Gratteri e la cannabis: all’ideologia rispondiamo con i dati

Spiace veramente, leggere oggi l’intervista del procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, in risposta alla posizione favorevole del Procuratore Nazionale Antimafia alla legalizzazione delle droghe leggere.

Spia­ce vera­men­te, leg­ge­re oggi l’intervista del pro­cu­ra­to­re di Catan­za­ro, Nico­la Grat­te­ri, in rispo­sta alla posi­zio­ne favo­re­vo­le del Pro­cu­ra­to­re Nazio­na­le Anti­ma­fia alla lega­liz­za­zio­ne del­le dro­ghe leg­ge­re.

Spia­ce per­ché da un pro­cu­ra­to­re capo — per il lavo­ro del qua­le e dei suoi col­la­bo­ra­to­ri riba­dia­mo la nostra sti­ma — di una pro­cu­ra così espo­sta ai pro­ble­mi del­la cri­mi­na­li­tà orga­niz­za­ta ci si aspet­te­reb­be una posi­zio­ne più “con­sa­pe­vo­le” e ragio­na­ta sul­la que­stio­ne droghe/criminalità e meno ideo­lo­gi­ca.

Spia­ce per­ché alcu­ni dei dati che por­ta a sup­por­to del­la sua tesi sono fal­si. Non erra­ti, non cam­pa­ti in aria: pro­prio fal­si, con il dub­bio che que­sti dati sia­no ripor­ta­ti con una dose di dolo, o alme­no col­pa grave.

Venia­mo all’intervista. Già la par­ten­za è tut­ta un programma :

«Pen­so che uno sta­to demo­cra­ti­co non si pos­sa per­met­te­re il lus­so di libe­ra­liz­za­re ciò che pro­vo­ca dan­ni alla salu­te dei cit­ta­di­ni».

Una sola fra­se con 2 erro­ri, uno tec­ni­co ed uno pra­ti­co, il pri­mo è che il mer­ca­to del­le dro­ghe (tut­te) è già libe­ra­liz­za­to (la paro­la cor­ret­ta era “lega­liz­za­to”), poi­ché in qual­sia­si posto del nostro pae­se, in un modo o in un altro, rie­sci sem­pre a recu­pe­ra­re le sostan­ze che vuoi, sen­za trop­pe dif­fi­col­tà. Il secon­do è che, a quan­to mi risul­ta, sostan­ze come l’alcol ed il tabac­co sono per­fet­ta­men­te lega­li, pur pro­vo­can­do diver­se deci­ne di miglia­ia di deces­si diret­ta­men­te col­le­ga­ti con il pro­prio uso, o più spes­so, abu­so. Men­tre la let­te­ra­tu­ra scien­ti­fi­ca e medi­ca non con­tem­pla la pos­si­bi­li­tà di mor­te cor­re­la­ta al solo uso e abu­so di can­na­bis. Quin­di, dott. Grat­te­ri, secon­do il suo ragio­na­men­to dovrem­mo vie­ta­re alcol e tabac­co e lega­liz­za­re la can­na­bis, corretto?

Pro­se­guia­mo con l’analisi :

«Il gua­da­gno che si sot­trar­reb­be alle mafie è qua­si ridi­co­lo rispet­to a quan­to la cri­mi­na­li­tà trae dal traf­fi­co di cocai­na e eroi­na. Un gram­mo di eroi­na costa 50 euro, un gram­mo di mari­jua­na costa 4 euro. Non c’è para­go­ne dal pun­to di vista economico».

In que­sta fra­se un altro erro­re tec­ni­co ed un fat­to sot­ta­ciu­to, for­se per col­pa, for­se per dolo: l’errore tec­ni­co sta nel prez­zo del­la can­na­bis, che è più del dop­pio (cir­ca 10 euro al gram­mo, che ridu­ce la dif­fe­ren­za dall’8% al 20%). Ma quel­lo che Grat­te­ri si scor­da di ricor­da­re, for­se col­pe­vol­men­te, è che i con­su­ma­to­ri di eroi­na sono infi­ni­ta­men­te meno rispet­ti a quel­li del­la can­na­bisGli ulti­mi dati dispo­ni­bi­li par­la­no infat­ti del 2% del­la popo­la­zio­ne 15–64 anni che ha fat­to uso di eroi­na, con­tro il 32% del­la cannabis.

Rifac­cia i con­ti caro pro­cu­ra­to­re: è pro­prio sicu­ro che non ci sia para­go­ne dal pun­to di vista eco­no­mi­co? Ha ragio­ne! Con la can­na­bis la cri­mi­na­li­tà gua­da­gna mol­to di più.

Con­clu­do con la spas­so­sis­si­ma fra­se con­clu­si­va, che se fos­se det­ta da un qual­sia­si vec­chiet­to in un bar l’avrei potu­ta accet­ta­re, da un pro­cu­ra­to­re gene­ra­le del­la Repub­bli­ca, sin­ce­ra­men­te no :

«Le atti­vi­tà inve­sti­ga­ti­ve dimo­stra­no che le orga­niz­za­zio­ni cri­mi­na­li che ven­do­no al det­ta­glio gli stu­pe­fa­cen­ti diver­si­fi­ca­no e quin­di spac­cia­no cocai­na, eroi­na, ma anche mari­jua­na, hashish e dro­ghe sin­te­ti­che. Non vedo una disper­sio­ne di uomi­ni e mezzi».

Ogni gior­no leg­go di noti­zie di arre­sti di peri­co­lo­si spac­cia­to­ri che ave­va­no in casa maga­ri sol­tan­to un paio di pian­ti­ne, che poi devo­no subi­re san­zio­ni ammi­ni­stra­ti­ve e maga­ri anche un pro­ces­so per pro­du­zio­ne e spac­cio. Non esi­sto­no dati pub­bli­ci repe­ri­bi­li, ma mi sen­to di dire che in que­sto momen­to in Ita­lia ci sia­no cen­ti­na­ia di casi così, o maga­ri addi­rit­tu­ra miglia­ia, ma il pro­cu­ra­to­re non vede disper­sio­ne di uomi­ni e mezzi…

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Le aree interne vanno rigenerate, non “accompagnate in un percorso di spopolamento irreversibile”.

All’o­biet­ti­vo 4 del nuo­vo Pia­no Stra­te­gi­co Nazio­na­le Aree Inter­ne 2021–2027 capeg­gia la dici­tu­ra: “accom­pa­gna­men­to in un per­cor­so di spo­po­la­men­to irreversibile”.

È così che il gover­no Melo­ni par­la di 13 milio­ni di per­so­ne, 4000 comu­ni, col­lo­ca­ti lun­go tut­ta la Peni­so­la, per un tota­le cir­ca del 60% del ter­ri­to­rio nazio­na­le. Paro­le irri­ce­vi­bi­li, che dimo­stra­no quan­to poco si com­pren­da l’importanza che pos­so­no ave­re le aree inter­ne, e il ter­ri­to­rio mon­ta­no in par­ti­co­la­re, per il con­tra­sto all’emergenza cli­ma­ti­ca e per il cro­gio­lo di espe­rien­ze, spe­ri­men­ta­zio­ni e dia­lo­go che contengono.