Brexit, Civati: Non bisogna abbandonarsi alla paura

Non è più il tempo dei distinguo e di cercare 'piani B', e nemmeno bisogna abbandonarsi alla paura e allo sconforto. È il tempo di una grande mobilitazione politica che coinvolga direttamente i cittadini. La nota del segretario nazionale di Possibile Pippo Civati.

L’e­si­to del refe­ren­dum sul­la Bre­xit non è un cam­pa­nel­lo d’al­lar­me, le cam­pa­ne ormai suo­na­no da anni. Que­sto però non è più il tem­po dei distin­guo e di cer­ca­re ‘pia­ni B’, e nem­me­no biso­gna abban­do­nar­si alla pau­ra e allo scon­for­to. E’ il tem­po di una gran­de mobi­li­ta­zio­ne poli­ti­ca che coin­vol­ga diret­ta­men­te i cit­ta­di­ni. Non può risol­ver­si tut­to nel sum­mit tra i Gover­ni, non è più suf­fi­cien­te”. Lo dice in una nota il depu­ta­to di Pos­si­bi­le Pip­po Civa­ti.

“E’ com­pi­to di tut­te le for­ze pro­gres­si­ste euro­pee — con­ti­nua -, a comin­cia­re da Pode­mos impe­gna­ta in que­ste ore per le ele­zio­ni in Spa­gna, pro­muo­ve­re una poli­ti­ca diver­sa in Euro­pa, anzi la ‘Poli­ti­ca’, per­chè è que­sta che è man­ca­ta.

In que­sta fase l’Eu­ro­pa non ha una poli­ti­ca stra­te­gi­ca sul Medi­ter­ra­neo e sul­le migra­zio­ni, sul­la pover­tà e sul­le dise­gua­glian­ze, sono spa­ri­ti i vari ‘pia­ni’ e non si è data rispo­sta alla voca­zio­ne prin­ci­pa­le del­l’U­nio­ne, ovve­ro quel­la di garan­ti­re benes­se­re e cre­sci­ta socia­le e cul­tu­ra­le a tut­ti i suoi cit­ta­di­ni. Le for­ze pro­gres­si­ste euro­pee — con­clu­de — devo­no solo recu­pe­ra­re la loro iden­ti­tà e gui­da­re i pro­ces­si che i gover­ni cen­tra­li con­ser­va­to­ri e le ban­che han­no ampia­men­te dimo­stra­to di uti­liz­za­re per fini propri”.

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Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

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“La repres­sio­ne è l’u­ni­co vero cre­do di que­sto gover­no, come dimo­stra­no la vicen­da del DDL Sicu­rez­za, gli ina­spri­men­ti del­le pene per chi pro­te­sta, la gestio­ne musco­la­re del­le piaz­ze, quel­lo che avvie­ne all’in­ter­no del­le carceri.
Una visio­ne a cui ci oppo­nia­mo con tut­ta la nostra for­za, men­tre lot­tia­mo per una cit­tà ospi­ta­le, inclu­si­va, che pen­si alla qua­li­tà del­la vita, l’ambiente e l’erogazione di ser­vi­zi essen­zia­li e non alla spe­cu­la­zio­ne immo­bi­lia­re e al pro­fit­to a tut­ti i costi.”

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