#Amandola: nel rispetto della Terra si possono trovare le risorse per rialzarsi

Da quan­do abbia­mo deci­so di desti­na­re par­te del 2x1000 di Pos­si­bi­le a soste­gno di real­tà pro­dut­ti­ve col­pi­te dal sisma, abbia­mo ini­zia­to a gira­re alla ricer­ca del pro­get­to giu­sto. La pri­ma par­ti­co­la­ri­tà che ci è subi­to sal­ta­ta agli occhi è che ogni per­so­na con cui par­la­va­mo, per quan­to la sua sto­ria fos­se dram­ma­ti­ca e di cose da rimet­te­re in pie­di ce ne fos­se­ro mol­te, pen­sa­va subi­to a con­si­gliar­ci di aiu­ta­re un’altra azien­da o un altra per­so­na in dif­fi­col­tà. L’umiltà e la gene­ro­si­tà di vede­re nell’altro qual­cu­no più meri­te­vo­le di soste­gno è sta­ta fin da subi­to la carat­te­ri­sti­ca che più mi ha col­pi­to fin da quan­do, nel­le pri­mis­si­me set­ti­ma­ne dopo il sisma, ho ini­zia­to a recar­mi con rego­la­ri­tà in que­ste zone. Alle­va­to­ri anzia­ni, con la casa crol­la­ta e gli ani­ma­li sot­to la neve che, quan­do chie­de­vo se aves­se­ro biso­gno di qual­co­sa, mi rispon­de­va­no: “c’è quel­la fami­glia che vive in quel­la rou­lot­te che è mes­sa peg­gio di me, sen­ti loro di cosa han­no biso­gno. Io me la cavo.

Un sen­so di soli­da­rie­tà che oggi appa­re così desue­to è sta­to il pri­mo dei tan­ti inse­gna­men­ti che que­ste per­so­ne mi han­no tra­smes­so in que­sti due anni. Il secon­do è sta­to il gran­de amo­re del­la ter­ra, inte­sa let­te­ral­men­te: il ter­ri­to­rio come ter­ra in cui si vive e si lavo­ra. La ter­ra che ci ospi­ta sul suo suo­lo, che va rispet­ta­ta e custo­di­ta con cura.

Così abbia­mo deci­so di tra­dur­re tut­to ciò nel finan­zia­re un pro­get­to che met­tes­se insie­me la col­la­bo­ra­zio­ne tra azien­de al rispet­to e la valo­riz­za­zio­ne del ter­ri­to­rio.

Il pro­get­to ci è venu­to incon­tro. Era già pron­to sen­za che lo sapes­si­mo, in un pro­to­col­lo di inte­sa tra la Riser­va Natu­ra­le Mon­ta­gna di Tor­ric­chio, l’Università di Came­ri­no, la Comu­nan­za Agra­ria di Tor­ric­chio e alcu­ne azien­de del ter­ri­to­rio intor­no alla Riserva.

Il pro­to­col­lo di inte­sa è sta­to defi­ni­to pro­prio il gior­no pri­ma del ter­re­mo­to e dal quel gior­no anche que­sto pro­get­to si è fermato.

Ce ne par­la Gio­van­ni Ange­li, clas­se 1990, un ragaz­zo pie­no di entu­sia­smo e voglia di fare che nono­stan­te le gran­di dif­fi­col­tà non ha mai smes­so di lavo­ra­re con pas­sio­ne nel suo caseificio.

Ci par­la di que­sto pro­get­to che pun­ta a uno svi­lup­po soste­ni­bi­le, con una serie di atti­vi­tà por­ta­te avan­ti dal­la col­la­bo­ra­zio­ne tra azien­de che fan­no pro­dot­ti di qua­li­tà eccel­len­te, che si impe­gna­no a custo­di­re la riser­va del­la Mon­ta­gna di Tor­ric­chio e di defi­ni­re una serie di azio­ni e un pro­gram­ma in comu­ne di even­ti e di occa­sio­ni di pro­mo­zio­ne e ven­di­ta dei prodotti.

Appro­fon­dia­mo il pro­to­col­lo e, gra­zie alla gran­de dispo­ni­bi­li­tà di Gio­van­ni e del Prof. Cator­ci che per l’Università di Came­ri­no segue il pro­get­to, ci con­vin­cia­mo del­la sua vali­di­tà e ne par­lia­mo anche con altri pro­dut­to­ri di altri ter­ri­to­ri che si dimo­stra­no interessanti.

Il 6 otto­bre ad Aman­do­la lo pre­sen­te­re­mo ascol­tan­do­lo dal­la viva voce dei pro­ta­go­ni­sti e sarà anche l’occasione di met­te­re in con­tat­to tra loro azien­de che non si cono­sco­no ed ope­ra­no in ter­ri­to­ri diver­si, ma tut­ti acco­mu­na­ti dal desi­de­rio di fare rete e dal­la gran­de atten­zio­ne alla filie­ra pro­dut­ti­va e alla qua­li­tà del prodotto.

Ascol­te­re­mo le loro sto­rie alla pre­sen­za del Sin­da­co di Aman­do­la, di Giu­sep­pe Civa­ti e di Lucio Cavaz­zo­ni, già pre­si­den­te Mie­li­zia ed Alce Nero, con­vin­ti che dal rispet­to del­la Ter­ra, anche quan­do feri­ta, si pos­sa­no tro­va­re le risor­se per rialzarsi.

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