Avellino, malumori nel Pd e lettere a Renzi. “Non ci resta che piangere”

Il Consiglio comunale di Avellino diventa l’allegra dependance del Nazareno. Se l’esperienza amministrativa continuerà o meno non lo si deciderà in aula, dove ciascun consigliere risponde alla città e a chi lo ha eletto. Le decisioni vengono prese al civico 16 di via Sant'Andrea delle Fratte. A Roma.

In un tor­ri­do pome­rig­gio di ago­sto, nell’ultima pro­vin­cia dell’impero ren­zia­no, capi­ta­no anco­ra cer­ti fat­ti che non si cre­de­reb­be­ro rea­li se non fos­se­ro docu­men­ta­ti dal­la stam­pa loca­le. Eh sì, la ver­de Irpi­nia, ter­ra di inge­gni altis­si­mi e di talen­ti, gene­ro­sa ci offre anco­ra l’occasione di stu­pir­ci. Nel suo viag­gio elet­to­ra­le in que­sta pro­vin­cia, De Sanc­tis avrà cer­ta­men­te col­to quel­lo che oggi si mostra nel­la sua evi­den­za e che a me anco­ra sfug­ge (devo rileg­ger­lo, uno di que­sti gior­ni, ed impa­ra­re a coglie­re i riman­di che si nascon­do­no tra le righe!). La rap­pre­sen­tan­za poli­ti­ca non è solo la con­nes­sio­ne sen­ti­men­ta­le con il popo­lo, l’autonomia nel­lo svol­gi­men­to del man­da­to, la liber­tà di sce­glie­re votan­do per ciò che è giu­sto per i più e non per ciò che si deve per i pochi, il rispet­to del pat­to con l’elettorato… Tut­to que­sto deve esse­re un con­cet­to supe­ra­to, se, per l’appunto, mi imbat­to in que­sto curio­so episodio.

Pochi gior­ni fa un copio­so grup­po tra con­si­glie­ri comu­na­li in cari­ca ed ex Pd di Avel­li­no ha deci­so di scri­ve­re una let­te­ra, anzi no, due let­te­re a Mat­teo Ren­zi. Tre­di­ci con­si­glie­ri del­la mag­gio­ran­za Pd che sostie­ne un Sin­da­co Pd chie­do­no l’intervento riso­lu­to­re del pre­mier­se­gre­ta­rio che da quel di Rio de Janei­ro, tur­ba­to per la gra­na avel­li­ne­se, sarà di cer­to rien­tra­to al Naza­re­no in tut­ta fretta.

Le due let­te­re descri­vo­no i tre anni di disa­stri dell’Amministrazione comu­na­le da loro stes­si soste­nu­ta nei tre anni di disa­stri. Per cari­tà, non fate il mio stes­so erro­re, però! I con­si­glie­ri comu­na­li del Pd con­si­de­ra­no l’istituto del­la sfi­du­cia roba da dino­sau­ri del­la poli­ti­ca. Cer­to, ci sareb­be la boc­cia­tu­ra del bilan­cio di pre­vi­sio­ne, sì, pro­prio di quel docu­men­to pro­gram­ma­ti­co con cui si finan­zia­no le poli­ti­che comu­na­li. E però anche lo scio­gli­men­to per boc­cia­tu­ra del bilan­cio è una pra­ti­ca da par­ruc­co­ni, va rot­ta­ma­ta, e voi che sie­te topi da biblio­te­ca non pote­te saper­lo: il bilan­cio non si leg­ge più! Caso­mai si twit­ta l’ultima fra­se del­la rela­zio­ne e via col cam­bia­men­to.

E le dimis­sio­ni del­la mag­gio­ran­za dei con­si­glie­ri? Non fun­zio­na così, guar­da­te. Non si può chie­de­re a chi è sta­to elet­to con uno sfor­zo note­vo­le in una duris­si­ma cam­pa­gna elet­to­ra­le, con più di 600 can­di­da­ti, di anda­re a dimet­ter­si dal nota­io sen­za che il ras­si­cu­ran­te para­ca­du­te dei ver­ti­ci del Pd carez­zi per bene l’ansia da rie­le­zio­ne maga­ri cit­ta­di­ne, maga­ri romane!

E quin­di cosa acca­de? Che il Con­si­glio comu­na­le di Avel­li­no diven­ta l’allegra depen­dan­ce del Naza­re­no. Se l’esperienza ammi­ni­stra­ti­va con­ti­nue­rà o meno mica lo si deci­de­rà in aula, dove cia­scun con­si­glie­re rispon­de alla cit­tà e a chi lo ha elet­to, lo si deci­de­rà al civi­co 16 di via San­t’An­drea del­le Frat­te. Per­ché lì vive una stra­na onni­vo­ra crea­tu­ra den­tro cui ogni cosa nasce, cre­sce e si con­su­ma, sen­za rela­zio­ne con i cit­ta­di­ni. Non ci resta che pian­ge­re ver­reb­be da dire, anche per cita­re e para­fra­sa­re quel­la miti­ca sequen­za del­la let­te­ra di Troi­si e Beni­gni al “san­tis­si­mo Savonarola”:

Le due let­te­ri­ne invia­te a Roma han­no ora una luce del tut­to nuova:

Avel­li­no, esta­te due­mi­la­se­di­ci qua­si duemiladiciassette

San­tis­si­mo Ren­zi, quan­to ci pia­ci, scu­sa le vol­ga­ri­tà even­tua­li. C’è che sic­co­me sia­mo tut­ti del Pd e sia­mo tut­ti pre­oc­cu­pa­ti per i disa­stri del Sin­da­co di Avel­li­no, pure lui del Pd, ma che a noi non ci pia­ce pro­prio, potre­sti inter­ve­ni­re Tu per scio­glie­re il Con­si­glio comunale?
Per­ché a noi non ci pia­ce di sfi­du­cia­re il Sin­da­co con una mozio­ne, non ci pia­ce di dimet­ter­ci e non ci pia­ce nem­me­no di boc­cia­re il bilan­cio! Anzi, noi non ci sia­mo pro­prio anda­ti in aula per boc­ciar­lo per que­st’ e quel­lo. E che è, dia­mo­ci una cal­ma­ta, (eh). Oh! Ma qua pare che ogni cosa uno non si può muo­ve­re che que­st’ e quel­lo e pure pe’ te, che hai il refe­ren­dum a otto­bre. Oh!
Ti salu­tia­mo con la nostra fac­cia sot­to ai pie­di e puoi muo­ver­ti quan­to ti pare e pia­ce e noi zit­ti sot­to. I tuoi con­si­glie­ri di prima.

Nadia Ara­ce
Con­si­glie­re comu­na­le Pos­si­bi­le Avellino

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Il quarto Congresso di Possibile, dedicato a Marco Tiberi

Si è aper­to il quar­to Con­gres­so di Pos­si­bi­le, e voglia­mo dedi­car­lo a un ami­co che non c’è più e sul­la cui voce e sul­la cui intel­li­gen­za abbia­mo fat­to così tan­to affi­da­men­to le scor­se vol­te. Mar­co Tibe­ri ci avreb­be mes­so a posto con poche paro­le, andan­do al cuo­re del­le cose, anche quel­le che anco­ra non ave­va­mo pensato.

Discarica di Borgo Montello: le future generazioni meritano un radicale cambio di rotta

Non è più pos­si­bi­le accet­ta­re una mala gestio­ne così gra­ve del­la disca­ri­ca e soprat­tut­to imma­gi­na­re poten­zia­men­ti e modi­fi­che sen­za che sia­no mes­se nero su bian­co anche da un pun­to di vista giu­ri­di­co le respon­sa­bi­li­tà pena­li dei dan­ni ambien­ta­li e alla salu­te che que­sto ter­ri­to­rio sta subendo.