La personalizzazione di cui c’è bisogno comincia da ciascuno di noi

La personalizzazione di cui abbiamo bisogno è fatta e interpretata da ogni singolo cittadino. E' solo così che possiamo cambiare la politica e il paese, e non attraverso la ricerca di accordi tutti interni alla classe politica, fatti di foto di gruppo dietro alle quali si nasconde il nulla.

La nostra cam­pa­gna (elet­to­ra­le) è comin­cia­ta. Anzi: non è mai ter­mi­na­ta, sal­dan­do­si stret­ta­men­te con il Tour RiCo­sti­tuen­te col qua­le abbia­mo gira­to l’I­ta­lia per spie­ga­re il nostro No al refe­ren­dum costituzionale.

Ora pro­se­guia­mo, comu­ne per comu­ne, cit­ta­di­no per cit­ta­di­no, col­ti­van­do, rac­co­glien­do e met­ten­do a siste­ma l’en­tu­sia­smo che abbia­mo incro­cia­to. E ripar­tia­mo da quat­tro cose, come spie­ga­to da Giu­sep­pe Civa­ti:

  1. Una pro­po­sta poli­ti­ca chia­ra, coe­ren­te, che chie­da il meglio e non il meno peggio.
  2. Lo sguar­do al futu­ro, che signi­fi­ca inno­va­zio­ne, ambien­te, dirit­to allo stu­dio, ricerca.
  3. Scel­te eco­no­mi­che che con­tra­sti­no dura­men­te le disu­gua­glian­ze, nel segno del­la costi­tu­zio­na­lis­si­ma pro­gres­si­vi­tà, come abbia­mo già pro­po­sto in occa­sio­ne del­la discus­sio­ne sul­la leg­ge di bilan­cio.
  4. Il lavo­ro e la sua digni­tà, rap­pre­sen­ta­ti in nega­ti­vo dai vou­cher e dal jobs act, duran­te que­sta legislatura.

Lo fac­cia­mo riper­cor­ren­do le trac­ce del Tour RiCo­sti­tuen­te, facen­do poli­ti­ca, per­ché è solo quan­do le poli­ti­che si incon­tra­no che diven­ta­no comunità.

Per que­sto moti­vo abbia­mo lan­cia­to una rico­gni­zio­ne, per tene­re insie­me le per­so­ne che han­no voglia di mobi­li­tar­si — cia­scu­no per le pro­prie com­pe­ten­ze e le pro­prie pos­si­bi­li­tà — per dare con­cre­tez­za ai quat­tro pun­ti sopra elen­ca­ti. Lo fac­cia­mo con un bre­ve form, da com­pi­la­re a que­sto indi­riz­zo.

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Solo la pri­ma par­te del form è stret­ta­men­te neces­sa­ria, ma più vi spin­ge­re­te oltre più ci aiu­te­re­te nel­l’or­ga­niz­za­re la par­te­ci­pa­zio­ne e la mobi­li­ta­zio­ne, poten­do così con­ta­re su un vero e pro­prio cen­si­men­to del­le competenze.

E’ que­sta la per­so­na­liz­za­zio­ne di cui abbia­mo biso­gno, fat­ta e inter­pre­ta­ta da ogni sin­go­lo cit­ta­di­no. E’ solo così che pos­sia­mo cam­bia­re la poli­ti­ca e il pae­se, e non attra­ver­so la ricer­ca di accor­di tut­ti inter­ni alla clas­se poli­ti­ca, fat­ti di foto di grup­po die­tro alle qua­li si nascon­de il nulla.

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