Debiti PA, era tutto risolto

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E così la Mon­ta­gna dei debi­ti del­la Pub­bli­ca Ammi­ni­stra­zio­ne è ancor tut­ta lì, inos­si­da­bi­le, nono­stan­te le pro­mes­se e gli annun­ci. A Mar­zo, il pre­si­den­te del Con­si­glio, ospi­te di Vespa a Por­ta a Por­ta, sta­bi­li­va una data cer­ta per il rag­giun­gi­men­to del­la quo­ta di 68 miliar­di di euro di paga­men­ti ero­ga­ti. A Ren­zi pia­ce l’azzardo, ma que­sta vol­ta ha per­so la scom­mes­sa. Per­ché né la sca­den­za ini­zia­le, fis­sa­ta a fine Luglio, né quel­la rivi­sta e cor­ret­ta del 21 set­tem­bre, sono sta­te rispet­ta­te. Ren­zi non paghe­rà pegno (il pel­le­gri­nag­gio a pie­di al Mon­te Sena­rio) e non sem­bra che Vespa voglia paga­re al posto suo.

Tut­ta­via è abba­stan­za evi­den­te che su un tema così deli­ca­to — in fin dei con­ti sono pur sta­ti ero­ga­ti cir­ca 30 miliar­di di euro, una mano­vra eco­no­mi­ca — non ci si dovreb­be dilun­ga­re in sipa­riet­ti tele­vi­si­vi e in scom­mes­se che si sa di per­de­re. Il pro­ble­ma non è gesti­bi­le con una buo­na comu­ni­ca­zio­ne, è ben altro: è un tar­lo siste­mi­co che que­sto pae­se non sem­bra in gra­do di cura­re. Tan­to che l’ammontare esat­to del debi­to del­la PA non è noto. L’ultima sti­ma di Ban­ki­ta­lia risa­le allo scor­so Mag­gio quan­do, in sede di rela­zio­ne annua­le, il gover­na­to­re Igna­zio Visco affer­ma­va che “l’an­no scor­so ave­va­mo una sti­ma di debi­ti sca­du­ti di 90 miliar­di, ades­so abbia­mo una cifra attor­no ai 75 miliar­di” (1). Cio­no­no­stan­te, Ren­zi e il Mef segui­ta­va­no ad indi­ca­re quo­ta 68 miliar­di come obbiet­ti­vo da rispet­ta­re. Per il mini­stro Padoan, inter­vi­sta­to dal Cor­rie­re del­la Sera ad Ago­sto, il pro­ble­ma dei debi­ti del­la PA è “di fat­to, risolto”:

Il mec­ca­ni­smo del­lo scon­to fat­tu­re pres­so le ban­che è decol­la­to e sta fun­zio­nan­do mol­to bene […] Ad ago­sto le impre­se sono cor­se a pre­sen­ta­re le istan­ze di auto­cer­ti­fi­ca­zio­ne dei cre­di­ti: com­ples­si­va­men­te sono qua­si 55 mila auto­cer­ti­fi­ca­zio­ni, per un impor­to di cir­ca 6 miliar­di. Che si aggiun­go­no ai 26 già paga­ti con le anti­ci­pa­zio­ni di teso­re­ria. Ci aspet­tia­mo che le cer­ti­fi­ca­zio­ni cre­sca­no anco­ra, come i rim­bor­si (Cor­rie­re del­la Sera, 27/08/2014).

Se fos­se dav­ve­ro risol­to, avrem­mo cer­ta­men­te un’idea più chia­ra del mon­te dei resi­dui pas­si­vi accu­mu­la­ti sino ad oggi dagli enti loca­li, eppu­re que­sta cifra non la cono­scia­mo. Vi sono dif­fi­col­tà intrin­se­che nel moni­to­rag­gio di tale debi­to, i nume­ri sono mol­to diver­si fra di loro, frut­to di sti­me mol­to diver­se fra di loro: varia­no da 90 miliar­di (dato del 2013) di Ban­ki­ta­lia, ai 130 del­la CGIA di Mestre. L’ammontare dei resi­dui pas­si­vi matu­ra­ti nel 2013 era pari al 59,1% del­le fat­tu­re emes­se. Nel 2014, nei pri­mi tre mesi dell’anno, la pub­bli­ca ammi­ni­stra­zio­ne non ave­va sal­da­to il 53,9% del­le fat­tu­re sca­du­te (2). Il calo del 5,2% rispet­to allo stes­so tri­me­stre del 2013 dovreb­be rap­pre­sen­ta­re il mas­si­mo effet­to ope­ra­to dal nuo­vo cor­po nor­ma­ti­vo, matu­ra­to fra i gover­ni Mon­ti e Let­ta e rima­sto sostan­zial­men­te tale nel­le cifre stanziate.

Le rifor­me con­ten­go­no nor­me sul­la ridu­zio­ne dei tem­pi dei paga­men­ti, che però resta­no lun­ghis­si­mi, spe­cie per la sani­tà: “l’Associazione arti­gia­ni e pic­co­le impre­se segna­la­va per il 2013 paga­men­ti luma­ca fino a 170, anche 210 gior­ni dopo l’emissione del­la fat­tu­ra”. Secon­do i dati Cer­ved, nel pri­mo tri­me­stre del 2014, la Pub­bli­ca ammi­ni­stra­zio­ne ha sal­da­to media­men­te in 96,1 gior­ni con­tro i 107,4 del­lo stes­so perio­do 2013: un miglio­ra­men­to di 11,2 gior­ni che non inte­res­sa le fat­tu­re del­le Asl, sal­da­te in media entro i 180 giorni.

Nep­pu­re la fat­tu­ra­zio­ne elet­tro­ni­ca è ascri­vi­bi­le alle ope­re di que­sto gover­no: è sta­ta intro­dot­ta nel 2007 (Padoa Schiop­pa), ed è sta­ta ogget­to di rifor­ma e com­ple­ta­men­to da par­te del gover­no Let­ta, con il D.L. 55/2013. E’ sta­ta avvia­ta da trop­po poco tem­po (6 Giu­gno 2014) e solo per mini­ste­ri, agen­zie fisca­li ed enti nazio­na­li di pre­vi­den­za; gli enti loca­li e la sani­tà saran­no obbli­ga­te solo dal 31 Mar­zo 2015. Ma le sca­den­ze non sono mai peren­to­rie, lo sappiamo.

Il decre­to Mon­ti (35/2013) sta­bi­li­va tre linee di inter­ven­to: una diret­ta, prin­ci­pal­men­te tra­mi­te liqui­di­tà mes­sa a dispo­si­zio­ne del­la Cdp e allen­ta­men­to del pat­to di sta­bi­li­tà; una di com­pen­sa­zio­ne, tra­mi­te scon­to sul debi­to fisca­le del­le impre­se coin­vol­te; la ter­za, di tipo indi­ret­to, che sareb­be poi la ces­sio­ne del cre­di­to. Dei pre­vi­sti 57 miliar­di di euro, som­ma del­le dispo­si­zio­ni dei due decre­ti Mon­ti e Let­ta, sono sta­ti ero­ga­ti — a tut­to Luglio 2014 — solo 30 miliar­di cir­ca, di cui alme­no 7,2 miliar­di deri­va­no dal­la ‘con­ces­sio­ne di spa­zi finan­zia­ri’: i cosid­det­ti allen­ta­men­ti del pat­to di sta­bi­li­tà. Di que­sti ulti­mi non cono­scia­mo i dati sul loro impie­go, tut­ta­via gli spa­zi del­la fles­si­bi­li­tà inter­na sono ormai esau­ri­ti al 98% e tut­to­ra non sono chia­ri gli effet­ti sul defi­cit e sul debi­to. Il Gover­no ave­va pre­vi­sto che l’au­men­to del­lo stock di debi­to (pari all’in­te­ro ammon­ta­re degli inter­ven­ti) potes­se rien­tra­re tra i cosid­det­ti “fat­to­ri rile­van­ti”, pre­si in con­si­de­ra­zio­ne dal­la Com­mis­sio­ne Euro­pea ai fini di non atti­va­re una nuo­va pro­ce­du­ra di infra­zio­ne. Ma non esi­ste, per ora, alcu­na deci­sio­ne del­la Com­mis­sio­ne in merito.

Le anti­ci­pa­zio­ni di teso­re­ria, inol­tre, non libe­ra­no gli enti loca­li dal debi­to, che rima­ne in capo agli stes­si, tra­sfor­ma­to in un mutuo tren­ten­na­le ver­so la Cas­sa Depo­si­ti e Pre­sti­ti. Il tas­so di inte­res­se appli­ca­to è pari al ren­di­men­to di mer­ca­to dei Buo­ni Polien­na­li del Teso­ro a 5 anni in cor­so di emis­sio­ne rile­va­to dal Mef. In caso di man­ca­to paga­men­to, l’Agenzia del­le Entra­te trat­tie­ne le som­me rela­ti­ve sul rela­ti­vo get­ti­to dell’Imposta Muni­ci­pa­le. Inol­tre, in caso di aumen­to del ren­di­men­to di mer­ca­to dei BTP o, guar­dan­do­la da un’altra pro­spet­ti­va, di aumen­to del­lo Spread fra BTP e Bund, la spe­sa per inte­res­si degli enti loca­li è desti­na­ta anch’es­sa ad aumentare.

Che dire degli altri stru­men­ti pre­vi­sti? Per poter effet­tua­re la com­pen­sa­zio­ne dei debi­ti fisca­li è neces­sa­rio il decre­to attua­ti­vo pre­vi­sto dall’articolo 12, com­ma 7‑bis del D.L. Desti­na­zio­ne Ita­lia n. 145/2013. Il decre­to non ha anco­ra visto la luce, anche se la nor­ma pre­ve­de­va la sua emis­sio­ne entro 90 gior­ni dall’entrata in vigo­re del Desti­na­zio­ne Ita­lia. La prin­ci­pa­le modi­fi­ca dovreb­be riguar­da­re la data di iscri­zio­ne a ruo­lo di tali debiti:

Secon­do la dispo­si­zio­ne ori­gi­na­ria, una del­le con­di­zio­ni pre­vi­ste al fine di bene­fi­cia­re del­la com­pen­sa­zio­ne riguar­da la data di noti­fi­ca dei ruo­li. Infat­ti, sono com­pen­sa­bi­li i debi­ti per le som­me già iscrit­te a ruo­lo su car­tel­le esat­to­ria­li ed altri atti, a con­di­zio­ne che la noti­fi­ca sia avve­nu­ta entro il 31 dicem­bre 2012 […] Con il decre­to attua­ti­vo sarà pos­si­bi­le la com­pen­sa­zio­ne con i debi­ti tri­bu­ta­ri iscrit­ti nei ruo­li noti­fi­ca­ti entro il 31 mar­zo 2014 (3).

Nell’intervista al Cor­rie­re, Padoan descri­ve­va il suc­ces­so del­la for­mu­la del­la ces­sio­ne del cre­di­to: “il mec­ca­ni­smo del­lo scon­to fat­tu­re pres­so le ban­che è decol­la­to e sta fun­zio­nan­do mol­to bene”. Per acce­de­re a tale pro­ce­du­ra, è neces­sa­ria la cer­ti­fi­ca­zio­ne del pro­prio cre­di­to. Ma tan­t’è, l’au­men­to regi­stra­to nell’ultimo mese, è avve­nu­to per­ché si era in pros­si­mi­tà del 23 ago­sto, dead­li­ne per cer­ti­fi­ca­re i cre­di­ti matu­ra­ti al 31/12/2013 e per i qua­li appun­to si inten­da pro­ce­de­re con il mec­ca­ni­smo del­la ces­sio­ne (che, nel frat­tem­po, con il decre­to 66/2014, ha otte­nu­to la garan­zia del­lo Sta­to). Nes­su­no si era occu­pa­to di infor­ma­re anzi­tem­po le impre­se del­la immi­nen­te sca­den­za. Il 20 ago­sto è sta­ta pub­bli­ca­ta in Gaz­zet­ta Uffi­cia­le la con­ver­sio­ne del decre­to n. 91/2014, con­te­nen­te la pro­ro­ga del­la cer­ti­fi­ca­zio­ne al 31 ottobre.

Inte­res­san­te anche il mec­ca­ni­smo con il qua­le le ban­che cedo­no a loro vol­ta il cre­di­to alla Cas­sa depo­si­ti e pre­sti­ti. E’ sta­ta sot­to­scrit­ta una con­ven­zio­ne, deno­mi­na­ta Pla­fond Debi­ti PA, da par­te dell’Associazione Ban­ca­ria Ita­lia­na e la stes­sa Cdp: un fon­do pari a cir­ca 10 miliardi.

“La Cas­sa potrà acqui­si­re dal­le ban­che e dagli inter­me­dia­ri finan­zia­ri i cre­di­ti che le impre­se van­ta­no nei con­fron­ti del­la PA, ride­fi­nen­do in favo­re del­la PA ter­mi­ni e con­di­zio­ni di paga­men­to dei rela­ti­vi debi­ti”  (dal Comu­ni­ca­to stam­pa Cdp del 5 Agosto).

Cdp è il ter­mi­na­le sia del­le ope­ra­zio­ni di ces­sio­ne cre­di­to, sia del­le ope­ra­zio­ni di anti­ci­pa­zio­ne di teso­re­ria: in ogni caso, gli Enti Loca­li diver­ran­no debi­to­ri ver­so Cdp. Le con­di­zio­ni, che Padoan giu­di­ca van­tag­gio­se, per la ces­sio­ne del cre­di­to, sono un costo pari al 1,9% del cre­di­to mede­si­mo (1,6% per la par­te che supe­ra la soglia di 50 mila euro) in ragio­ne d’anno, quin­di per un cre­di­to matu­ra­to su un paga­men­to in ritar­do di 1 anno e 7 mesi, dovreb­be esse­re detrat­to due vol­te il pre­lie­vo di 1,90%.

Infi­ne, la tra­spa­ren­za: ciò che era sta­to pre­vi­sto dal nuo­vo cor­pus nor­ma­ti­vo sui paga­men­ti del­la PA è ben diver­so dal­la pras­si mes­sa in ope­ra nel perio­do Feb­bra­io-Luglio 2014, perio­do in cui dal Mef non era tra­pe­la­to più nul­la. Nel mede­si­mo perio­do, i paga­men­ti sono rima­sti pra­ti­ca­men­te fer­mi; a feb­bra­io era sta­to paga­to qua­si l’80–85% del­le som­me mes­se a dispo­si­zio­ne per il 2013; era, di fat­to, fini­ta la liqui­di­tà dispo­sta da Mon­ti-Let­ta e man­ca­va­no i decre­ti dei ripar­ti del­le nuo­ve som­me, dispo­ste sol­tan­to a fine Giugno.

La comu­ni­ca­zio­ne uffi­cia­le par­la di 57 miliar­di tota­li mes­si a dispo­si­zio­ne, ma è un valo­re pro­gres­si­vo che trae in ingan­no: tie­ne infat­ti in con­si­de­ra­zio­ne i paga­men­ti effet­tua­ti e le som­me non anco­ra dispo­ste. Per il 2014 dovreb­be­ro esser­ci a dispo­si­zio­ne alme­no 14 miliar­di di anti­ci­pi del­la Cdp, ma per ora ne sono sta­ti deli­be­ra­ti solo 3. Come dire, era tut­to risolto.

Sito­gra­fia

(1) Il Sole 24 Ore, 30/05/2014 — http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/art/infrastrutture24/2014–05-30/banca-italia-ancora-miliardi-114602.php?uuid=AbYSY5oJ

(2) Il Fat­to Quo­ti­dia­no, 20/07/2014 — http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/20/debiti-pa-la-sanita-resta-lentissima-sei-mesi-per-pagare-una-fattura/1064696/

(3) Ipsoa.it, 21/08/2014 — http://www.ipsoa.it/documents/fisco/riscossione/quotidiano/2014/08/21/compensazione-debiti-fiscali-e-crediti-verso-la-pa-in-arrivo-un-estensione-pro-contribuenti

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