­gua­glian­za e all’accoglienza.

 

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Se Trasnova è il mittente delle lettere di licenziamento a Pomigliano, il mandante è Stellantis

Se Tra­sno­va è il mit­ten­te del­le let­te­re di licen­zia­men­to alle lavo­ra­tri­ci e ai lavo­ra­to­ri di Pomi­glia­no D’Ar­co, il man­dan­te è Stel­lan­tis con le scel­te e le poli­ti­che attua­te negli ulti­mi anni. Anche per­ché non c’è scu­sa (che sia la neces­sa­ria tran­si­zio­ne eco­lo­gi­ca o il calo del­le ven­di­te) che ten­ga di fron­te a deci­ne di miliar­di di uti­li dal­la fon­da­zio­ne di Stel­lan­tis, di cui alme­no tre per il grup­po Exor, cioè la fami­glia Elkann-Agnelli.

L’indipendenza delle persone con disabilità passa (anche) dall’indipendenza economica

È la Gior­na­ta Inter­na­zio­na­le del­le Per­so­ne con Disa­bi­li­tà, e anco­ra una vol­ta riba­dia­mo quan­to sia urgen­te e neces­sa­rio un cam­bia­men­to socia­le e cul­tu­ra­le per la pie­na indi­pen­den­za di tut­te e tut­ti. C’è tan­to da fare, dal­la revi­sio­ne del­le pen­sio­ni di inva­li­di­tà a un pia­no per l’eliminazione del­le bar­rie­re archi­tet­to­ni­che, pas­san­do per il tabù — da abbat­te­re al più pre­sto — sull’assistenza ses­sua­le. Una for­ma fon­da­men­ta­le di auto­no­mia è quel­la economica.