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Parlare di cambiamenti climatici, facendone comprendere gravità e complessità, è un’urgenza a cui deve rispondere chiunque decida di fare attivismo politico in questi tempi.
E’ tempo di bilanci. Partiamo da uno dei temi per i quali la mobilitazione di Possibile è stata fortissima, e cioè l’impegno ambientalista ed ecologista.
Per la nostra rassegna #PrimaDelDiluvio, quello vero, immaginata per costruire una proposta di governo in grado di conciliare sviluppo economico…
Venezia, Barcellona, Berlino, Parigi nell’epoca del turismo globale. Ne parliamo sabato 17 giugno, a Venezia.
Quella che abbiamo letto oggi, è davvero una bruttissima pagina che racconta di un tentativo di manipolazione della realtà e delle menti, che ha il solo aspetto positivo di farmi pensare che l’ambiente sia tornato ad essere un tema di moda, visto che improvvisamente persino uno come lui, decide di occuparsene.
Greta Thunberg ha iniziato il 20 agosto 2018 con il suo sciopero dalla scuola. Per questo lei e i ragazzi…
Va tutto bene finché non si toccano gli “interessi veri del Paese”, finché riempirsi la bocca di ambiente non comporta scelte minimamente coraggiose e riallocazione del denaro pubblico e degli investimenti, e, in particolare, finché non scontenta loro: i signori del gas e del petrolio.
Un giovedì di ottobre il Sannio si è svegliato sotto il fango. Piogge insistenti hanno provocato lo straripamento del fiume…
Ciò che serve è una vera liberalizzazione dal basso, che consenta ai cittadini d’organizzarsi, sempre dal basso, e di produrre, gestire e consumare la propria energia. Oltretutto risparmiando. Manca poi una visione politica che partendo dall’energia passi, poi, alla mobilità, ai servizi, al welfare, al lavoro. Producendo valore dai cittadini, verso i cittadini e per i cittadini.
Matteo Renzi annuncia di volere andare in California alla scoperta del fotovoltaico. E’ un’ottima intuizione. Purché si lasci libera l’Italia di adottare politiche totalmente diverse da quelle del suo governo (questo governo).
Che fine ha fatto il green act? Il 2 gennaio del 2015, 746 (settecentoquarantasei) giorni fa, l’ex premier Matteo Renzi annunciò alla sua maniera (un tweet) l’imminente emanazione di un green act, un provvedimento che avrebbe dovuto – così sembrava – riunire in sé tutte le norme volte a favorire, promuovere, lanciare la green economy in tutte le sue potenzialità di difesa dell’ambiente e di sviluppo sostenibile anche per creare nuovi posti di lavoro.
Ambiente, ecologia e innovazione devono stare all’inizio di qualsiasi riflessione, e devono essere protagonisti di ciascun ragionamento, perché è anche e soprattutto da qui che passa necessariamente la valutazione di ciascuna politica pubblica, nel segno di un’uguaglianza sostanziale che deve costruirsi anche così.
Muoviamo dall’articolo 9 della Costituzione italiana che dice due cose importanti: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la…
L’adozione di una carbon tax è stata da lungo tempo suggerita per interiorizzare e mitigare parte degli impatti ambientali e sanitari legati all’impiego dei combustibili fossili. L’introduzione di una fiscalità ambientale, era stata prevista anche in Italia con la ‘delega fiscale’ del 2012, al fine di ridurre progressivamente la tassazione dal lavoro accrescendo quella sulle risorse naturali ed energetiche in modo da rendere più efficiente l’economia. Una norma che non è mai stata approvata, malgrado una carbon tax avesse già fatto una effimera comparsa alla fine degli anni Novanta.
Chiediamo come avviene in ogni parte di Europa che si possano realizzare sistemi di rete privati e locali in cui i vicini di condominio o di area industriale possano senza passare dalla rete di distribuzione, scambiarsi o vendersi energia rinnovabile. Non peseremmo sulla rete, anzi la alleggeriremmo di carichi e ridurremmo la dispersione, ridurremmo i costi per i nostri vicini di almeno il 50% di quanto pagano ora l’energia e remunereremo in maniera ragionevole l’investimento per la realizzazione dell’impianto.