Il mio impegno per la Sardegna, parla la consigliera Orrù

Maria Lau­ra Orrù è la con­si­glie­ra regio­na­le in Sar­de­gna di Pos­si­bi­le, elet­ta con la lista Sar­de­gna in Comu­ne, gra­zie a un pie­no di pre­fe­ren­ze arri­va­to al ter­mi­ne di una cam­pa­gna sud­di­vi­sa tra ter­ri­to­rio e comu­ni­ca­zio­ne social. Un per­fet­to con­nu­bio. In que­sta inter­vi­sta ci rac­con­ta la sua espe­rien­za e le sue battaglie.

Il suo impe­gno sul ter­ri­to­rio e quel­lo suc­ces­si­vo in cam­pa­gna elet­to­ra­le è sta­to pre­mia­to con l’e­le­zio­ne.  Qua­li sono le prio­ri­tà che vuo­le dar­si duran­te il suo man­da­to?La mia can­di­da­tu­ra alle regio­na­li arri­va dopo un per­cor­so poli­ti­co-ammi­ni­stra­ti­vo loca­le. Sono con­si­glie­ra nel mio pic­co­lo comu­ne  da diver­so tem­po. Nel 2016 mi can­di­dai a Sin­da­co di Elmas in una lista civi­ca nata da un per­cor­so par­te­ci­pa­to atti­va­to con i cit­ta­di­ni. Ho deci­so di can­di­dar­mi al con­si­glio regio­na­le per­ché  ho sen­ti­to for­te la neces­si­tà di soste­ne­re Mas­si­mo Zed­da e il nostro pro­get­to di Sar­de­gna inol­tre per­ché è fon­da­men­ta­le con­tri­bui­re atti­va­men­te per poter cer­ca­re di argi­na­re il for­te ven­to di destra che sof­fia nel nostro Pae­se. Come ho espres­so in cam­pa­gna elet­to­ra­le, sarà neces­sa­rio occu­par­si di tut­te le que­stio­ni di com­pe­ten­za del Con­si­glio Regio­na­le ma ho pre­so alcu­ni impe­gni pre­ci­si su alcu­ni temi a me più vici­ni: urba­ni­sti­ca e ambien­te, sport, tra­spor­ti, pari oppor­tu­ni­tà. Tut­ti gli inter­ven­ti devo­no esse­re col­le­ga­ti fra loro in una visio­ne più ampia di svi­lup­po. Per que­sto non pos­sia­mo tra­la­scia­re il set­to­re agro-pasto­ra­le, il turi­smo, la cul­tu­ra, il tema del­lo spo­po­la­men­to dei cen­tri inter­ni del­l’i­so­la tut­to in una visio­ne uni­ta­ria di Sar­de­gna. L’i­so­la esse­re ripen­sa­te in ter­mi­ni di svi­lup­po inno­va­ti­vo e di qua­li­tà, capa­ce di por­ta­re nuo­va occu­pa­zio­ne nel rispet­to del­l’am­bien­te, filo con­dut­to­re di tut­te le poli­ti­che regionali.

E qua­le sarà la pri­ma bat­ta­glia, il pri­mo pas­so che inten­de fare nel con­si­glio regionale?
In que­sto momen­to non pos­so clas­si­fi­ca­re le bat­ta­glie secon­do un ordi­ne pre­ci­so ma nel ruo­lo di con­si­glie­ra regio­na­le di oppo­si­zio­ne sarò e sare­mo vigi­li su tut­te le que­stio­ni. Cer­to è che dal­le pri­me affer­ma­zio­ni del neo pre­si­den­te a tra­zio­ne leghi­sta, si leg­ge chia­ra l’in­ten­zio­ne di ripren­de­re a cemen­ti­fi­ca­re le coste e l’agro, dan­do un mes­sag­gio vec­chio e fuo­ri dal tem­po. Per noi svi­lup­po signi­fi­ca tute­la e valo­riz­za­zio­ne del ter­ri­to­rio e dell’ ambien­te, recu­pe­ro, riu­ti­liz­zo con pro­po­ste pre­ci­se e di qua­li­tà; sia­mo pron­ti a dare bat­ta­glia in aula e nel­la socie­tà sar­da, insie­me a noi si mobi­li­te­rà una gros­sa par­te dell’opinione pub­bli­ca e noi voglia­mo dar­le voce. Chie­dia­mo, che da subi­to si discu­ta dell’estensione del Pia­no Pae­sag­gi­sti­co alle aree inter­ne, che si fac­cia una rifles­sio­ne sull’agro e che si sem­pli­fi­chi­no le pro­ce­du­re buro­cra­ti­che che ad oggi fre­na­no i comu­ni nell’adeguare i loro pia­ni urba­ni­sti­ci al PPR. Il PPR, stru­men­to di pia­ni­fi­ca­zio­ne orga­ni­ca e coe­ren­te del ter­ri­to­rio va valo­riz­za­to, non depo­ten­zia­to o svuo­ta­to da Pia­ni Ter­ri­to­ria­li disomogenei.

Gio­va­ne, don­na, pre­pa­ra­ta. Un po’ l’i­den­ti­kit del­la can­di­da­ta idea­le di Pos­si­bi­le. Quan­do è matu­ra­ta dav­ve­ro l’i­dea del­la candidatura? 
Per­so­nal­men­te, nono­stan­te il mio costan­te impe­gno poli­ti­co come atti­vi­sta e come ammi­ni­stra­tri­ce del mio pae­se, ero mol­to con­cen­tra­ta sul mio lavo­ro e non sta­vo pen­san­do di can­di­dar­mi nono­stan­te diver­se per­so­ne me lo stes­se­ro chie­den­do. Quan­do poi si è pro­spet­ta­ta l’i­dea di Sar­de­gna che vede­va Zed­da can­di­da­to pre­si­den­te, ho rice­vu­to una pro­po­sta dal grup­po e Tho­mas Castan­gia, che voi cono­sce­te bene, mi ha deli­nea­to uno sce­na­rio inte­res­san­te all’ inter­no di una lista civi­ca che abbrac­cia­va le nostre idee, con com­pa­gni e com­pa­gne di lista dal pro­fi­lo giu­sto per­ché appar­te­nen­ti a per­cor­si civi­ci ammi­ni­stra­ti­vi e per­so­ne che da sem­pre han­no soste­nu­to le nostre bat­ta­glie poli­ti­che sui dirit­ti, sul lavo­ro, sull’ ambien­te, sul­le pari oppor­tu­ni­tà etc. Ho pre­so qual­che gior­no per pen­sar­ci e sen­ti­re le per­so­ne che mi han­no sem­pre soste­nu­ta. Que­ste mi han­no incen­ti­va­to, così ho accet­ta­to. La can­di­da­tu­ra rap­pre­sen­ta­va le istan­ze di un grup­po, da qui il mot­to “Ci Sia­mo” che ci ha accom­pa­gna­to in que­sto percorso.

A tal pro­po­si­to una curio­si­tà: da quan­to tem­po mili­ta in Possibile?
Nel novem­bre del 2015 deci­si di non rin­no­va­re la tes­se­ra del PD, par­ti­to in cui mili­ta­vo ma nel qua­le non riu­sci­vo più a rico­no­scer­mi. Ho par­te­ci­pa­to a diver­si Poli­ti­camp e ho sem­pre sen­ti­to quel­la la mia comu­ni­tà poli­ti­ca ma lascia­re un par­ti­to gran­de e strut­tu­ra­to nel qua­le abbia­mo fat­to diver­se bat­ta­glie a livel­lo loca­le e nazio­na­le per pro­va­re a cam­biar­lo, non è sta­to semplice.Quando è nato Pos­si­bi­le l’ho sem­pre guar­da­to con inte­res­se, nel 2016 dopo l’e­spe­rien­za del­la cam­pa­gna elet­to­ra­le dove ero can­di­da­ta, in una lista civi­ca, a Sin­da­co di Elmas (il mio pae­se) ave­vo biso­gno di un luo­go dove poter­mi con­fron­ta­re, dia­lo­ga­re ed eser­ci­ta­re la mia atti­vi­tà poli­ti­ca; così ho deci­so di iscri­ver­mi nel par­ti­to che più mi rap­pre­sen­ta­va, Possibile.

Al di là di alcu­ni esem­pi posi­ti­vi, in poli­ti­ca come nel­la socie­tà, esi­ste una evi­den­te que­stio­ne fem­mi­ni­le. L’ha riscon­tra­ta in que­sti mesi in manie­ra diret­ta duran­te la sua atti­vi­tà poli­ti­ca e in cam­pa­gna elettorale?
Esi­ste anco­ra nel­la nostra socie­tà la dise­gua­glian­za tra uomo e don­na, nei ruo­li come nel­le retri­bu­zio­ni. È una dise­gua­glian­za che è anzi­tut­to cul­tu­ra­le. In que­sta tor­na­ta elet­to­ra­le, per la pri­ma vol­ta alle regio­na­li, si è vota­to con la dop­pia pre­fe­ren­za di gene­re. Nel­la nostra lista civi­ca, Sar­de­gna in Comu­ne, diver­si can­di­da­ti e can­di­da­te han­no scel­to di non uti­liz­za­re la for­mu­la del “tic­ket”. Ho sem­pre pen­sa­to che per noi don­ne que­sto mec­ca­ni­smo elet­to­ra­le del­la dop­pia pre­fe­ren­za può non esse­re neces­sa­ria­men­te un van­tag­gio; anche in que­sta cam­pa­gna elet­to­ra­le abbia­mo visto diver­se can­di­da­te uti­liz­za­te al solo fine di eleg­ge­re il can­di­da­to uomo; per que­sto moti­vo io ho deci­so di chie­de­re il con­sen­so su di me e sul­le pro­po­ste su cui ho pre­so un impe­gno, lascian­do le per­so­ne libe­re di sce­glie­re se espri­me­re l’altra pre­fe­ren­za o meno.

Sul pia­no nazio­na­le come è pos­si­bi­le affron­ta­re la dispa­ri­tà di genere?
Non so se la dispa­ri­tà di gene­re pos­sa e deb­ba esse­re affron­ta­ta in manie­ra distin­ta sul pia­no nazio­na­le o loca­le. Si deve vin­ce­re una bat­ta­glia cul­tu­ra­le e non la vin­ce­re­mo con la con­trap­po­si­zio­ne, per­ché la que­stio­ne pari­tà  è anche maschi­le. Per vin­cer­la occor­re che don­ne e uomi­ni lavo­ri­no assie­me, nel­la socie­tà e nel­le isti­tu­zio­ni e lavo­ri­no a poli­ti­che che, dal­la scuo­la al mon­do del lavo­ro, ci por­ti­no ad accet­ta­re le dif­fe­ren­ze e al con­tem­po a garan­ti­re pari oppor­tu­ni­tà. In una socie­tà fon­da­ta su que­sti due pila­stri le don­ne saran­no pro­ta­go­ni­ste, non ho dubbi.

Pas­sia­mo all’a­spet­to poli­ti­co: l’e­spe­rien­za por­ta­ta avan­ti in Sar­de­gna cosa può insegnare?
Anche in Sar­de­gna il ven­to di destra si è sen­ti­to for­te. A pre­scin­de­re dal risul­ta­to fina­le che pur­trop­po non ha visto Mas­si­mo Zed­da vin­ci­to­re di que­sta tor­na­ta elet­to­ra­le, una cosa è  risul­ta­ta chia­ra, gli elet­to­ri chie­do­no azio­ni con­cre­te per ritro­va­re una for­ma di dia­lo­go e con­fron­to tra le par­ti in manie­ra tale da poter soste­ne­re can­di­da­ti nuo­vi con idee fre­sche e inno­va­ti­ve. Come Pos­si­bi­le, in Sar­de­gna, abbia­mo fat­to una scel­ta pre­ci­sa, abbia­mo costrui­to un pro­get­to civi­co “Sar­de­gna in Comu­ne” a soste­gno del pro­get­to di cen­tro­si­ni­stra gui­da­to da Mas­si­mo Zed­da. La lista era com­po­sta da per­so­ne che come noi ave­va­no una mili­tan­za in pro­get­ti nazio­na­li ma anche da tan­tis­si­mi can­di­da­ti e can­di­da­te che pur non rico­no­scen­do­si in un par­ti­to veni­va­no da espe­rien­ze loca­li di impe­gno ammi­ni­stra­ti­vo, sin­da­ca­le, del ter­zo set­to­re, per­so­ne che ave­va­no fat­to bat­ta­glie sul­l’am­bien­te i dirit­ti e l’u­gua­glian­za da noi sem­pre con­di­vi­se e sup­por­ta­te. Abbia­mo otte­nu­to un otti­mo risul­ta­to e sia­mo riu­sci­ti ad eleg­ge­re una don­na, una del­le poche elet­te in con­si­glio regionale.
Sono con­vin­ta che sia neces­sa­rio apri­re una seria rifles­sio­ne su un model­lo di sini­stra plu­ra­le che si rispet­ti e che dia voce a tut­ti per poter rico­strui­re pez­zo per pez­zo un’i­dea di Pae­se capa­ce di dare rispo­ste con­cre­te e con­vin­cen­ti alle tan­te aspet­ta­ti­ve di tan­te per­so­ne. È neces­sa­rio inol­tre lavo­ra­re tan­to sui ter­ri­to­ri, sia quel­li più inter­ni che nel­le peri­fe­rie del­le cit­tà, que­sto per riav­vi­ci­nar­ci e ritro­va­re un con­tat­to con­cre­to con le per­so­ne col­man­do il vuo­to per­ce­pi­to dai cittadini.

La lista Sar­de­gna in Comu­ne, con cui è sta­ta elet­ta, ha otte­nu­to un buon risul­ta­to. Tut­ta­via, le ele­zio­ni sono sta­te vin­te net­ta­men­te dal cen­tro­de­stra. Qua­li sono le pro­spet­ti­ve per la Regio­ne nei pros­si­mi anni?
Il neo elet­to pre­si­den­te Soli­nas non è sta­to chia­ro sul­le poli­ti­che che vuo­le por­ta­re avan­ti per la Sar­de­gna, anche per­ché si è fat­to sosti­tui­re dai vari lea­der nazio­na­li duran­te tut­ta la cam­pa­gna elet­to­ra­le. Non cono­sco la sua idea di Sar­de­gna, ma noi tut­ti auspi­chia­mo che non gesti­sca l’isola come ha gesti­to l’Assessorato ai tra­spor­ti, quan­do fu asses­so­re del­la giun­ta Capel­lac­ci; ricor­dia­mo infat­ti il fal­li­men­to del­la flot­ta sar­da e i tan­tis­si­mi sol­di pub­bli­ci sper­pe­ra­ti. Il nostro ruo­lo in con­si­glio regio­na­le sarà all’opposizione e sare­mo vigi­li su tut­te le questioni.

E in par­ti­co­la­re su quali?
La nostra iso­la ha un poten­zia­le ine­spres­so. Per sta­re su alcu­ne que­stio­ni spe­ci­fi­che, noi sap­pia­mo che è neces­sa­rio fin da subi­to rive­de­re la mac­chi­na ammi­ni­stra­ti­va regio­na­le per rispon­de­re in tem­pi bre­vi e cer­ti alle esi­gen­ze dei cit­ta­di­ni. Urba­ni­sti­ca, tra­spor­ti, set­to­re agro-pasto­ra­le, turi­smo, sport, cul­tu­ra  come ho det­to pri­ma sono tut­te tema­ti­che che devo­no esse­re ripen­sa­te in ter­mi­ni di svi­lup­po inno­va­ti­vo e di qua­li­tà, capa­ce di por­ta­re nuo­va occu­pa­zio­ne nel rispet­to dell’ambiente. Inol­tre dob­bia­mo far­ci tro­va­re pron­ti per­ché nel­la nuo­va pro­gram­ma­zio­ne euro­pea 2021–2027 la Sar­de­gna tor­ne­rà in obiet­ti­vo 1 (Regio­ni euro­pee poco svi­lup­pa­te) que­sto con­sen­ti­rà all’ iso­la di rice­ve­re mol­te più risor­se dall’Europa. Dob­bia­mo far­ci tro­va­re pron­ti, ser­vi­ran­no com­pe­ten­ze sia nel­la mac­chi­na regio­na­le che nei comu­ni per uti­liz­za­re al meglio i fon­di euro­pei e crea­re attra­ver­so pro­get­ti spe­ci­fi­ci nuo­ve oppor­tu­ni­tà, in par­ti­co­la­re per i gio­va­ni, che con­sen­ta­no alla Sar­de­gna di per­cor­re­re nuo­ve stra­de per lo svi­lup­po. Sono cer­ta che se la nostra ter­ra saprà sfrut­ta­re al meglio Il suo poten­zia­le potreb­be dav­ve­ro diven­ta­re una fra le real­tà più fio­ren­ti d’ Italia.

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